Falla girare (The Last Joint), la recensione

Dopo 7 ore per farti innamorare, la sua opera prima, uscita nel 2020, il regista e attore campano Giampaolo Morelli, noto per le sue interpretazioni in Smetto quando voglio, A casa tutti bene e C’era una volta il crimine, ritorna in veste di regista con Falla girare, una action – comedy disponibile dal 26 novembre sul catalogo Amazon Prime Video.

L’improvvisa comparsa di un misterioso virus che sembra aver colpito l’intero pianeta, arrivando a far morire le piantagioni di cannabis, porta l’influencer napoletano Natan (Giampaolo Morelli) a mettere in salvo l’unica piantina maschio. L’uomo insieme a una scalmanata banda di amici decide di mettersi alla ricerca dell’ultimo esemplare femmina per far rinascere la specie e prendere in mano le redini del commercio di cannabis. La banda riuscirà nell’ardua impresa?

Partiamo col dire che la seconda opera diretta da Giampaolo Morelli prende debitamente le distanze dalla prima. Se in 7 ore per farti innamorare la storia ruotava attorno ai sentimenti e alla crisi di un rapporto di coppia, in questa divertente, seppur surreale, commedia il regista si concentra sul mondo degli influencer, dei social network e sull’utilizzo che l’essere umano ne fa nel proprio quotidiano. Sorretto da battute caustiche, divertenti e da gag spassose, il film si avvale delle interpretazioni, oltre che dello stesso Morelli, di Giovanni Esposito, Ciro Priello, Fabio Balsamo, Michele Placido, Laura Adriani e Leopoldo Mastelloni, quest’ultimo, recentemente visto in La mia ombra è tua e in Dante, riesce a farci ridere a crepapelle con il suo personaggio. Ma nonostante la presenza di un ottimo cast e la loro capacità di far ridere, la storia ambientata in un futuro distopico finisce col giocare su una commistione di generi che porta lo spettatore a chiedersi quale sia il senso del film e cosa voglia raccontare.

La sceneggiatura scritta da Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini da un soggetto di Giampaolo Morelli si concentra su un’idea originale, ma che non viene sviluppata a dovere, soffermandosi su ulteriori aspetti che sarebbero stati utili a farci capire alcune azioni che ci appaiono poco credibili. Il mondo dei social network viene raccontato come un elemento che ha cambiato l’universo, diventando importante per gli influencer e per milioni di persone. Impreziosito da alcune sequenze che sembrano ricordare la saga di Smetto quando voglio o Non ci resta che il crimine, l’opera di Giampaolo Morelli si annovera tra quelle commedie senza grandi pretese, in grado di farci ridere di gusto e di farci passare un’ora e mezza piacevole.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • Le ottime performance interpretative di Giampaolo Morelli, Giovanni Esposito, Ciro Priello e Leopoldo Mastelloni.
  • L’idea di saper raccontare qualcosa di originale.
  • Una sceneggiatura che non riesce a descrivere pienamente alcuni aspetti che avrebbero meritato un approfondimento.
  • La seconda parte finisce col far perdere il vero senso della storia.
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