I’ll Stand by You, la recensione

Secondo il World Health Organization, la Lituania è tra i Paesi al mondo con maggior tasso di suicidi e il primo in Europa. Si conta che nel 2016 il più popoloso dei Paesi Baltici contasse una media di quasi 29 decessi per suicidio ogni 100 mila abitanti, un dato che posiziona la Lituania al terzo posto nel mondo, inferiore solo alla Corea del Sud e alla Groenlandia. Un triste primato che si cerca di studiare e combattere ma che risulta spesso di difficile comprensione e prevenzione. I’ll Stand by You, oltre ad essere una celebre canzone dei Pretenders, è il titolo di un bel documentario scritto da Virginija Vareikyte e diretto dalla stessa insieme a Maxì Dejoie che analizza proprio il tema dei suicidi in Lituania prendendo in esame una nobile iniziativa sociale mirata alla prevenzione di questo triste fenomeno.

Siamo a Kupiškis, comune della contea di Panevėžys, una città immersa nel verde innevato che conta una preoccupante quantità di suicidi annui. Qui la psicologa Valija Sap decide di costruire una rete di aiuti fondati sul dialogo così da supportare le persone potenzialmente a rischio di suicidio. A darle un fondamentale aiuto c’è l’agente di polizia Gintare Slizite che utilizza le sue conoscenze per visitare di casa in casa i suoi concittadini psicologicamente (e spesso economicamente) più deboli.

Il lavoro di documentazione condotto da Virginija Vareikyte e Maxì Dejoie non è il classico lungometraggio documentario a cui il pubblico è abituato, non si tratta di un didascalico insieme di testimonianze ma di un vero e proprio film raccontato e montato quasi come un prodotto di fiction. Ma tutto corrisponde esattamente a realtà, non ci sono attori e ognuno interpreta se stesso, dalle due protagoniste della vicenda alle persone che sono state aiutate a superare momenti bui, spesso non riprese in volto dall’occhio della videocamera.

i'll stand by you

Nonostante il tema trattato, I’ll Stand by You (Busiu su Tavim, in lingua originale lituana) è un film fortemente ottimista, gioioso, ricco di vitalità che raccoglie il biennio più nero per la demografia di Kupiškis – 2015/2016 – per dar vita a una prospettiva futura rosea in cui il demone del suicidio possa essere solo un ricordo. Guardando il film, capiamo che ci sono alcune realtà davvero estreme in cui la forza che spinge l’essere umano ad andare avanti viene meno; parliamo di realtà in cui la depressione è caldeggiata da una serie di fattori che, uniti, possono risultare fatali. Capiamo che la popolazione a rischio è piuttosto in su con gli anni, spesso con una situazione economica instabile, tragedie in famiglia che, paradossalmente, spesso sono legate proprio al suicidio di cari (coniugi, figli, genitori), la solitudine, la mancanza di affetti non è in grado di creare un’aspettativa futura e, non da meno, l’alcool in cui spesso ci si rifugia dà il colpo di grazia.

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Seppur il suicidio in gran parte dei casi non è facile da prevenire, ci sono fattori riconoscibili ai quali si può guardare per fornire un aiuto psicologico concreto e così procede la psicologa Valija Sap e la sua preziosa aiutante Gintare Slizite, parlando al telefono con persone a rischio, visitandole di persona, a casa, e instaurando con loro un rapporto umano, di amicizia sincera. Veniamo a conoscenza di situazioni davvero tristi, ma grazie al messaggio che I’ll Stand by You trasmette e al linguaggio utilizzato, si percepisce una luce di speranza, favorita da tanta umanità.

Il lavoro svolto Virginija Vareikyte e Maxì Dejoie è pieno di calore, in forte contrasto con il ghiaccio e la neve che ammanta le aie e i terreni che compaiono nel film, e i registi giocano proprio con questa contrapposizione mostrando, a piano a piano, un’alternanza di stagioni, fino alle giornate assolate che possono consentire pick-nic sul prato. La stessa regia è piuttosto ricercata e utilizza in maniera funzionalmente affascinante il fuori campo concentrandosi su dettagli, particolari dell’ambiente naturale e casalingo; spesso si fa ricorso alla camera fissa, utilizzata come non penseremmo mai in un documentario per avvalorare il fuori campo.

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I’ll Stand by You si affida anche all’ottima presenza di Valija Sap e Gintare Slizite due non-attrici incredibilmente telegeniche e capaci di coinvolgere lo spettatore e farlo appassionare a questa storia importante e non facile da trasmettere, in particolare Gintare Slizite trasmette un grande ottimismo e la sua backstory sentimentale e personale riesce a fondersi con naturalezza al contesto fornendo anche un arco narrativo compiuto a quello che, in film di fiction, avremmo chiamato personaggio.

I’ll Stand by You è una coproduzione Italia-Lituania-Svizzera ed è prodotto da M&N Yacht Consultant e In Script, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte. Il film è già stato presentato all’Astra Film Festival Sibiu, all’Inconvenient Films di Vilnius e sarà in concorso nella sezione documentari al 33° Trieste Film Festival; inoltre, il film sarà disponibile dal 26 al 30 gennaio sulla piattaforma streaming di MyMovies.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un tema importante e poco noto a sostegno di un documentario costruito come un film di fiction.
  • Gintare Slizite è molto brava e trasmesse umanità.
  • Se cercate un documentario classico e dal valore divulgativo non è questo il caso.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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I'll Stand by You, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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