Insieme per forza, la recensione
Adam Sandler: uno e trino.
Creatura del Saturday Night Live, dove ha debuttato gran parte degli attori comici americani degli anni Novanta, Sandler è diventato in breve uno dei volti più noti e amati della commedia americana. Se, da una parte, è prevalentemente conosciuto per le sue interpretazioni cinematografiche (più o meno) demenziali e irriverenti – come gli inguardabili Little Nicky e Cambia la tua vita con un Click, o le commedie più sobrie come Big Daddy e 50 volte il primo bacio – esiste, dall’altra, anche un Sandler più impegnato, che ha dato vita a film forse di minor successo, ma probabilmente più interessanti, quali Ubriaco d’amore, Funny People e Reign Over Me.
Un attore poliedrico fino ad un certo punto, che ha bisogno di avere alle spalle un regista con le “palle quadrate” per non essere sempre il solito e irrecuperabile “bamboccione” con la faccia da schiaffi. E Insieme per forza – da non confondere con l’omonimo buddy movie del 1991 con James Woods e Michael J. Fox! – ne è l’ennesima dimostrazione.
Collocabile nella categoria “commedie per famiglie”, sottocategoria “sentimentali”, Insieme per forza porta la firma di Frank Coraci, che Sandler l’aveva già diretto in Prima o poi me lo sposo, Waterboy e Cambia la tua vita con un Clik. Ma c’è un altro ritorno, quello di Drew Barrymore, che qui duetta con Sandler per la terza volta, dopo Prima o poi me lo sposo e il pregevole 50 volte il primo bacio. Insomma, squadra che vince non si cambia, e la produzione ha voluto procedere coi piedi di piombo.
Adam Sandler sorprende sua figlia in bagno
L’essere a tal punto avvolto nella bambagia, tuttavia, fa sì che Insieme per forza sia un film non solo convenzionale, ma banale e stracolmo di situazioni viste una marea di volte, con un plot poco originale e un messaggio che inneggia alla famiglia… come il buon 90% di questa tipologia di film.
Jim (Adam Sandler) è vedovo e con tre figlie a carico; Lauren è divorziata e ha due bambini pestiferi. I due si incontrano a un appuntamento al buio, ed è odio a prima vista. Poi, una serie di circostanze li porterà a incontrarsi di nuovo, finchè si ritroveranno in viaggio insieme, con le rispettive famiglie, in un lussuoso resort Sudafricano, dove dovranno addirittura condividere la suite.
Scritto dal televisivo Ivan Menchell e dall’attrice di Pretty Princess Clare Sera, Insieme per forza si focalizza su gag che tendono ad esaltare l’incompatibilità caratteriale dei due protagonisti che, dal primo incontro al sexy bar Hooter’s ai vari episodi in Africa, incentrati su sport estremi e safari, si abbandonano a una fiacchezza di fondo che conduce allo sbadiglio piuttosto che alla risata. Funziona qua e là qualche trovata, come il figlio narcolettico di Drew Barrymore che dà “capocciate” a destra e a manca e i jingles musicali che sottolineano le reazioni dei vari personaggi a date situazioni, ma, nel complesso, le quasi due ore di durata del film non sono giustificate e tutto procede con il pilota automatico.
Adam Sandler e Drew Barrymore sono Jim e Lauren, una coppia “forzata”
La collaudata coppia Sandler/Barrymore indiscutibilmente funziona; i due hanno i tempi giusti e una naturale sinergia sia per le situazioni comiche che per quelle più romantiche. Funziona anche buona parte dei comprimari, dalla coppia old/young che condivide con loro il tavolo da pranzo, composta da Kevin Nealon della serie tv Weeds e da Jessica Lowe, alle figlie di Sandler, interpretate da Bella Thorne e dalla piccola Wendy McLendon Covey. Nel film compare anche il “Mercenario” Terry Crews, nel ruolo dell’invadente animatore canterino del villaggio turistico, un personaggio che, nelle intenzioni, dovrebbe essere comico… appunto, nelle intenzioni.
L’inevitabile vena moralistica e romantica del film è in linea con il target di riferimento dell’opera e, sicuramente, gli spettatori duri e puri del Sandler-movie apprezzeranno. In generale, comunque, Insieme per forza è una commedia piuttosto fiacca, troppo lunga e senza idee che valga veramente la pena di portare sul grande schermo.
Decisamente mediocre.
Roberto Giacomelli
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