Iron Sky, la recensione

2018. Un modulo lunare con a bordo due astronauti statunitensi atterra sul satellite terrestre in quella che è la seconda volta sulla Luna per l’essere umano. Giunti sul lato oscuro della Luna, gli astronauti scoprono con grande stupore una colonia terrestre: sono nazisti, rifugiati sul satellite in seguito alla fuga dalla Terra dopo la sconfitta alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La colonia nazista, che nel frattempo ha istaurato il quarto Reich, uccide uno dei due astronauti e cattura l’altro, il nero James Washinghton. Convinti che quello sia solo un preludio a un’imminente invasione americana/terrestre, i nazisti vogliono anticipare l’avversario e preparano a loro volta un’invasione della Terra utilizzando la gigantesca nave spaziale bellica chiamata Crepuscolo degli Dei, che però non riesce a funzionare ancora in modo adeguato. I nazisti decidono allora di andare in missione segreta sulla Terra per carpire ritrovati tecnologici più avanzati capaci di far funzionare la loro nave spaziale, mandano così in missione lo spietato Klaus Adler e l’idealista Renate Richter, accompagnati dal prigioniero James Washinghton, a cui nel frattempo è stato eseguito un processo di “arianizzazione”.

“The Dark Side of the Moon” non è solo il titolo di uno dei più famosi album dei Pink Floyd ma è un concetto che simboleggia il mistero, l’ignoto, quello che non possiamo vedere ad occhio nudo. In fin dei conti l’uomo si è sempre chiesto cosa ci fosse sulla faccia nascosta della Luna, una porzione del nostro satellite che non ci è mai visibile a causa della rotazione sincrona tra la Terra e il suo satellite naturale, anche se già dalla fine degli anni ’50 abbiamo avuto la possibilità di mappare l’intero suolo lunare, compreso il misterioso lato oscuro. Crateri, tanti crateri, distribuiti in maniera più fitta data la maggiore esposizione ai detriti spaziali che possono colpire la superficie lunare, eppure l’immaginario umano ha fantasticato e si è tradotto in fantascienza, popolando quel lato nascosto di qualunque mistero e curiosa minaccia, tra cui anche i robot alieni di Transformers 3.

Iron Sky

Tra i più bizzarri abitatori del lato oscuro della luna vanno sicuramente annoverati i nazisti, che secondo la fantasia del regista finlandese Timo Vuorensola e della soggettista Johanna Sinisalo si sarebbero insediati sul satellite in seguito alla sconfitta del 1945. Questo è quanto accade in Iron Sky, curioso film di fantascienza misto alla commedia che arriva dalla Finlandia, un paese che sicuramente non ci ha abituato a prodotti cinematografici di questo tipo.

Iron Sky ha una genesi molto particolare perchè nasce dal contributo diretto dei fan tramite internet. Il film nasce da una storia della scrittrice di fantascienza Johanna Sinisalo e si sviluppa grazie a una co-produzione tra Finlandia, Germania e Australia, ma il dato curioso è che il 10% del budget del film (che complessivamente è di 7,5 milioni di euro) è stato fornito direttamente dagli utenti di internet che hanno donato soldi in cambio di mechandising del film attraverso quel meccanismo che viene chiamato crowdfunding. Inoltre, è stata chiesta la partecipazione dei singoli utenti anche per dare suggerimenti su personaggi ed elementi della trama (crowdsourcing), rendendo del tutto attivo il futuro spettatore nella creazione del prodotto. Una tecnica che ha portato un successo assicurato al film, rendendolo un piccolo “caso” ancora prima che fosse ultimato.

Iron Sky

Ma al di là del processo post-produttivo, crossmediale e di marketing (l’operazione si completa di videogames e tre graphic novel che fungono da prequel alla storia), com’è qualitativamente Iron Sky?

Costanti alti e bassi, ottime idee che si alternano a evitabili luoghi comuni e sciocchezze da commedia parodistica. Fermo restando che la realizzazione tecnica è di altissimo livello, a maggior ragione se consideriamo l’esiguo budget che il film ha avuto a disposizione.

Di base Iron Sky è un film di satira, un film che attacca ridendoci su la politica mondiale, non a caso le parti forse più riuscite del film di Vuorensola sono quelle ambientate durante le riunioni dei capi di stato che di fronte alla minaccia nazista fanno emergere debolezze e inutili litigi. Ovviamente lo Stato portavoce della Terra sono gli Stati Uniti, rappresentati da un presidente che ha l’inconfondibile volto di Sarah Palin (interpretata da Stephanie Paul), una sorta di cartoon vivente che incarna le peggiori qualità che un Capo di Stato possa avere.

Iron Sky

L’uomo torna sulla Luna per una precisa strategia elettorale, per di più l’astronauta è nero e di professione fa il modello, dunque perfetto per guadagnare i voti delle minoranze etniche, delle donne, degli omosessuali e di chi punta soprattutto sul look e sull’apparire. Non a caso sembra avere fin troppa voce in capitolo Vivian Wagner (interpretata dall’efficace Peta Sergeant), la consulente d’immagine del Presidente con futuro da Ministro della Difesa. E il teatrino regge a sufficienza, con frecciatine ben piazzate che tendono a far emergere il peggio della politica contemporanea (“una guerra è l’ideale! Un Presidente che comincia una guerra viene sempre rieletto per un secondo mandato!”).

Poi, purtroppo, ci si rende conto che Iron Sky vuole essere anche disimpegno stupido e per raggiungere questo scopo cerca espedienti da peggior commedia parodistica americana, con il nero che deve fare il simpatico a tutti i costi chiamando gli altri “fratello” ed esibendosi in siparietti sguaiati alla Eddie Murphy, oppure i tedeschi che parlano con la “z” al posto della “s” oppure finendo le parole in “-en” neanche fossero in un fumetto di Bonvì.

Iron Sky

La doppia anima di Iron Sky – satira intelligente/parodia scema – compromette la piena riuscita del film, che ad un inizio promettente e un finale spettacolare quasi da blockbuster hollywoodiano, intervalla con una parte centrale piuttosto piatta e ridondante. Fa piacere comunque notare una certa cura nella delineazione dei personaggi principali (in particolare la già citata Vivian Wagner, l’insegnate Renate interpretata da Julia Dietze e l’aspirante Fuhrer Adler/Gotz Otto) e secondari (il Fuhrer poco autorevole interpretato da Udo Kier), oltre che l’innegabile riuscita di alcune gag (Il grande dittatore ridotto a cortometraggio).

Con maggiori accorgimenti e magari un approccio differente all’argomento, Iron Sky sarebbe potuto essere un gioiellino… così è solo una fanta-comedy a divertimento alterno.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • L’aspetto satirico del film funziona.
  • Nella sua follia di base c’è del genio!
  • Una componente spettacolare degna del miglior cinema hollywoodiano.
  • Parte centrale piatta e ridondante.
  • La componente comedy è spesso stupida e ricca di evitabili luoghi comuni che non fanno ridere.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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