Storia di Ray (o l’asino che vola), la recensione

A partire da giovedì 8 ottobre 2021 inizia il suo tour distributivo con Daitona e Michi Storia di Ray (o l’asino che vola), docufilm scritto e diretto da Giuseppe Di Renzo. La prima tappa distributiva è Francavilla, in Abruzzo, la seconda Roma dove il film sarà ospitato il 15 ottobre dal Cinema delle Province e in entrambi i casi è presente ad introdurre la proiezione il protagonista, Sugar Ray Sandro.

Ma chi è Sugar Ray Sandro?

All’anagrafe Sandro Micolucci, Sugar Ray Sandro è un performer particolarmente apprezzato, oltre che incredibilmente noto, nell’ambiente artistico/musicale abruzzese che, nel corso della sua carriera musicale ormai ventennale, lo ha portato ad essere conosciuto anche fuori dai confini regionali. Pittore fin da metà degli anni ’90, poi cantautore, attore, poeta, modello, stilista, fotografo, Micolucci ha toccato in due decenni ogni forma d’arte riuscendo a far parlare di se anche a livello nazionale grazie al coinvolgimento in alcuni programmi televisivi di successo su Mediaset e Sky, tra cui Italia’s got Talent e X-Factor. Ma il vero successo è arrivato con StraFactor, la versione irriverente e grottesca che Sky ha legato al programma principale.

Storia di Ray (o l'asino che vola)

Ed è proprio dal desiderio di una seconda partecipazione al talent show che muove i passi Storia di Ray (o l’asino che vola), il singolare documentario di Giuseppe Di Renzo che pedina Sugar Ray Sandro nella sua quotidianità lavorativa fino al raggiungimento del suo agognato obiettivo.

Partiamo subito dal sottolineare che quello di Di Renzo non è assolutamente un documentario canonico. L’approccio iniziale è simile a quello sdoganato da Gianfranco Rosi con Sacro GRA e Alberto Fasulo con TIR, dunque non ci sono interviste, testimonianze a montaggio, repertorio, non c’è neanche un intento didattico/informativo, ma solo la voglia di testimoniare un hic et nunc, un momento nella vita del protagonista scelto. Il film si limita, dunque, attraverso un sapiente montaggio, a pedinare Sugar Ray Sandro durante la preparazione del suo nuovo singolo, mentre si esibisce nelle feste di paese, mentre fa un servizio fotografico, mentre canta in un locale e partecipa come giudice alle audizioni di un talent show. Per tre quarti della sua durata Storia di Ray è questo, ne più ne meno.

Storia di Ray (o l'asino che vola)

Poi, arrivati a un passo dalla conclusione, il film di Di Renzo cambia drasticamente registro.

Durante il percorso lavorativo di Sugar Ray Sandro viene fatto notare all’artista un eccesso di testardaggine che possa equiparalo a un mulo e così, con espediente non troppo elaborato che fa ricorso solo alla sospensione dell’incredulità spettatoriale, Sandro si trasforma in quel mulo. La sua caparbietà nel partecipare nuovamente a StraFactor si materializza sottoforma di mutazione da uomo in animale e qui comincia per l’artista una seconda vita in un circo, accudito da un corpulento clown dalla fame insaziabile. Ma da buon mulo, Sandro persegue un nuovo obiettivo, ancora più estremo, sempre più vicino all’impossibile: volare.

Questa drastica mutazione di genere, di tono, di intenti infonde a Storia di Ray un ulteriore slancio di originalità che non è necessariamente uno slancio qualitativo. Di Renzo sembra fare il verso in questo terzo atto a certi lavori più ostici e autoriali di Pietro Marcello (Bella e perduta) o a una versione ripulita e più raffinata di CinicoTv creando un cortocircuito narrativo che può confondere sugli intenti stessi del film. Surreale, fiabesco, ma sembra mancare quel punto di raccordo che possa guidare lo spettatore dalla dimensione documentaristica a quella di pura fiction con un senso di incompiutezza che rimane a fine visione.

Storia di Ray (o l'asino che vola)

L’opera, nel suo complesso, è comunque notevole, il film ha argomenti, si intravede una reale esigenza espressiva da parte di Di Renzo. E poi Ray Sugar Sandro è un vero personaggio, una forza della natura che sembra infischiarsene di qualunque logica del mondo dello spettacolo e dell’arte odierna, una scoperta per lo spettatore che fino ad oggi ne ignorava l’esistenza che l’opera di Di Renzo sa valorizzare con creatività e libertà espressiva. A fine film riecheggeranno nella vostra teste le note di Ciao Dio, poco ma sicuro!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Sugar Ray Sandro è un personaggio magnifico tutto da scoprire.
  • Il film è montato molto bene.
  • Nella sua imperfezione comunicativa è comunque molto originale.
  • L’ultimo atto, che sfonda le porte del surrealismo, appare poco coerente e non troppo amalgamato al resto.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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