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Oppenheimer, la recensione

Tra le più rappresentative personalità cinematografiche del XXI° secolo, il britannico Christopher Nolan ha un’idea di cinema ben chiara e ad ogni suo nuovo film la espone con fierezza rinforzando il suo peso autoriale. Nolan divide, più o meno, ad ogni opera: ha ormai una fanbase molto solida ma anche accaniti detrattori; e questo nasce, molto probabilmente, dal contributo (fondamentale) dato alla delineazione del filone cinecomics con la sua trilogia (imperfetta) del Cavaliere Oscuro perché, ormai si sa, non c’è spettatore peggiore nell’attuale panorama cinematografico dello spettatore dei cinecomics!

Ma se c’è un film nella sua recente produzione che sembra aver messo d’accordo un po’ tutti, quel film è Oppenheimer, particolarissimo biopic sul papà della Boma Atomica, il fisico statunitense Robert Oppenheimer, che – grazie anche allo strambo sodalizio casuale con Barbie – ha incassato al 21 agosto 2023 (data in cui stiamo scrivendo) oltre 700 milioni di dollari nel mondo (e non è ancora uscito in molti Paesi) infrangendo il primato di film vietato ai minori ad aver incassato più di 10 milioni di dollari al giorno negli Stati Uniti per dieci giorni consecutivi e film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale ad aver incassato di più nella Storia del Cinema. Insomma, un gran bel biglietto da visita che sicuramente ha giovato della pubblicità “gratuita” da meme internettiani con il Barbenheimer, ma ha messo d’accordo anche la critica con un 93% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e pareri entusiastici un po’ ovunque.

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Valutazione: 8.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Don’t Worry Darling: arriva in alta definizione blu-ray il discusso film con Florence Pugh e Harry Styles

Da pochi giorni è disponibile in alta definizione blu-ray il discusso film con protagonisti Florence Pugh e Harry Styles, ovvero Don’t Worry Darling di Olivia Wilde. Un’opera di cui si è parlato tanto, presentata fuori concorso alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia ma preceduta da numerose polemiche che hanno creato una bizzarra forma di hype attorno l’opera. Tanto sterile gossip fine a sé stesso, polveroni legati a presunti litigi tra alcuni membri del cast e la conseguente messa in discussione del ruolo di Olivia Wilde come effettiva regista dell’opera. Un’attesa di questo tipo non ha potuto fare a meno di generare un’accoglienza abbastanza tiepida (per non dire negativa) da parte della critica di tutto il mondo. Dopo essere uscito in sala a fine settembre, Don’t Worry Darling arriva sul mercato home video grazie ai canali distributivi Warner Bros. Pictures.

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Don’t Worry Darling, la recensione

Nel 1972 vedeva la luce nelle librerie il romanzo di Ira Levin The Stepford Wives, tradotto da noi in La fabbrica delle mogli, che tre anni più tardi ha generato l’omonimo film diretto da Bryan Forbes e interpretato da Katharine Ross. A distanza di cinquant’anni precisi, possiamo affermare che La fabbrica delle mogli è il più grande classico di fantascienza (letteraria e cinematografica) ad essere quasi completamente ignorato dalle masse. In pochi, oggi, conoscono il romanzo di Levin o hanno visto il film di Forbes nonostante si tratti di una storia che ha ispirato in maniera più o meno diretta dozzine e dozzine di opere. Ultima, in ordine cronologica, il secondo lungometraggio da regista di Olivia Wilde, Don’t Worry Darling, presentato fuori concorso alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia e in arrivo nei cinema italiani il 22 settembre con Warner Bros. Pictures.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Don’y Worry Darling: nuovo trailer italiano e poster del thriller distopico con Florence Pugh

Don’t Worry Darling, arriverà nei cinema italiani il 22 settembre distribuito da Warner Bros. Un paio di mesi fa, vi avevamo già mostrato un primo lungo trailer del thriller diretto da Olivia Wilde e interpretato da Florence Pugh e Harry Styles, ma ora la Warner ha diffuso un nuovo trailer in italiano oltre che un curioso teaser poster.

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Don’t Worry Darling, il trailer del thriller distopico con Florence Pugh e Harrty Styles

Il nuovo film da regista di Olivia Wilde, dopo la commedia La rivincita delle sfigate, è Don’t Worry Darling, un thriller distopico interpretato da Florence Pugh (Black Widow, Hawkeye), Harry Styles (Eternals), la stessa Wilde, Gemma Chan (Eternals), KiKi Layne (The Old Guard) e Chris Pine (Wonder Woman).

Alice (Pugh) e Jack (Styles) hanno la fortuna di vivere nella comunità idealizzata di Victory, la città realizzata da un’azienda sperimentale che ospita, assieme alle loro famiglie, gli uomini che lavorano al progetto top-secret Victory. L’ottimismo sociale degli anni ’50 sposato dal loro amministratore delegato, Frank (Pine) – a metà tra un uomo d’azienda visionario ed un life coach motivazionale – fissa ogni aspetto della vita quotidiana di questo luogo utopico nel mezzo del deserto.

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Black Widow, la recensione

Con l’uscita nei cinema di Avengers: Endgame nel 2019 tutti gli spettatori del Marvel Cinematic Universe hanno visto chiudere un’epopea cinematografica durata oltre dieci anni, la cosiddetta Saga dell’Infinito: da quel momento in poi, la canonica divisione progressiva in “fasi” che caratterizza l’MCU appare quasi superflua. Una Fase 4? E perché non una nuova Fase 1? In effetti, vedendo come si sta muovendo per il momento l’Universo Cinematografico Marvel, tra l’introduzione della narrativa seriale televisiva e stand-alone che fungono da midquel, quel senso di progressione narrativa un po’ manca.

Se non contiamo le tre serie per Disney+ già edite (WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Loki) e il film-ponte Spider-Man: Far From Home che in piccole dosi ci mostrando il mondo post “blip”, il primo film Marvel Studios a inaugurare la famigerata e fin troppo rimandata Fase 4 è Black Widow, che paradossalmente è l’unico tra i prodotti citati a fare un passo indietro, riportandoci al 2016, per mostrarci le immediate conseguenze della Civil War dal punto di vista di Natasha Romanoff.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Piccole donne, la recensione

Chi non conosce le Piccole Donne di Louisa May Alcott? Con i quattro romanzi e i vari adattamenti cinematografici e televisivi sembra incredibile non avere familiarità con le storie delle componenti della famiglia March.

Greta Gerwig, già regista del candidato agli Oscar Lady Bird, porta nelle sale cinematografiche italiane il racconto di una delle piccole donne, Jo, qui interpretata da Saoirse Ronan.
Il suo più grande sogno è quello di divenire una scrittrice di buona fama e scrive, da una parte per passione e dall’ altra per racimolare qualche soldo, alcuni racconti per un giornale. Di qui lo spettatore è introdotto in un racconto nel racconto, quasi come Jo fosse la stessa Alcott scrittrice del romanzo, della famiglia, delle sue difficoltà economiche, degli affari sociali e di quelli romantici.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Midsommar – Il villaggio dei dannati, la recensione

In questi anni stiamo assistendo alla rinascita del cinema horror d’autore. Una pratica che in passato ha salutato il contributo al genere di grandi maestri della settima arte come Roman Polanski, Brian De Palma, Nicolas Roeg e Stanley Kubrick – solo per fare i nomi più celebri – oggi sta tornando con prepotenza grazie a piccoli casi mediatici che si traducono sovente anche in buoni successi commerciali. Uno dei massimi esponenti di questa new wave orrorifica autoriale è senza ombra di dubbio Ari Aster, fattosi notare lo scorso anno con l’eccezionale Hereditary – Le radici del Male e ora pronto con il suo secondo lungometraggio: Midsommar – Il villaggio dei dannati.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +2 (da 2 voti)

Lady Macbeth, la recensione

Katherine è una giovanissima donna che va in sposa ad un uomo molto più vecchio di lei. La nuova casa la accoglie con gelo e regole ferree, confinando il suo spirito ribelle fra quattro mura piene di spifferi. Ben presto sopraggiunge per lei l’apatia, esacerbata dal rapporto con il suo novello sposo con cui non c’è intimità ma solo una sua malata e perversa alternativa. Tutto cambia quando gli spregevoli uomini di casa, marito e suocero, si allontanano entrambi per un lungo periodo di tempo: Katherine è finalmente padrona della casa.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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34 TFF. Ritratti al femminile: Lady Macbeth e A Quiet Passion

Due donne. Due grandi protagoniste femminili che occupano tutta la scena, ricercata in un caso, rifuggita nell’altro. Lady Macbeth e A Quiet Passion sono due film che ruotano sulle loro ingombranti protagoniste e poco importa che una ricalchi le orme di un personaggio mai esistito mentre l’altra dovrebbe ricalcare passi famosi realmente percorsi. Questi film, almeno sulla carta (in questo caso il catalogo del Torino Film Festival) potrebbero avere molto in comune, anzi dovrebbero, e invece fin dalle prime battute divergono inesorabilmente, eleggendone uno alla gloria e l’altro (si spera) all’oblio.

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