Archivio tag: torino film festival 2019

La Gomera – L’isola dei fischi, la recensione

Il titolo scelto per rappresentare la Romania nella corsa all’Oscar per il miglior film straniero 2020 è La Gomera di Corneliu Porumboiu, che dopo essere passato in concorso a Cannes 2019 è stato incluso anche nella sezione Festa Mobile del 37° Torino Film Festival.

Un film che si apre con i migliori auspici, a cominciare dai bei titoli di testa che scorrono sullo schermo e sui quali leggiamo un nome importante tra i produttori: quello della regista tedesca Maren Ade, autrice del bellissimo Vi presento Toni Erdmann, un nome che è una garanzia e le aspettative non vengono certo deluse.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Jojo Rabbit, la recensione

Taika Waititi deve aver odiato i boy scout.

Un pensiero che sorge spontaneo osservando il piccolo Jojo (Roman Griffin Davis) alle prese con le insensatezze della Gioventù Hitleriana. Ma Jojo Betzler è disposto a sopportare ogni angheria, perché dalla sua ha un amico (immaginario) molto speciale: il Führer.

Waititi veste i panni di Adolf Hitler in Jojo Rabbit, una commedia lieve e grottesca, nella quale ogni risata è al servizio della crescita del protagonista. Non sono le gigionesche buffonerie di Waithitler a fare il film, quanto piuttosto la progressiva presa di coscienza di un bimbo appassionato di svastiche.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +3 (da 3 voti)

The Lodge, la recensione

Ci sono film che andrebbero visti a scatola chiusa. Un minimo accenno alla trama basterebbe a rovinare la potenza esplosiva di alcune scene. La nuova fatica di Veronica Franz e Severin Fiala (Ich seh, ich seh altrimenti noto come Goodnight Mommy) rientra nel novero. Potremmo limitarci a parlare di The Lodge come di un claustrofobico thriller dalle tinte horror, girato con sapienza, capace di tenere le dita dello spettatore ben avvinghiate ai braccioli. Ma è un po’ come non dire niente, no? Quindi dal terzo paragrafo si spoilera. Sappiatelo.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +2 (da 2 voti)

La ragazza d’autunno, la recensione

Un intenso primo piano iniziale incornicia lo sguardo vitreo di una radiosa e altissima figura femminile (il titolo originale “dylda” significa infatti “spilungona”). Lo sfondo è quello di una lavanderia a cui lavorano sole donne. Qualcuno cerca di richiamare l’attenzione di Iya – questo il nome della nostra protagonista –, ma senza successo: la giovane è come imprigionata nella propria immobilità. Poi la sua espressione muta e Iya finalmente torna alla realtà.

Questa è la prima sequenza de La ragazza d’autunno (Beanpole – Dylda), l’opera seconda di Kantemir Balagov, il talentuoso ventottenne che si era fatto notare già con il suo primo lungometraggio Tesnota (Closeness).

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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TFF37. Letto n.6

Letto n. 6

La dottoressa del turno di notte di una importante clinica pediatrica muore suicida. La sostituisce Bianca (Carolina Crescentini), che accetta il lavoro senza rivelare di essere incinta. Quando viene a sapere che dovrà passare le notti proprio nella stanza dalla quale si è buttata la collega, le inquietudini hanno inizio. Malgrado lo scetticismo del marito (Pier Giorgio Bellocchio), i timori di Bianca non tarderanno a essere confermati: una notte, seguendo rumore di singhiozzi, fa conoscenza con il bambino del letto numero sei. Vuole la sua mamma. Bianca lo rassicura: domani mamma arriva. Ma la notte seguente il bambino si presenta in infermeria, accusandola di essere una bugiarda. Bianca cerca informazioni sul bambino, scoprendo che il letto numero sei è vuoto da tempo.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF37. Wet Season

Il primo vero colpo di fulmine tra i titoli passati in concorso al 37° Torino Film Festival è arrivato durante i primi giorni di proiezione. Inaspettatamente, ma non troppo: il regista Anthony Chen si era già fatto notare con Ilo Ilo, splendida e toccante opera prima premiata con la Caméra d’or a Cannes nel 2013.

Con Wet Season Chen si conferma uno dei giovani autori più promettenti del panorama orientale portando alla ribalta la cinematografia di un paese come Singapore.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 2 voti)
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L’inganno perfetto, la recensione

L’ottantenne Roy Courtnay conosce la coetanea Betty McLeish su un sito di incontri per la terza età e i due cominciano a frequentarsi. Roy però non ha detto alla donna che per guadagnarsi da vivere organizza truffe ai danni di sprovveduti investitori. Quando l’uomo realizza dell’ingente patrimonio di famiglia di Betty, inizia a pianificare un modo per truffare anche lei.

Ad eccezione di alcune garanzie, quando Hollywood affida l’appeal delle proprie storie a vecchie glorie del cinema ormai ottuagenarie, c’è sempre da stare attenti perché la sola è dietro l’angolo. E se si tratta, poi, di film che trattano di truffe e raggiri… beh, la sola è praticamente assicurata!

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF37. Le rêve de Noura

Che lo stile di Asghar Farhadi abbia segnato le nuove generazioni di cineasti, in particolare quelli provenienti dal Medio Oriente, è noto. Così dopo Il dubbio – Un caso d’incoscienza e Melborune, realizzati però da due connazionali del regista due volte premio Oscar, ecco Le rêve de Noura di Hinde Boujemaa, regista per metà belga e per metà tunisina che realizza un’opera che deve molto alla lezione del maestro iraniano.

È soprattutto la sua attenzione per i dialoghi e per la gestione dei personaggi, in questo caso ristretti a tre, ad accostarla al cinema di Farhadi (peraltro apertamente citato in una delle sequenze centrali del film). Tuttavia, lo sguardo prettamente femminile che emerge e l’attenzione che la regista dedica a determinate realtà la fa sembrare più vicina alla libanese Nadine Labaki (Cafarnao – Caos e miracoli), con la quale pure sembra avere molto in comune.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF37. Algunas Bestias

Il titolo più sconvolgente in concorso al 37° Torino Film Festival arriva dal Cile. Rimasto a sorpresa fuori dal palmares deciso dalla giuria presieduta da Cristina Comencini, Algunas Bestias lancia il nuovo promettente sguardo del giovane Jorge Riquelme Serrano.

Con un solo cortometraggio alle spalle, il regista esordisce al lungometraggio avvalendosi di un cast d’eccezione in cui spuntano perfino due nomi importanti: Alfredo Castro, divenuto popolare grazie alla sua collaborazione con l’acclamato Pablo Larraín (per il quale ha interpretato Tony Manero e Post mortem) e Paulina García, la frizzante protagonista di Gloria (poi rifatto con Julianne Moore) del premio Oscar per Una donna fantastica Sebastián Lelio. I due attori, peraltro entrambi noti al grande pubblico per aver preso parte alla serie Narcos, vestono i panni di una matura coppia borghese che conduce un’esistenza tanto solitaria quanto privilegiata in una bellissima casa che sorge in mezzo al verde. Contro di loro si scontra un altro nucleo familiare, quello composto dalla figlia Ana, da suo marito Alejandro e dai loro figli, Consuelo e Máximo, due adolescenti vicini alla tempesta ormonale.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF37. Ms. White Light

Si apre con una scena di forte impatto uno dei titoli (sulla carta) più interessanti in concorso al 37° Torino Film Festival: l’inquadratura di un gruppo familiare affranto e poi quella di un’anziana parente stesa sul letto di un ospedale. Accanto a lei c’è una giovane donna in giacca e camicia che gli legge alcuni capitoli del suo romanzo preferito. Apparentemente sembrerebbe che i personaggi siano tutti legati dal sangue e il fatto che si stringano in un momento così drammatico avvalora la nostra prima impressione. Questa viene però smentita con il venir meno dell’inferma, quando la ragazza si sottrae all’abbraccio familiare estraniandosi con una serie di frasi di circostanza che legge su dei bigliettini che ha con sé. La scena prende una piega quasi grottesca e per un attimo veniamo allettati dall’idea che quello che vedremo sarà tutto così come lo vediamo in questa originale apertura.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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