Tutti tranne te, la recensione

Ricordate quando fioccavano commedie romantiche al cinema come se non ci fosse un domani? Erano gli anni ’90, ma anche i primi duemila, quelli delle Meg Ryan e le Julia Roberts, che poi hanno lasciato il testimone alle Cameron Diaz, le Jennifer Lopez, le Renée Zellweger, le Amanda Seyfried, perfino affiancandole. E poi gli Hugh Grant, i Richard Gere, i Colin Firth. Faccette, mossette, cuoricini, adorabili litigi, momenti imbarazzanti che portavano le spettatrici a dire “ma quella sono proprio io!”. Insomma, la golden age della rom-com che è andata a finire proprio come ogni cosa è destinata a fare. Esattamente sulla scia di quel genere di grande successo ora va a inserirsi Tutti tranne te, neo rom-com diretta da Will Gluck e interpretata dai divi del momento Sydney Sweeney e Glen Powell.

Bea incontra casualmente Ben in una caffetteria e scatta il colpo di fulmine, a cui segue una piacevolissima notte passata insieme. Ma per una serie di circostanze i due non si vedono più, lasciandosi con delusione e astio. Tempo dopo, in occasione del matrimonio tra Claudia e Halle, sorella di Bea, questa viene a sapere che Ben sarà invitato alla cerimonia, che si svolgerà a Sydney. Ben, infatti, è il migliore amico del fratello di Claudia. È panico! Il ritrovarsi burrascoso tra Bea e Ben potrebbe rovinare il matrimonio, così tutti i famigliari e gli amici comuni cercano di far scattare nuovamente il colpo di fulmine tra i due, così da tenere buoni con lo stratagemma della passione le due potenziali mine vaganti.

Will Gluck, che arriva dal successo dei due Peter Rabbit ma non è nuovo alla rom-com con Amici di letto, cerca di riesumare il genere nudo e crudo, così come ha raggiunto il successo negli anni d’oro, a cui va ad aggiungere una vena triviale che sembra mutuata dal trend pecoreccio di American Pie.

Quindi se pensate che Tutti tranne te è la solita commedia sentimental-brillante… beh, ahinoi, avete ragione.

Scritto dallo stesso Gluck con Ilana Wolpert, autrice anche del soggetto, Tutti tranne te ha un problema enorme proprio nella scrittura. La vicenda parte da un presupposto davvero artificioso che porta al litigio tra i due protagonisti, la classica forzatura di sceneggiatura che fa strano trovare proprio all’inizio del film, come perno attorno a cui creare il primo fondamentale turning point.

Andando avanti, si continua a notare una mediocrità nello script davvero preoccupante che porta a troppe situazioni poco naturali e che coinvolgono tanto le svolte nella storia di Bea e Ben quanto l’attenzione focalizzata innaturalmente attorno alla coppia scoppiata che deve riaccoppiarsi. Insomma, siamo a un matrimonio, il giorno più importante della vita delle due ragazze e queste non fanno altro che escogitare modi per far mettere insieme Bea e Ben invece che pensare agli affari loro. La scrittura, all’interno di questa storia, è davvero troppo evidente.

Qua e là si ride, spesso per situazioni che puntano sull’imbarazzo e la volgarità, il che rende la visione nel complesso gradevole, anche perché parliamo di una storia accessibile a tutti e adatta a una visione a “cervello spento”; però va anche detto che tutto (e per tutto intendo ogni singola svolta della trama) è prevedibile e viene a mancare volutamente qualsivoglia colpo di scena.

Il punto forte del film, che poi è sicuramente anche il motivo per il quale ha avuto un enorme successo negli Stati Uniti, è la scelta di Sydney Sweeney (Euphoria, Madame Web) e Glen Powell (Top Gun: Maverick, Hit Man) come protagonisti, due attori in ascesa che hanno i volti (e i fisici) giusti, nonché un buon carisma per supportare ruoli brillanti e autoironici. Lei è bella, anche troppo, qualità che si affianca a una grande umanità e un pizzico di imbranataggine, così da renderla il più vicino possibile alle spettatrici. Lui anche è bellissimo, atletico, affascinante, ma anche stupido e spesso ben più impacciato di lei, andando a ridimensionare la sua perfezione. Entrambi sono inseriti in un contesto di benessere e agiatezza, che solitamente nelle rom-com rappresenta solo un lato della coppia, lasciando da parte il tema della differenza sociale sul quale spesso si basano anche questi film.

Insomma, se desiderate tornare a quelle atmosfere romantiche di 20-25 anni fa, solo con un pizzico di pepe in più, sicuramente Tutti tranne te non vi deluderà. Delude però il fatto che è un film così pigro, banale, prevedibile, la copia carbone di una dozzina di altri film che sicuramente avete già visto.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • La coppia di attori protagonisti.
  • La leggerezza e la riconoscibilità del meccanismo narrativo di base lo rendono un film gradevole.
  • È scritto male, ragazzi.
  • Tutto molto prevedibile, assomiglia ad altri film che vate già visto.
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Valutazione: 5.5/10 (su un totale di 2 voti)
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