300 – L’alba di un Impero, la recensione

Nel 2007 usciva 300, il blockbuster che lanciò definitivamente la carriera di Zack Snyder dopo l’esordio di tre anni prima con l’ottimo remake di Zombi, L’alba dei morti viventi. Tratto dall’entusiasmante graphic novel di Frank Miller con una certa fedeltà narrativa e visiva, che ne ha caratterizzato l’innegabile portata innovativa soprattutto tecnologica, 300 ha riscosso un tale successo commerciale che già si cominciava a parlare di un sequel all’indomani dei risultati d’incasso. Capirete, però, che dare un proseguo a una storia in cui il finale non concedeva alcuna speranza di prosecuzione, non era il massimo dell’onestà intellettuale e della facilità immaginifica, tanto che il progetto fu immediatamente e comprensibilmente congelato.  

Poco tempo dopo, una bella notizia arrivò sulla scrivania di Zack Snyder e dei produttori Gianni Nunnari, Mark Canton e Bernie Goldmann: Frank Miller stava preparando un sequel cartaceo alla sua opera. Il titolo era Xerxes e raccontava un episodio parallelo a quello già trattato in 300, ovvero le imprese del generale ateniese Temistocle contro la flotta di Serse e il successivo scontro di Salamina… e tutto questo contemporaneamente e subito dopo quello che accadeva alle Termopili con i 300 spartani di Leonida. Il lavoro di Miller, però, era solo agli inizi e tutt’ora non è stato completato (attualmente Xerxes conta due capitoli sui cinque previsti ed è ovviamente inedito), ma questo non ha fermato la realizzazione del film, pur rallentandola, che vede tra i produttori esecutivi lo stesso fumettista, che ha seguito in prima persona il progetto filmico tratto dalla sua opera incompiuta. Non sappiamo, dunque, quanto ci sia di Xerxes in 300 – L’alba di un Impero, fatto sta che a distanza di ben sette anni dal precedente film, arriva questo anomalo sequel (che solo sequel non è), che porta in se in toto lo spirito milleriano e riesce perfino ad accentuare la caratura pesantemente pulp del prototipo.

Serse pronto a sferrare l'attacco

Serse pronto a sferrare l’attacco

300 – L’alba di un Impero comincia con uno dei fotogrammi finali del precedente film per imbarcarsi immediatamente in un andirivieni temporale che è la caratteristica peculiare di questa operazione. Un gioco ad incastro (narrativo) che permette agli sceneggiatori Zack Snyder e Kurt Jonhstad di ampliare la storia dei 300 spartani mostrando quello che è accaduto prima, quello che accade “nel mentre” e quello che ha seguito le loro gesta. Si parte dalla sconfitta (sul campo di battaglia) e morte del Re persiano Dario I per mano del generale ateniese Temistocle, evento che porta all’incoronazione a re di Persia di suo figlio Serse, che si proclama, grazie alle sollecitazione di sua sorella adottiva Artemisia, dio in terra. Da questo momento cominciano le imprese di espansione e conquista dell’Impero persiano che comprendono i territori greci di Atene e Sparta. Sappiamo quello che è accaduto con l’esercito spartano e al suo Re Leonida grazie a 300, quello che invece vediamo in 300 – L’alba di un Impero è ciò che accade all’esercito ateniese, ben più numeroso in confronto a quello spartano e guidato dal generale Temistocle. Le battaglie tra i persiani e gli ateniesi si svolgono per lo più in mare, dove l’esercito di Temistocle si scontra con quello guidato da Artemisia, comandante della marina persiana. Ma gli eventi di 300 – L’alba di un Impero si estendono e hanno il loro climax nei fatti successivi al martirio dei 300 di Leonida, culminando nel celebre scontro di Salamina.

300 – L’alba di un Impero è dunque un oggetto narrativamente complesso e stratificato che assume l’identità di prequel e sequel di 300, ma soprattutto di midquel, narrando gli eventi contemporanei a quelli del film di Snyder. Una scelta interessante e intelligente, perfino originale, che ha risolto con un colpo di coda tutte le perplessità che si potevano legittimamente avere all’annuncio di questo film. Eppure, la natura narrativamente complessa di 300 – L’alba di un Impero è anche il suo più grande limite. L’euforica linearità di 300 ne faceva un film compatto e dalla costruzione a blocchi, ognuno dei quali corrispondeva a uno scontro tra l’esercito spartano e quello persiano, quasi fosse un videogame. Una costruzione semplice che riusciva ad enfatizzare i momenti epici, ovvero le numerose scene madri attorno alle quali il film si costruiva, creando un senso di partecipazione spettatoriale molto alto. Questo “capitolo 2”, strutturandosi in un arco narrativo non ben definito e accumulando più eventi lontani tra loro, manca di compattezza e di conseguenza sfibra la partecipazione (soprattutto emotiva) dello spettatore.

Il generale della flotta persiana, Artemisia, si prepara a far guerra

Il generale della flotta persiana, Artemisia, si prepara a far guerra

Nonostante ciò, 300 – L’alba di un Impero è un film dall’innegabile potenza visiva che spinge a mille sull’acceleratore del divertimento. Un “fumettone ignorante” consapevole e fiero di esserlo, in barba ai (numerosi) detrattori del già corposo primo capitolo.

Sangue vistosamente finto che scorre a fiumi e imbratta lo schermo, arti amputati come un coltello caldo attraverserebbe un tocchetto di burro, creature mitologiche che interagiscono con la Storia, lunghe sequenze di lotta che si fanno maestose con ralenty e pirotecnici piani sequenza: 300 – L’alba di un Impero è lo Spettacolo, quello con la lettera maiuscola.

Anche se abbiamo un protagonista, che si chiama Temistocle ed è interpretato dal Sullivan Stapleton di Gangster Squad, il vero volto (e corpo) iconico di questo film è Eva Green, che impersona la perfida dark lady e guerriera Artemisia, un personaggio ben costruito e ottimamente caratterizzato dall’attrice di The Dreamers, che va a rinforzare l’idea già espressa in 300 che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna. Se nel film di Snyder era la Regina Gorgo, che torna anche qui interpretata sempre dalla brava Lena Headey, a fornire un interessante background sulle scelte di Leonida, qui Artemisia possiede invece il potere manipolatorio, determinante soprattutto sulla forgia del personaggio Serse, che è interpretato ancora una volta da Rodrigo Santoro.

Temistocle e Artemisia in una scena bollente

Temistocle e Artemisia in una scena bollente

Altra freccia all’arco di 300 – L’alba di un Impero è il 3D.

Riguardando il film di Snyder con gli occhi di chi ormai è abituato alla stereoscopia, si percepisce già lì una predisposizione naturale alla moderna tridimensionalità, dunque non poteva esserci film più adatto ad utilizzare questa tecnologia che la sua progenie ufficiale. E infatti la resa tridimensionale di 300 – L’alba di un Impero è spettacolare e l’utilizzo che ne è stato fatto è ottimo e intelligentemente gestito tra profondità (nella maggioranza dei casi) e rilievo. Dunque, se avete la possibilità, gustatevi questo film per come è stato concepito, ovvero in 3D, è un valore aggiunto.

La regia, che inizialmente sarebbe dovuta essere di nuovo di Snyder, poi preso da altri impegni con i film su Superman, è stata affidata al regista pubblicitario Noam Murro, che nel 2008 aveva già firmato la commedia Smart People. Niente paura, lo stile è praticamente identico a quello di Snyder, dunque un compito senza troppa invadenza autoriale realizzato in funzione dell’opera complessiva di cui fa parte. Però c’è da lodare la gestione delle scene d’azione e dei combattimenti in particolare, con un piano sequenza “impossibile” in apertura dello scontro finale che da solo vale l’intero film.

Se siete, dunque, alla ricerca di un prodotto altamente spettacolare, di un 3D valido, di una storia divertente che fa del pulp più spinto il suo vessillo, con 300 – L’alba di un impero andrete sul sicuro. La scena di sesso tra Temistocle e Artemisia, che ha il sapore di un combattimento, è già cult e abbandonare la sala sulle note dei Black Sabbath fornisce sempre una innegabile carica.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Visivamente molto affascinante.
  • Scene d’azione molto ben gestite.
  • Ottimo 3D.
  • Eva Green e la sua Artemisia.
  • La dilatazione temporale fa perdere compattezza.
  • Manca di personalità essendo una “conseguenza” del film di Snyder.
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
300 - L'alba di un Impero, la recensione, 8.5 out of 10 based on 2 ratings

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.