Amici come noi, la recensione
Pio e Amedeo sono due carissimi amici di vecchia data. Nati e cresciuti a Foggia, condividono entrambi la passione per il calcio e lavorano insieme in una bizzarra ed alternativa agenzia di pompe funebri. Pio, che tra i due è senza dubbio quello con la testa sulle spalle, ha finalmente deciso di sposarsi con Rosa e ciò porta il suo amico Amedeo ad organizzare un’indimenticabile festa di addio al celibato. Durante la festa, però, a Pio viene mostrato un video su internet in cui quella che sembrerebbe la sua ragazza, nonché futura moglie, è protagonista di un filmino hard. Sconvolto per l’accaduto, Pio decide di annullare le nozze e si lascia convincere dall’amico Amedeo a lasciare Foggia per intraprendere un viaggio on the road e dimenticare l’accaduto. Roma, Milano ed Amsterdam saranno le mète di un viaggio senz’altro da ricordare.
In molti, ancora oggi, continuano a portare avanti un logoro luogo comune che andrebbe sfatato una volta per tutte. Sono tanti, sicuramente troppi, quelli che continuano ad individuare nei film natalizi prodotti da De Laurentiis (che erroneamente continuano ad essere indicati come cinepanettoni) tutto il marcio dell’attuale cinema italiano. È ora di aprire gli occhi per renderci conto che non è così e notare che in giro c’è molto, molto di peggio di questi cinepanettoni che puntualmente escono a Natale ogni anno. Se vogliamo guardare in faccia il Male, quello vero, che attanaglia il nostro cinema e dovrebbe indurre noi italiani a vergognarci di certe cose che produciamo non dobbiamo rivolgerci a De Laurentiis bensì a Pietro Valsecchi che, con la sua TaodueFilm, sta producendo tutte le cose peggiori che negli ultimi anni stanno affollando le nostre sale cinematografiche. Valsecchi, che del cinema italiano è indubbiamente un attentatore, è responsabile d’aver portato al cinema, per ben due volte, I soliti idioti e aver consacrato come nuovo e inspiegabile talento comico quel Checco Zalone che continua a strappare risate su risate e non si capisce bene il perché. Adesso dopo Zalone e i due Idioti, Valsecchi ci riprova e sperpera ben tre milioni di euro per portare una nuova coppia al cinema. Chi sono? Due emeriti sconosciuti privi di qual si voglia talento. Pio e Amedeo, due pugliesi che si sono fatti le ossa su emittenti locali come Telefoggia e Telenorba e che hanno avuto il culo di finire come inviati nel programma di Italia1 “Le Iene”.
Con Amici come noi il fondo del barile è stato indubbiamente raschiato e la TaodueFilm produce un film persino più brutto (e ce ne vuole) de I soliti idioti. Perché quelli, almeno, nel loro essere abietti e oscenamente volgari un minimo di personalità ce l’avevano.
Pio e Amedeo, invece, sono il nulla. Cercando di scimmiottare, anche in malo modo, una coppia di tutt’altro livello come Ficarra e Picone, questi due nuovi volti si fanno protagonisti di una commedia che smette di essere nazional-popolare per divenire regional-popolare. Ancora una volta ci troviamo davanti al solito stereotipo dei due meridionali ignoranti e cialtroni che, pur se fuggono dal sud, non fanno altro che portarsi dietro i vizi e gli usi della loro terra. Sempre la solita solfa, dunque. Nulla di nuovo e nulla che non sia già stato raccontato, in maniera molto più divertente e intelligente, in una miriade di altre commedie italiane che vanno da Totò a Papaleo.
Poco male, in fondo, se il film facesse almeno ridere. Purtroppo regna la fiacca, i minuti passano molto lentamente e tutti gli sketch comici, o presunti tali, risultano citofonati e terribilmente vecchi. Lì dove la noia sparisce è solo per dare spazio all’irritazione dettata da alcune scene che davvero mettono a dura prova la tolleranza dello spettatore medio, soprattutto nei molteplici richiami all’attuale sfera calcistica o nel deprimente finale simil musical in cui, senza nessun motivo, il film diviene una sorta di video musicale dei Modà.
Ci si chiede solamente come mai siano finiti nel cast attori del calibro di Alessandra Mastronardi (Romanzo criminale – la serie, L’ultima ruota del carro) e Massimo Popolizio (Il Divo, La grande bellezza), dal momento che questo è uno di quei film che davvero potrebbe minacciare pesantemente il curriculum artistico di un attore…oltre alla sua dignità.
Giuliano Giacomelli
Pro | Contro |
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