Babysitter Wanted, la recensione
La diciannovenne matricola universitaria Angie non si è ancora abituata alla vita da college e per riuscire a pagarsi gli studi, coglie al volo l’opportunità di fare da babysitter per la famiglia Stanton. Gli Stanton sono una coppia di agricoltori che vivono fuori città e hanno un bambino, Sam, dalla salute cagionevole. Ma la prima notte in casa Stanton è un incubo: un misterioso tizio dal volto sfigurato e armato di coltello ha seguito Angie e ora sembra intenzionato a intrufolarsi dentro casa.
Nella vita reale il mestiere della babysitter è considerato (da chi non lo svolge) tra i più semplici e rilassanti che si possano immaginare: pagamento a ore, telefono gratis, frigo da depredare e qualche ora di relax se c’è una console per videogiochi davanti alla quale incatenare il pargolo da accudire. Nei film dell’orrore, invece, la professione da babysitter è tra le più pericolose e mortali che si possano immaginare, dal momento che c’è sempre un serial killer, un maniaco o uno psicopatico qualsiasi che si aggira nei dintorni e che è intenzionato a far passare una nottata da incubo alla malcapitata di turno. Gli esempi di pellicole che cercano di fare la pelle a una babysitter sono innumerevoli e tra i più celebri possiamo senz’altro ricordare L’allucinante notte di una babysitter, Halloween – La notte delle streghe, Quando chiama uno sconosciuto e il suo pseudo-remake Chiamata da uno sconosciuto fino ai più recenti Better Watch Out e La babysitter. Nel 2008, gli esordienti Jonas Barnes e Michael Manasseri decidono di rinverdire la tradizione e danno vita, con buoni risultati, a Babysitter Wanted.
I due registi, che sono entrati nel mondo del cinema per lo più in veste di attori e produttori, sono riusciti a costruire un horror teso e ben confezionato con un budget modestissimo e con un’idea molto semplice. Inizialmente, Babysitter Wanted ripercorre un po’ tutti i cliché dello slasher-thriller utilizzando in particolare uno stile che riprende un po’ il vecchio modo di fare cinema d’orrore, quello che alterna l’atmosfera alla violenza bruta, tipico degli anni ’70. E se in questo approccio iniziale possiamo riscontare una preoccupante aria di déjà-vu, spezzata solamente dalla caratterizzazione sopra le righe della protagonista (una ragazza acqua e sapone tutta casa e chiesa, realmente religiosa e casta), nella seconda parte Babysitter Wanted assume una sterzata che non solo ridefinisce la tipologia di genere a cui il film può essere assimilato, ma riesce anche a gestire con efficacia i tempi e i topoi dell’horror.
Diciamo che il cambio di prospettiva che il film intraprende intorno al quarantesimo minuto non è una gran sorpresa, dal momento che nella prima parte si sottolinea in modo fin troppo evidente quanto sospetto la divisione dei ruoli, ma ciò che riesce a stupire è sul “cosa” potrà virare il ribaltamento, una soluzione anomala e per certi versi originale che riesce a mescolare con funzionalità due filoni dell’horror che difficilmente riescono a incontrarsi.
Lo stile asciutto e vecchia scuola adottato da Barnes e Manasseri è unito a un ritmo che nella seconda parte si fa decisamente incalzante, con l’intento – riuscito – di non lasciare un attimo di tregua allo spettatore. In Babysitter Wanted c’è perfino spazio per una scena torture porn da manuale: una macellazione ai danni di una povera ragazza che non mancherà di fare la felicità dei fanatici del gore. Solamente nel finale si può intravedere qualche lungaggine di troppo che poteva benissimo essere evitata, soprattutto per coerenza d’intenti nell’omaggiare le pellicole degli anni ’70, che avevano la caratteristica di risparmiare metri di pellicola soprattutto nelle ultime scene, riuscendo anche ad imprimersi con più efficacia e durezza nelle menti degli spettatori.
Buone le interpretazioni degli attori, dalla protagonista Sarah Thompson (Broklyn’s Finest, Cruel Intentions 2), perfettamente calata nella parte, a Bruce Thomas (Fuga nella giungla, Libera uscita) e Kristen Dalton (Jack Reacher – La prova decisiva, The Departed) nei ruoli dei coniugi Stanton. Nel ruolo dello sceriffo Dinelli compare anche l’icona horror Bill Moseley.
Babysitter Wanted è dunque un film horror fresco e ritmato, non esente da difetti ma sicuramente uno dei prodotti migliori giunti dall’underground statunitense nel primo decennio dei duemila.
Roberto Giacomelli
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