Bla Bla Baby, la recensione
A quarantacinque anni, dopo una vita spesa a rincorrere il successo ma con scarsi risultati, Luca lavora come bidello nell’asilo riservato ai dipendenti della prestigiosa azienda hi-tech Green Light. Ogni giorno per Luca è un vero inferno: bambini che non fanno altro che piangere, altri che fanno i capricci, ci sono quelli che spariscono improvvisamente e chi, invece, non farebbe altro che mangiare. Una sera come tante, tornato a casa esausto dal lavoro, Luca si abbuffa di omogeneizzato alla platessa. Un cibo sicuramente innocuo se non fosse che, come scoprirà da un servizio al TG, a causa di una pericolosa contaminazione chimica quei precisi omogeneizzati alla platessa sono stati ritirati dal mercato. Ma per Luca è ormai troppo tardi. Dopo una notte trascorsa tra lancinanti dolori intestinali, l’uomo torna a lavoro e subito scopre di aver sviluppato improbabili poteri: riesce a comunicare perfettamente con i bambini piccoli dell’asilo nido, decifrando alla perfezione ogni loro vagito. Luca capisce presto che la cosa più saggia da fare è utilizzare il suo “superpotere” per conquistare il cuore di una bella mamma di cui è innamorato. Ma siccome da grandi poteri derivano grandi responsabilità, Luca sarà costretto ad entrare in azione – con l’aiuto dei bambini – quando scoprirà che negli uffici aziendali c’è qualcuno che sta pianificando un diabolico piano per far fallire la Green Light.
Lo avevamo lasciato nel 2020 con La mia banda suona il pop, divertente ma sgangherata commedia approdata nelle sale quando i cinema – e con essi tutto il mondo – non sapevano ancora a cosa sarebbero andati in contro di lì a poche settimane (era fine febbraio e non era stato ancora proclamato lo stato d’emergenza a seguito della pandemia da covid-19).
Dopo un’inevitabile pausa durata due anni, adesso il prolifico regista e sceneggiatore Fausto Brizzi torna alla ribalta con una nuova e bizzarra commedia confermando, ancora una volta, l’alleanza produttiva con la Eliseo Entertainment di Luca Barbareschi che lo sostiene sin dai tempi del simpatico (ma dimenticabile) Modalità aereo.
Lo diciamo subito senza girarci troppo attorno: Bla Bla Baby non è un film perfettamente riuscito, ha tantissime ingenuità narrative e leggerezze nella messa in scena, eppure ha il grandissimo merito di offrire al pubblico uno spettacolo differente dalla solita commedia all’italiana. Un film diverso per il nostro mercato, che individua questa sua “diversità” non solo in elementi intrinseci alla storia narrata ma proprio nella natura del film stesso.
Da sempre, infatti, il mercato cinematografico italiano si è posto in una posizione di assoluta indifferenza verso il pubblico di giovanissimi. Quello dei bambini, per dirla in parole povere. I più piccoli – e di conseguenza le famiglie – non sono un pubblico a cui la nostra industria cinematografica sembra interessata a guardare. Infatti, tolti i recentissimi successi rappresentati dai film dei Me contro Te (che non a caso si sono rivelati dei fenomeni da botteghino), il cinema italiano non produce film destinati ad un pubblico di bambini. Come a voler sventolare una preventiva bandiera bianca nei confronti di quella Hollywood a cui deve essere lasciato il monopolio dell’intrattenimento cinematografico per i più piccoli.
E questo, come è facile intuire, è solo uno dei macro-problemi che affliggono la nostra filiera produttiva.
Fausto Brizzi sembra averlo colto questo problema. Procede dunque alla realizzazione di una commedia decisamente fuori dai nostri schemi, si tiene stretto il linguaggio pop così come i buoni sentimenti ma cambia direzione sul mood generale e sul suo pubblico di riferimento. Confeziona un vero e proprio family film, un unicum all’interno della sua attuale filmografia. E sotto questo aspetto, Bla Bla Baby funziona alla grande perché riesce ad essere una commedia molto nelle corde di Brizzi ma, al tempo stesso, capace di essere declinata (realmente!) al cinema d’intrattenimento per bambini.
Ne viene fuori un film bilanciato molto bene che riesce ad intrattenere il pubblico adulto, quello dei genitori a cui è rivolto anche il delizioso ma non banale messaggio di fondo, ma anche a creare continue situazioni colorate e da cartone animato che indubbiamente potranno divertire quel pubblico che va dai sei ai dodici anni.
Con Bla Bla Baby il regista di Notte prima degli esami coglie la palla al balzo per portare avanti un discorso iniziato sin dai suoi esordi dietro la macchina da presa, un attento disquisire attorno a tutta quella cultura pop dei nostri anni con un inevitabile occhio di riguardo nei confronti degli intramontabili anni Ottanta e primi anni Novanta (decenni al quale tutti i film di Brizzi guardano, in un modo o nell’altro).
Con un concept del genere e soprattutto con un protagonista del genere, un bidello, ovvero l’ultimo degli ultimi all’interno della tecnologica Green Light, era inevitabile che Brizzi – da sempre dichiaratosi amante dei fumetti – non ne approfittasse per portare il discorso dalle parti dei moderni cinecomics. E così l’omogeneizzato alla platessa diventa per Luca l’equivalente del ragno radioattivo di Spider-Man. Ovviamente Bla Bla Baby non ha un approccio serioso al mondo supereroistico e quindi non fa altro che giocare con i codici dei cinecomics, all’occorrenza parodizzandoli (come la simpatica sequenza che ci mostra il mutare del DNA dopo aver ingerito l’omogeneizzato), perché il fine ultimo da raggiungere resta pur sempre quello di mantenere un linguaggio a portata di bambino.
Ma in Bla Bla Baby quel pop a cui abbiamo più volte accennato non si limita solo all’universo supereroistico a cui il film guarda con prepotenza. No. Passando per un’immancabile citazione alla serie spagnola di successo La casa di carta, è ancora una volta con il cinema degli anni 80 e della prima metà degli anni 90 che Brizzi intende confrontarsi maggiormente. Bla Bla Baby è chiaramente un film che trae spunto da certe commedie per famiglie che si producevano in America in quegli anni, film come Senti chi parla, Mamma ho perso l’aereo o Baby Birba, commedie leggere e divertenti che prevedevano spesso una buffa sottotrama crime o da spy story utile a rendere la vicenda ancora più paradossale e surreale. Ed infatti è quello che accade anche in Bla Bla Baby, con l’improvvisa nascita di una sottotrama “thriller” nel momento in cui il film sembra aver imboccato la strada della rom-com.
Un ulteriore elemento che contribuisce a rendere innovativo questo nuovo film di Brizzi nei riguardi del cinema italiano è l’utilizzo assolutamente interessante che viene fatto degli effetti digitali. A sorpresa, infatti, Bla Bla Baby si rivela essere una piccola commedia capace di fare larghissimo impiego di VFX che, mai come in questo caso, vengono utilizzati in modo narrativo. Si ricorre di continuo alla computer graphic per animare i volti dei bambini durante le moltissime scene di dialogo ma, in molte situazioni, si ricorre ai VFX anche per ricreare in toto i bambini. E il risultato è abbastanza lodevole, va ammesso. Certo, in alcuni casi l’artificio digitale sui volti dei bambini si lascia sgamare ma considerando il mood da cartoon che ammanta l’intera opera è un problema sul quale si può tranquillamente soprassedere.
Come sempre accade nei film di Fausto Brizzi, il cast è popolato da volti noti e notissimi al grande pubblico. Il protagonista della situazione, ovvero il bidello sfigato ma in realtà belloccio che dovrà imparare a gestire il suo superpotere è un convincente Alessandro Preziosi al quale si affiancano Matilde Gioli, Cristiano Cacciamo, Massimo De Lorenzo e Maria Di Biase. In ruoli minori anche Nicolas Vaporidis, Nina Torresi, Nico Di Renzo e Fabrizio Nardi (meglio noti come Pablo e Pedro).
Insomma, pur non essendo il film che stavamo aspettando Bla Bla Baby va considerata un’operazione riuscita nonché il più interessante tra i film che Brizzi ha realizzato da quando ha interrotto la collaborazione con Warner Bros per iniziare quella con Barbareschi.
Ovviamente è un film che va preso per quello che è, ovvero una simpatica commedia che molto spesso assume i toni e la complessità di un cartone animato per bambini. E come tale deve essere giudicato, perché se si cerca una commedia di spessore o dagli snodi narrativi verosimili si è completamente fuori strada.
Giuliano Giacomelli
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