Buio, la recensione
Apocalisse, isolamento domestico. Un mondo che va a rotoli e l’unico modo per sopravvivere è rifugiarsi nella propria abitazione, insieme agli affetti famigliari che, però, non possiamo scegliere.
Questo è un po’ il mood narrativo di Buio, opera prima di Emanuela Rossi, già nota come attrice e ora anche regista e sceneggiatrice.
Presentato nella sezione Panorama Italia di Alice nella città 2019, sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema di Roma, Buio è un approccio molto personale al genere fantascientifico con quell’aplomb minimalista che spesso ha premiato questo tipo di operazioni. Con molti debiti verso 10 Cloverfield Lane di Dan Trachtenberg e Right at You Door di Chris Gorak, ma curiosamente vicino anche al quasi contemporaneo The Nest – Il nido di Roberto De Feo, Buio si destreggia con efficacia tra la fantascienza e il thriller/horror, rimanendo però fermamente ancorato a suggestioni drammatiche che, a tratti, ne limitano la portata immaginifica. Perché se ha un difetto il bel film di Emanuela Rossi è la convenzionalità.
In un mondo messo in ginocchio da un’apocalisse climatica che ha alterato gli equilibri del pianeta, reso instabile da una tempesta solare, gli esseri umani vivono segregati in casa come le tre sorelle Stella, Luce e Aria, orfane di madre e chiuse in casa con il severo padre che periodicamente esce bardato per procurare i viveri utili al fabbisogno giornaliero della sua famiglia. Finché una sera il papà non torna a casa e Stella, la più grande delle tre sorelle, decide di uscire per andarlo a cercare e affrontare l’apocalisse termica.
Suddiviso in capitoli – ognuno accompagnato dai disegni di Nicoletta Ceccoli – Buio ci immerge in una situazione che, fatalmente, somiglia molto a quella che stiamo vivendo in questi primi mesi del 2020 funestati dalla presenza del nuovo Coronavirus. Ma ad Emanuela Rossi e al co-sceneggiatore Claudio Corbucci, in realtà, non interessa l’apocalisse, la catastrofe, ma l’orrore si sviluppa da un punto di vista introspettivo corrodendo, pian piano, l’esistenza dei personaggi che popolano la vecchia villa alle porte della campagna piemontese.
Buio è, di fatto, la storia di un coming of age, percorriamo la crescita della protagonista diciassettenne inquadrandola nel momento di massimo desiderio di libertà, una libertà che le viene negata per forza di cose dalla realtà che sta vivendo. Ma questa negazione è legata a un doppio intricato filo perché all’impossibilità di vivere la sua adolescenza, si aggiunge un clima famigliare fortemente repressivo, con un padre-padrone tanto premuroso e amorevole quanto severo, castrante e ambiguo nei comportamenti. Stella, che ha il volto della bravissima Denise Tantucci, ha dentro di sé tanta responsabilità – che esterna prendendosi cura delle sorelline – e allo stesso tempo una carica di ribellione che esplode quando mette per la prima volta dopo tanto tempo piede fuori dalla casa/prigione. È da questo momento che Buio perde di efficacia, quando abbandona quel senso di mistero claustrofobico e scopre le carte, mettendo la protagonista direttamente in contatto con la realtà esterna.
Nella sua seconda metà, il film della Rossi si assesta su equilibri di convenzionalità narrativa e, pur rimanendo un dignitosissimo thriller/drama, prende una strada meno ispirata del suo prologo. È chiarissima l’ambizione di denuncia sociale, che tratta il tema delicato dell’abuso, ma il modo come si innesta nel racconto, con tanto di identificazione di un villain, appare un po’ goffa e non trova nei personaggi quella motivazione forte che sarebbe stata richiesta in sede di sceneggiatura.
A fine visione rimane comunque un senso di generale appagamento e la sensazione di aver visto un buon film, molto diverso da quello che generalmente viene prodotto in Italia.
Buio è il primo film a beneficiare della distribuzione direct to video sulla piattaforma virtuale di MyMovies.it grazie al coinvolgimento degli Esercenti Cinematografici (più di 80 sale in tutta Italia hanno aderito), che potranno invitare il pubblico alla visione in VOD attraverso le proprie mailing list con link personalizzati per ciascun cinema. Il prezzo per la visione sarà di euro 4,90 acquistabile direttamente sul sito del distributore. Il film sarà visibile in anteprima live il 7 maggio alle 21:00 con la partecipazione della regista (e un numero limitato di posti prenotabili) e poi in VOD dall’8 al 21 maggio.
Roberto Giacomelli
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