Cattivissimo Me 2, la recensione
Gru si è ormai lasciato alle spalle la sua carriera da super cattivo per diventare a tempo pieno un super papà, visto il grande impegno che richiedono le sue tre figlie adottive Margo, Edith e Agnes. Nel frattempo Gru ha trasformato i suoi laboratori da istituti di ricerca per armi distruttive e piani criminali in un’azienda di produzione di marmellose, delle “orribili” marmellate fatte con tutti i frutti alla cui produzione impiega i suoi fedeli Minion. Ma un giorno Gru, in quanto ex cattivo, viene contattato dall’agente speciale Lucy Wilde che lo porta negli uffici di un’organizzazione segreta impegnata nel combattere il crimine, impegnata alla ricerca di un misterioso super criminale che ha rubato una pozione pericolosissima che ha il potere di trasformare in terribili mostri anche gli esseri più mansueti. Seppur con qualche perplessità, Gru accetta la missione che consiste nello scovare il criminale e far saltare il suo terribile piano. E per la missione Gru sarà assistito proprio dall’agente Wilde.
Cattivissimo Me era un film d’animazione anticonvenzionale per essere datato 2010 dal momento che in un’epoca di cartoon che strizzano l’occhio quasi più al pubblico adulto, come possono esserlo quasi tutti i prodotti Pixar e certe produzioni post Shrek di grandi studios, si cercava di ricondurre il genere nelle mani dei più piccoli. E la formula del duo francese Pierre Coffin e Chris Renaud funzionò a meraviglia, facendo si che Cattivissimo Me incassasse la bellezza di 540 milioni di dollari in tutto il mondo, tanto che riuscì a piazzarsi nella top 10 dei film d’animazione più remunerativi della storia del cinema. Da qui a un tentativo di bissare (se non superare) i numeri del prototipo con un sequel il passo è stato brevissimo e Cattivissimo Me 2 è entrato subito in cantiere.
Con lo stesso team alle spalle, che comprende anche gli sceneggiatori Ken Daurio e Cinco Paul, Cattivissimo Me 2 mantiene intatta la formula del precedente: quindi si tratta di intrattenimento a misura di bambino, con un maggiore spazio dato alle mascotte del film, ovvero i gialli e buffi Minion, e l’aggiunta di un personaggio femminile che serve ad innescare una love story per l’arcigno Gru. Paradossalmente la collaudatissima formula funziona meglio che nel primo capitolo, dal momento che si nota una maggiore cura a livello di sceneggiatura e una spettacolarizzazione della messa in scena che accentua l’aura da blockbuster che il film precedente non aveva.
Il soggetto di questo sequel si prefigge di ricalcare quello del primo film, con un super cattivo che ha un piano diabolico e Gru che, suo malgrado, deve impedirlo, con l’aggravante che allo stesso tempo deve gestire le sue tre figlie adottive. Solo che in questo caso possiamo notare uno sviluppo più complesso della sceneggiatura, con l’introduzione del bel personaggio Lucy Wilde e la sotto storia che vede Gru costretto dalle sue figlie e dall’invadente vicina di casa a cercarsi una fidanzata. Molti dialoghi sono ben scritti e mutuati dalla slapstick comedy e allo stesso tempo non manca qualche gag più audace per lo standard di questo franchise, che serve ad avvicinare timidamente Cattivissimo Me 2 a quei cartoon che tentano la carta del politicamente scorretto, pur non volendo mai realmente seguire quella strada. Per lo più, comunque, le gag del film sono molto fisiche, andando così a sottolineare l’intento di colpire soprattutto un target di bambini che accettano con maggiore propensione quel tipo di comicità da scivolone sulla buccia di banana.
Anche stavolta le scene più riuscite sono quelle che riguardano Gru e le sue figlie (anche se la cena “romantica” del protagonista con la biondona siliconata è uno dei picchi del film), ovvero quei momenti che mettono allo scoperto i sentimenti e la dimensione umana del nostro ormai ex cattivo, in particolare l’interazione con la piccola Agnes è sempre sinonimo di tenerissima ironia.
Ottimo l’uso del 3D, intelligentemente sfruttato sia per la profondità che per frequenti effetti di rilievo, così da divertire anche in questo caso i più piccoli con quell’effetto ludico che stranamente troviamo sempre troppo raramente nella stereoscopia dei cartoon.
Una menzione speciale va al doppiaggio italiano, molto curato e affidato a Max Giusti, che come nel primo film da voce a Gru, e Arisa, adattissima per prestare voce a Lucy Wilde. Ma il vero lavoro di classe lo compie Neri Marcorè, irriconoscibile nel cattivo El Macho, dando prova di essere un interprete completamente al servizio del lavoro che sta svolgendo.
Insomma, ribadisco che Cattivissimo Me 2, così come il primo, è un cartoon molto più adatto a un pubblico di bambini e quindi gli adulti potrebbero sbuffare di tanto in tanto, ma si notano una cura tecnica e di sceneggiatura che sicuramente valorizzano un prodotto che sa far meglio del suo predecessore.
Roberto Giacomelli
PRO | CONTRO |
|
|
Lascia un commento