Colpi di fortuna, la recensione

Piero (Paolo Kessisoglu) è innamorato della tabaccaia Barbara ma non ha il coraggio di dichiararsi e non sa che lei sta con il suo migliore amico e collega, Mario (Luca Bizzarri). Quando Piero vince con i soldi messi anche da Mario il primo premio al lotto, viene a sapere che Barbara ha un altro uomo e così passa una notte brava all’insegna dello sballo totale. Il biglietto va perduto e lui non ricorda che cosa abbia fatto durante quella notte. Piero cerca allora di ricostruire con l’aiuto di Mario la sua “notte da leone” per ritrovare il biglietto vincente.

Gabriele Brunelli (Christian De Sica) deve concludere un affare con un commerciante mongolo e per far ciò ha bisogno di un interprete, così viene chiamato Bernardo Fossa (Francesco Mandelli). Ma c’è un problema: Brunelli è molto superstizioso e Fossa è un noto iettatore…

L’ex coreografo Felice Mammola (Lillo) scopre di aver ereditato da un padre che non sapeva di avere un fratello, Walter (Greg). Ma Walter è completamente matto! Nonostante ciò, Felice decide di prendersi cura di lui pur di non farlo rinchiudere in un istituto psichiatrico, ma la convivenza con Walter sarà molto difficoltosa.

Se l’anno scorso il tradizionale “cinepanettone” prodotto da Aurelio De Laurentiis con Colpi di fulmine interrompeva una formula ormai più che decennale, dal momento che cambiava struttura ed eliminava l’ambientazione vacanziera che ormai si ripeteva ininterrotta dal 2001 dopo il grandissimo successo di Merry Christmas, quest’anno si replica con Colpi di fortuna. Team simile a quello di Colpi di fulmine, titolo che fornisce chiaramente un collegamento, struttura a tre episodi separati lì dove erano due nel film dello scorso anno e completa decontestualizzazione natalizia, sostituita da un tema unico portante che è la “fortuna”. Insomma, dopo i vari Natale a… ora è il tempo di Colpi di… .

Ma diciamo subito che quest’anno non si è ripetuto il “miracolo” del 2012. Se Colpi di fulmine era riuscito con efficacia a svecchiare la logora formula del cinepanettone grazie alla netta separazione episodica e all’inserimento nel cast di due veri talenti della comicità come Lillo & Greg e della bravissima Anna Foglietta (e infatti Colpi di fulmine è soprattutto il loro episodio, visto che quello con Christian De Sica risultava piuttosto dimenticabile), Colpi di fortuna ne è solo la sbiadita copia, un film poco divertente e chiaramente realizzato con l’acceleratore.

La cosa più evidente guardando Colpi di fortuna è che non c’erano idee: ben quattro sceneggiatori – Neri Parenti, Domenico Saverni, Alessandro Bencivenni e Volfango De Biase – per buttare giù tre storielle esili e poco frizzanti che sanno decisamente di già visto. L’episodio di apertura, quello con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Fatima Trotta, è piatto, manca totalmente di situazioni divertenti e/o comiche e si limita ad essere una sorta di remake non dichiarato di Una notte da leoni. Luca e Paolo sono bravi ma sembrano non avere la giusta alchimia in questo film e trovate autocelebrative come Luca che scende le scale scivolando tragicamente sul corrimano (citazione che Parenti dai suoi Fantozzi) o i cammei dei giocatori del Napoli (sfizio che si è voluto togliere il presidente De Laurentiis) suscitano quasi tristezza piuttosto che divertimento.

Christian De Sica vittima della sfiga al fianco dello iettatore Francesco Mandelli

Christian De Sica vittima della sfiga al fianco dello iettatore Francesco Mandelli

Poi c’è l’episodio con Christian De Sica e Francesco Mandelli che è l’unico dei tre ad utilizzare davvero il tema della fortuna/sfortuna andando a far centrale il tradizionale espediente della superstizione. In un paio di occasioni si ride grazie al tipico temperamento di Christian De Sica che fa della battuta volgare un liberatorio momento di risata, qui servita su un piatto d’argento dalle incomprensioni linguistiche generate dal bizzarro modo di parlare del personaggio interpretato da Mandelli. Dei tre episodi questo è quello più apertamente comico e più vicino a ritmi e battute dei cinepanettoni “classici” e proprio per questo tutto sa di vecchio, di già visto. De Sica fa De Sica, Mandelli propone l’ennesimo “mostriciattolo” alla Soliti idioti, si scade nel demenziale e si tirano in ballo escrementi e barzellette dal doppio senso di natura sessuale.

Per chiudere, i nuovi cavalli da battaglia di casa De Laurentiis, ovvero i mattatori Lillo & Greg. Indubbiamente anche stavolta il loro è l’episodio più riuscito, grazie a quel modo surreale di servire le gag e alla perfetta alchimia che palesemente c’è tra i due. Comunque anche quest’ultimo episodio non fila liscio del tutto e ad alcune trovate geniali come la storia delle maniglie e del non contraddire, o l’esilarante scena nel treno, si nota una certa sfilacciatura nella trama con troppe ripetizioni (la gag dello schiaffo alla decima volta decisamente non fa più ridere) e un uso poco amalgamato nel contesto di alcuni noti sketch del duo (si veda la scena del “filicondo angusto”).

Neri Parenti ci mette dentro il suo solido mestiere, ma il film davvero è evanescente e troppo poco divertente per dirsi riuscito.

Roberto Giacomelli

 

PRO CONTRO
  • Un bel cast che si discosta da quelli noti nei cinepanettoni.
  • L’episodio con Lillo & Greg strappa diverse risate.
  • Nel complesso poco divertente.
  • L’episodio con Luca e Paolo è fiacchissimo.
  • Troppe gag riciclate dal passato.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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