Controra – House of Shadows, la recensione

Leo è un italiano emigrato in Irlanda da anni e vive a Dublino con la sua compagna, Megan. Una sera, l’uomo riceve la triste notizia della morte di suo zio Domenico, un potente Monsignore della Chiesa Cattolica, che si prepara a ricevere il titolo di beato a seguito di alcuni miracoli che sembra aver compiuto in vita nella piccola comunità pugliese in cui esercitava. Tornato in paese dopo anni e accompagnato dalla sua compagna, Leo si rincontra con suo fratello Nicola, ora parroco del paese, per sistemare l’inaspettata eredità, compreso l’antico palazzo nel quale ha vissuto lo zio. Mentre Leo provvede a sistemare le questioni ereditarie e riprende i contatti con vecchi amici e parenti, Megan rimane chiusa nelle ore più calde del giorno all’interno del vecchio maniero. Qui entrerà in contatto con una strana presenza che la condurrà a far luce su un mistero irrisolto legato alla famiglia di Leo e, in modo particolare, alla beatificazione del Monsignore Domenico.

Ma chi lo ha stabilito che i fantasmi arrivano sempre di notte? Quando ci troviamo in un luogo a noi poco familiare e sopraggiunge il buio siamo sempre condizionati da questa innata paura di spegnere la luce e lasciarci avvolgere dall’oscurità: ad ogni piccolo ed insignificante rumorino, tendiamo a farci assalire da quell’angosciante sensazione che ci sia qualcuno lì con noi che però non vediamo. Semplici fattori culturali, si sa, perché nel Sud Italia, in modo specifico in Puglia, la notte dormono sereni…ma è quando c’è la luce, invece, che hanno paura. La chiamano “controra” quella parte del giorno quando il sole è allo zenit e rende invivibili gli ambienti esterni. Si parla di “controra” soprattutto nei periodi estivi, in quelle calde giornate afose in cui la mente si indebolisce, quando la calura diventa insopportabile e gli adulti terrorizzano i bambini, per impedir loro di uscire, con racconti di paura che vedono le anime dei morti aggirarsi tra i vivi. È durante la “controra”, dunque, che l’aldilà cerca di comunicare con noi; è durante la “controra” che arrivano i demoni meridiani.

Megan prende familiarità con l'abitazione di famiglia di Leo

Megan prende familiarità con l’abitazione di famiglia di Leo

Proprio sulla base di quest’antica leggenda popolare pugliese nasce Controra – House of Shadows, opera prima della regista Rossella De Venuto, che fino ad ora aveva avuto modo di maturare nel mondo del cinema come aiuto regia, sceneggiatrice e realizzando alcuni cortometraggi. Pur non essendo esente da pecche, il lavoro svolto dalla De Venuto si lascia sicuramente apprezzare senza difficoltà grazie alla professionalità con il quale è stato realizzato il tutto, tanto che Controra rappresenta uno degli esempi più felici di cinema thriller-horror made in Italy di questi ultimi anni. Che il folklore popolare eserciti una particolare influenza sul cinema di genere italiano è cosa ormai risaputa e, partendo dal capolavoro di Brunello Rondi Il Demonio, sono tanti i film che hanno attinto ad antiche leggende del contado, tramandate di generazione in generazione, per portare sul grande schermo storie di orrore e di pura paura. Il film di Rossella De Venuto riesce a giocare molto bene con l’elemento folkloristico utilizzando il punto di vista di un “forestiero”, Megan ancor più di Leo, che si trova catapultata in una terra del tutto estranea e sicuramente poco ospitale.

In perfetta tradizione italiana, il paesino in cui si svolge l’intera vicenda viene dipinto come una comunità chiusa, fortemente bigotta e superstiziosa, molto ancorata alle proprie tradizioni e di conseguenza piuttosto retrograda, poco disposta a condividere gli avvenimenti con le persone che non sono del luogo, a sostegno del vecchio proverbio “i panni sporchi si lavano in casa”. Durante la visione del film, infatti, è piuttosto impossibile non far balzare la mente a vecchi capolavori del cinema horror italiano dall’enorme valore antropologico come La casa dalla finestre che ridono o Non si sevizia un paperino. Ma oltre a questi due titoli, ciò che veramente torna alla memoria sono i primi film del cineasta friulano Lorenzo Bianchini (in particolar modo Custodes Beastiae) o l’horror ultra-indipendente La Progenie del Diavolo, datato 2009 e diretto da Giacomelli e Giovenga, con il quale Controra condivide molte e strane somiglianze.

Una delle inquietanti presenze che infestano la quotidianità di Megan

Una delle inquietanti presenze che infestano la quotidianità di Megan

Il film gode di una buona costruzione e la sceneggiatura, che solitamente rappresenta il maggior punto debole nel cinema (non solo indipendente) italiano, qui si difende abbastanza bene. Ovviamente non mancano espedienti facili. Tutto il discorso che ruota attorno alla beatificazione del Monsignore Domenico appare esageratamente approssimativo e l’indagine di Padre Von Galen (interpretato da un Ray Lovelock da tempo lontano dal cinema) è del tutto inutile ai fini dell’intreccio narrativo. Benché rappresenti la chiave di volta del film, inoltre, appare gestita non troppo bene la componente soprannaturale, tanto da risultare un pochino pretestuosa ed intrusa all’interno di un film che, con buone probabilità, ne avrebbe guadagnato restando maggiormente ancorato alla dimensione da thriller.

Buona la prova attoriale. Nei panni della protagonista troviamo l’irlandese Fiona Glascott (la serie tv Jericho), mentre nei panni del compagno Leo c’è Pietro Ragusa (La vita facile, Cha Cha Cha). A completare il cast, tra gli altri, il già citato Lovelock e Federico Castelluccio (la serie tv I Soprano), nei panni del parroco del paese nonché fratello di Leo.

Pur se con diversi piccoli problemi e con qualche ingenuità, Controra rappresenta un valido esempio di cinema italiano di genere. Un buon esordio nel lungometraggio per Rossella De Venuto che, si spera, possa regalarci in futuro altri interessanti film del terrore.

 Giuliano Giacomelli

Pro Contro
  • Un thriller-horror confezionato in maniera professionale e con una bella storia a carico.
  • Pur se con qualche difetto, il film vanta una buona costruzione che esplode in un finale ben architettato.
  • Buona la prova attoriale.
  • L’horror antropologico ha sempre il suo fascino.
  • Qualche ingenuità nella scrittura.
  • La componente horror appare un po’ intrusa in un film che avrebbe funzionato meglio restando sui binari del thriller.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Controra - House of Shadows, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.