Dalla Spagna con Orrore: il meglio del cinema horror spagnolo contemporaneo su Rai4
Dal 20 di marzo, per quattro mercoledì, la prima serata di Rai4 sarà segnata dal miglior cinema horror spagnolo d’autore. Quattro film di recentissima produzione, tra i quali prime visioni e prime visioni assolute, comporranno il ciclo Dalla Spagna con orrore con una selezione di titoli a firma di veri maestri della scena contemporanea del genere come Jaume Balagueró, Paco Plaza e Álex de la Iglesia.
Si apre con Venus (2022) di Jaume Balagueró, un thriller intriso di soprannaturale in prima visione assoluta che comincia come un crime: la cubista Lucia, stanca dei locali malfamati in cui si esibisce, decide di dare una svolta alla sua vita rubando un borsone di droga al suo capo. In fuga, la ragazza chiede ospitalità a sua sorella Rocio, la quale vive con la figlia in un fatiscente palazzone di periferia denominato Venus. Il maestro dell’horror spagnolo Jaume Balagueró, a cui dobbiamo alcuni dei più riusciti film iberici di genere fantastico degli ultimi decenni, come Nameless, REC, Fragile e Bed Time, scrive e dirige un’inquietante storia di orrori cosmici e stregoneria, condita con alcuni elementi crime; riconoscibile anche la firma produttiva di un altro peso massimo del fantastico spagnolo contemporaneo, Álex de la Iglesia, che aggiunge quella nota di eccesso e grottesco tipica del suo cinema.
Il ciclo prosegue mercoledì 27 marzo con La abuela – Legami di sangue (2021) di Paco Plaza, regista della saga cult REC, dell’inquietante Veronica e del recentissimo Sorella Morte. La giovane modella in ascesa Susana si vede improvvisamente costretta a tornare a Madrid per accudire sua nonna Pilar che ha avuto un ictus. Più passano i giorni più Susana si rende conto che Pilar manifesta un comportamento inquietante che non sembra strettamente connesso al malore. Cosa nasconde quell’anziana donna e cosa vive nel suo fatiscente appartamento? La abuela – Legami di sangue è stato premiato come miglior film al prestigioso Festival internazionale del film fantastico di Gérardmer e candidato a due Premi Goya.
Ad aprile sarà invece programmato in prima visione il dark thriller La maledizione del cuculo (2023) di Mar Targarona, già autore dell’inquietante body-horror Dos e produttore di cult come The Orphanage, Con gli occhi dell’assassino e Il silenzio della città bianca. La coppia spagnola Marc e Anna, intenzionata a staccare la spina dalla solita routine durante la gravidanza, decide di trascorrere le vacanze in Germania nell’appartamento di Hans e Olga, una coppia di pensionati conosciuta su una app di home-swapping, che a sua volta soggiornerà nella loro casa di Barcellona. Inizialmente tutto sembra procedere bene, finché un’escalation di situazioni sinistre insinua in Marc e Anna il sospetto che i due anziani abbiano un diabolico piano che in qualche modo li coinvolge… Favola nera che gioca sull’ambiguità dei personaggi e sulla paranoia in un crescendo di orrore che irrimediabilmente richiama alla mente dello spettatore il capolavoro di Roman Polanski Rosemary’s Baby.
A chiudere il ciclo sarà Veneciafrenia – Follia e morte a Venezia (2021), il nuovo imperdibile incubo di Álex de la Iglesia, regista di cult come El dia de la bestia, La ballata dell’odio e dell’amore e Le streghe son tornate, che Rai4 propone in prima visione assoluta. Ambientato a Venezia, il film ci racconta la terrificante avventura di Isa e i suoi amici, che dalla Spagna vanno di passare le vacanze in Italia, in una delle città più belle del mondo. Ma i veneziani sono letteralmente in rivolta contro il turismo massivo che affligge la loro città e il gruppo di Isa finirà al centro di un vero e proprio gioco al massacro. La suggestiva ambientazione lagunare fa da sfondo a un survival-thriller che unisce l’ironia grottesca tipica dello stile di de la Iglesia con una storia che affonda le radici in misteriosi rituali e nel folklore restituendo una visione cinica, dissacrante e divertente dell’ospitalità italiana…decisamente lontana dalla solarità per cui siamo noti in tutto il mondo.
A cura di Roberto Giacomelli
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