Desktop, il nuovo corto di Michele Pastrello

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim’ancora che i corpi si vedano. Generalmente, essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.”

Con questa frase tratta dal romanzo di Paulo Coelho Undici minuti, si apre Desktop, il nuovo cortometraggio di Michele Pastrello, regista veneto che negli anni ha collezionato un ragguardevole numero di apprezzamenti e premi per le sue opere. Se solitamente Pastrello ha esplorato il “genere”, con  Desktop siamo nei territori della sperimentazione, sia narrativa che strutturale. Pur mantenendo una narrazione che abbia un senso compiuto e utilizzando il linguaggio vicino all’esperienza spettatoriale classica, a questo giro Pastrello racconta con senso della minimalità – di tempistiche e situazioni – una condizione umana universalmente condivisa: la solitudine.

Non fatevi ingannare dalla citazione d’apertura, assolutamente calzante se decontestualizzata, ma lontana dal racconto diversamente sentimentale di Coelho. Desktop ci descrive due mondi che vivono di contrasti. Sulle note di un tema dai richiami vagamente morriconiani, seguiamo la quotidianità di due individui, un uomo e una donna. I due vivono realtà differenti e lontane: lui si muove in un contesto naturale, un luogo di montagna, tra la neve; lei è in un contesto metropolitano, un appartamento. Da una parte c’è l’esaltazione dell’ambiente selvaggio, visibilmente ostile, così com’è avvolto dalla Natura che domina sulla civiltà: l’uomo si muove con difficoltà sulla neve, al freddo, impegnato nelle azioni tipiche del sopravvivere lì dove non esistono agi e comfort. Però si respira un’aria di rilassatezza, di pace, quasi una soddisfazione data dall’avvicinamento al proprio “io”. Dall’altra c’è la routine che tutti noi conosciamo: sveglia, doccia, lavoro. La donna si muove in uno spazio familiare, è discreta ed elegante come la società chiede a una persona “inserita” e, potremmo dire, in carriera. Un altro esempio di raggiungimento di uno stato di soddisfazione ottimale, anche se profondamente differente dal precedente.

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Uomo/donna, Natura/metropoli, disagio/comfort, libertà/dipendenza.

Un racconto che si muove su piani chiaramente antitetici, ma che conduce a una riflessione comune, quella solitudine di cui si parlava. Una solitudine differente, più fisica e forse volontaria quella dell’uomo, più concettuale e dettata dalla routine quella della donna; due stati che trovano comunque un punto di incontro non solo tematico. E per portare a una conclusione – che conclusiva non è – il suo discorso, Michele Pastrello aggiunge quel tocco di personalità “di genere” che l’ha distinto nelle opere passate.

Desktop non c’entra nulla con lo psico-thriller di Nella mia mente, ne con il revenge-movie di 32 o il fanta-paranoico Ultracorpo, ne tanto meno con il bodycount action di InHuman Resouces. Desktop è altro, ma la matrice comune si percepisce e quel tocco fantasy ne è la conferma ultima.

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Splendidamente fotografato da Mattia Gri, Daniele Serio e lo stesso Pastrello e inserito in scenografie che alternano la bellezza degli scenari naturali alla cura degli ambienti interni, Desktop non ha parole, i due personaggi sono come in balia degli eventi e non emettono alcun suono, ma sono guidati dalla musica. Va poi riconosciuto, ancora una volta, l’ottimo intuito del regista nella scelta dei volti che popolano i suoi film, che qui rispondono al nome di Stefano Negrelli e Viviana Leoni, particolarmente espressivi e padroni di una scena che fino all’ultimo è difficile da inquadrare.

Desktop sarà presentato all’edizione 2014 del Fantafestival di Roma e distribuito gratuitamente on line sulle pagine di un portale d’informazione.

Roberto Giacomelli

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One Response to Desktop, il nuovo corto di Michele Pastrello

  1. Matt 12 ha detto:

    Il video non è affatto male, anzi! Gli attori così così, però. Forse sulla loro prestazione il regista non ha avuto il totale controllo…

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