Fuck You, Prof! 2, la recensione

Nel 2013 in Germania si è creato un piccolo caso cinematografico attorno all’irriverente Fuck You, Prof!, commedia politicamente scorretta d’ambientazione scolastica che metteva al centro della storia un criminale che si fingeva professore di una scuola dove è nascosto il suo bottino… con tutte le disastrose conseguenze del caso. Quel film, che si faceva forte dell’ottima prova attoriale di Elyas M’Barek, fu capace di incassare la ragguardevole cifra di 60 milioni di euro solo in Germania (quasi 80 milioni nel mondo) e piazzandosi al quarto posto dei film più visti di sempre oltr’Alpe. Inevitabile un sequel e, come a volte capita, i risultati al botteghino sono stati anche maggiori, grazie a 61 milioni di euro incassati in Germania in sole 10 settimane e il balzo al secondo posto dei film più visti.

Numeri importanti per una commedia senza pretese e neanche troppo originale (qualcuno ha detto School of Rock? Qualcuno pensa a Da ladro a poliziotto?), ma che aveva il merito di mantenere il ritmo sempre altissimo, di portare in scena attori adatti e riuscire a far sorridere in molte occasioni.

Fuck You, Prof! 2 prova a bissare la formula ma palesemente non riesce a viaggiare sui medesimi livelli di qualità, pur posizionandosi quel gradino al di sopra della media delle commedie dello stesso tenore.

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L’idea del regista e sceneggiatore Bora Dagtekin è di rimanere strettamente legato all’ambiente scolastico pur cercando di non ripetersi e così nasce l’intelligente trovata di mandare la più disastrata classe del Goethe Institute in gita!

Il criminale Zeki Muller continua ad esercitare abusivamente la professione di insegnate presso la scuola superiore Goethe, si è fidanzato con la collega Lisi e vive da lei. L’opportunità per abbandonare l’insegnamento e rimettersi in affari arriva quando un suo ex socio in affari gli lascia un sacchetto di diamanti, che lui nasconde in un peluche dentro casa. Ma caso vuole che Lisi metta quel peluche tra gli oggetti da donare in beneficienza: a quel punto Zeki si mette sulle tracce del pupazzo e scopre che è finito in Thailandia, così si propone volontario per accompagnare la sua classe in gita proprio in quel luogo. Il viaggio non sarà dei più tranquilli e alla classe di scalmanati da gestire, Zeki dovrà aggiungere la rivalità verso il collega Hauke che per guadagnare il punteggio più alto che consenta alla sua scuola il gemellaggio con la Thailandia farà di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alla classe del Goethe.

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Puntando tutto sulla simpatia del protagonista, Fuck You, Prof! 2 decide di mettere Elyas M’Barek al centro della scena lasciando più sullo sfondo la bella e simpatica Karoline Herfurth, che con un espediente viene esclusa dalla gita scolastica. A questo punto, scalzato il “pericolo” della commedia di stampo romantico, il film si incentra completamente sui tentativi di Zeki di recuperare il malloppo, ma la sua classe di perfetti idioti gli renderà l’operazione più complicata del previsto. Tra scherzi ai danni di un ragazzo con la sindrome di Asperger, finti rapimenti, improbabili campeggi e la volgarissima (ma esilarante) gag della pallina da ping pong nella vagina, Fuck You, Prof! 2 trova pure il tempo di imbastire una sottotrama che pesca nel sociale con i cosiddetti “figli delle onde”, gli orfani causati dallo tsunami del 2004.

In confronto al suo predecessore, però, Fuck You, Prof! 2 non riesce a mantenere la freschezza narrativa per tutta la sua durata: le quasi due ore si fanno sentire, non tutte le gag vanno a segno e la voglia di emulare lo stile della commedia americana riesce a non essere un pregio quando la battuta cerca la risata quasi sempre sull’imbarazzo e l’umiliazione altrui.

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Il grande successo potrebbe portare la saga a un numero 3, il che non ci dispiacerebbe perché il team funziona e il cast è simpatico, però sarebbe il caso di diminuire il fracasso e utilizzare la cifra del politicamente scorretto per graffiare e non solo per mettere in croce quatto battute a sfondo sessuale.

Come si direbbe a scuola: “Il ragazzo è intelligente, però non si applica!”.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Gli attori sono bravi, soprattutto gli adulti.
  • Diverse gag vanno a segno.
  • Volontà di non ripetersi.
  • Cerca l’imitazione della commedia americana di più bassa lega.
  • Troppe gag non vanno a segno.
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