Gretel e Hansel, la recensione

Sappiamo che l’opera omnia dei fratelli Grimm è ricca di macabro e crudeltà, favole più adatte a far accapponare la pelle che a lanciare moniti verso i più piccoli, spesso addolcite e rimaneggiate dalla tradizione scritta e orale per adattarsi più naturalmente alla sensibilità dei più piccoli. Tra tutte, quella che forse rimane la più spaventosa ancora oggi è Hänsel e Gretel, pubblicata per la prima volta a inizio ‘800 e ricavata dai due fratelli, con ogni probabilità, da un testo risalente all’epoca medievale. Non è un caso, infatti, se proprio Hänsel e Gretel ha dato il là ad adattamenti cinematografici che abbracciassero, in via preferenziale, il genere horror, linguaggio che maggiormente e più naturalmente si adatta alla storia dei fratellini vittima della strega cannibale.

Adattato al cinema fin dai suoi albori (la prima versione ufficiale è un corto del 1897!), Hänsel e Gretel è stato spesso al centro di film live action e d’animazione, passando perfino tra le mani di Tim Burton nel 1982, fino a una vera e propria riscoperta horror negli ultimi anni con il film coreano diretto da Yim Pil-sung nel 2007 fino al teen-horror con contaminazioni comedy Hansel e Gretel e la strega della foresta nera (2013), passando per la versione fanta-action Hansel & Gretel: Cacciatori di streghe (2013) di Tommy Wirkola e il suo inevitabile mockbuster targato The Asylum e diretto da Anthony C. Ferrante (quello di Sharknado!) lo stesso anno. Eppure, nonostante i molti adattamenti e le diverse declinazioni di genere, mancava una versione di Hänsel e Gretel che facesse davvero paura e che abbracciasse l’horror puro… almeno fino ad oggi e al personalissimo adattamento di Osgood Perkins, Gretel e Hansel.

Gretel e Hansel

Immerso in un passato misterioso su cui aleggiano magia e superstizione, il film scritto e diretto da Osgood – noto come Oz – Perkins racconta la tremenda vicenda di Gretel e Hansel: lei sorella maggiore e responsabile, appena adolescente, lui bambino coraggioso e volenteroso che dall’oggi al domani si trovano a vagare nei boschi perché cacciati di casa dall’esasperata madre. Rimasti orfani di padre, infatti, Gretel tenta come può di contribuire all’economia famigliare ma l’ingaggio come domestica da parte di un vecchio pedofilo la fa desistere con la conseguenza della cacciata dalla casa materna per reale mancanza di cibo. I due si avventurano alla ricerca di un’occupazione, di un posto dove alloggiare e, dopo alcune disavventure e l’incontro con un cacciatore, si imbattono in una strana casa isolata tra gli alberi da cui è possibile scorgere, dalla finestra, una tavola imbandita. Hansel si intrufola nell’abitazione e viene sorpreso dalla padrona di casa, un’anziana dal fare gentile che invita ad entrare anche Gretel. I giorni passano, i due bambini rimangono ospiti della donna, coccolati con cibo, un comodo letto e vestiti puliti, in cambio fanno dei servizi per la signora e Gretel comincia ad apprendere la lei l’arte di comunicare con la Natura. Ma dietro quella gentilezza e il cibo sempre abbondante si nasconde un segreto raccapricciante.

Gretel e Hansel

A differenza dei precedenti adattamenti “classici” della favola dei Grimm, Perkins modifica la prospettiva sulla vicenda. Innanzitutto, la strega e la magia sono al centro di tutto, non semplice villain ma personaggio tragico con un background ben preciso e una storia che ha radici ben lontane, in una superstizione sempre più avvolgente e condizionante. Poi, come fa intuire il titolo stesso, la donna è la vera protagonista del film: Gretel, con la sua caparbietà, un senso di responsabilità non appartenente ai comuni adolescenti, la forza di volontà, la predisposizione mentale all’(extra)ordinario. La magia, in fin dei conti, è donna, si sa e il film di Perkins scava nel profondo del femmineo per spiegare la stretta connessione tra la donna e la stregoneria, una forma di potere osteggiato che si fa metafora della rivincita femminile.

Ovviamente non manca una particolare attenzione per l’iconografia horror, con il sottotesto del cannibalismo, immagini macabre, una spruzzata di gore e atmosfere spettrali che puntano tantissimo alla suggestione scenografica. E proprio sulla scenografia e la costruzione dell’immagine presta particolare attenzione il regista, con uno stile letteralmente geometrico, inquadrature calibrate fino al maniacale e una propensione alla forma triangolare, in quanto ulteriore simbolo della donna.

Gretel e Hansel

La bellissima fotografia di Galo Olivares, che predilige l’illuminazione della candela e conferisce buona parte dell’atmosfera negli interni, si unisce a una regia davvero elegante e personale, fortemente iconografica, a tratti citazionista (c’è qualcosa di Jodorowsky) che conferma il talento di Oz Perkins, figlio d’arte (suo padre è Anthony Perkins, grande attore noto anche per aver interpretato Norman Bates in Psycho) e già regista di February – L’innocenza del Male (2015) e del bizzarro horror Netflix Sono la bella creatura che vive in questa casa (2016). Cast minimal che comprende, nei ruoli principali, la brava Sophia Lillis di It – Capitolo Uno nel ruolo di Gretel e Alice Krige di Silent Hill e I Sonnambuli in quello della Strega.

Legato alla nuova corrente del cinema horror autoriale che ha come rappresentati Ari Aster (Hereditary e Midsommar) e Robert Eggers (The VVitch, The Lighthouse), Gretel e Hansel è un horror suggestivo e capace di prestarsi a più chiavi di lettura, sicuramente indicato a chi dal cinema dell’orrore non chiede solo sbudellamenti e urla.

Gretel e Hansel

Gretel e Hansel, inizialmente previsto in sala per il 2 aprile 2020, è stato spostato a causa dell’emergenza sanitaria da covid-19 a un’uscita al cinema il 19 agosto 2020, distribuito da Koch Media per Midnight Factory, riaprendo di fatto la stagione cinematografica.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • C’è tanta personalità autoriale e si presta a più chiavi di lettura.
  • Sophia Lillis e Alice Krige sono perfette per i ruoli.
  • Suggestivo e spaventoso.
  • Se vi annoia la recente scuola dell’horror autoriale, potete tranquillamente saltare anche Gretel e Hansel.
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