La bella gente, la recensione
Alfredo è un architetto. Susanna è una psicologa pronta a battersi per la tutela delle donne vittima di violenze maschili. Alfredo e Susanna sono marito e moglie, due persone di cultura e con forti ideali alle spalle, vivono a Roma ma trascorrono tutte le estati nella loro spaziosa casa di campagna all’interno di una tenuta privata. Un giorno Susanna, dopo essere andata in paese per fare compere, è testimone, lungo la strada statale, del pestaggio di una giovanissima prostituta da parte di un uomo. Susanna non riesce a dimenticare l’episodio e, complici i suoi forti ideali, decide con l’aiuto di suo marito di salvare quella ragazza. Alfredo e Susanna, in un primo momento con maniere poco ortodosse, riescono a portare via dalla strada Nadja – questa è il nome della prostituta – e l’accolgono in casa loro con l’intento di iniziare un processo di riabilitazione. Ma con l’arrivo di Nadja in casa, tutti gli equilibri e gli ideali di Alfredo e Susanna iniziano a vacillare.
A parere di chi scrive, il cinema di Ivano De Matteo rappresenta il meglio di tutto ciò che l’attuale panorama italiano riesce a produrre. Un cinema duro, indubbiamente “di pancia”, molto attento a quelle che sono le dinamiche e problematiche sociali ma senza quella fastidiosa esigenza – cara a molti autori nostrani – di dover fare morale a tutti i costi. Pur avendo iniziato la sua attività da regista sul finire degli anni novanta, con documentari e cortometraggi, Ivano De Matteo balza agli occhi di tutti solo nel 2012 con il bellissimo e pluripremiato Gli Equilibristi. Due anni dopo torna alla Mostra del Cinema di Venezia con I nostri ragazzi e questa volta, a catturare l’interesse del regista, sono le problematiche e i disagi che gravitano attorno all’ambiguo mondo adolescenziale.
Esce adesso nelle sale La bella gente e verrebbe spontaneo definirlo “il nuovo film di Ivano De Matteo”. Sarebbe però un’affermazione del tutto inesatta dal momento che l’uscita in questione non è altro che un recupero da parte dei nostri celeri distributori. La bella gente, infatti, è il secondo film da regista di De Matteo realizzato nel lontano 2009 e già distribuito – con tanto di successo – in altri Paesi europei come la Francia. Bloccato dalla distribuzione italiana per sei lunghi anni, il film viene finalmente sdoganato anche sul nostro mercato per mano dell’Istituto Luce Cinecittà e grazie ad una dura lotta sostenuta dal regista, con una tenacia ammirevole, per assicurare la giusta sorte ad un suo “vecchio” film nonostante i grandi successi ottenuti con le pellicole successive.
Con La bella gente era già chiara la linea autoriale che avrebbe intrapreso De Matteo negli anni a seguire, tanto che gli ingredienti che hanno saputo contraddistinguere i suoi ultimi due film c’erano già tutti.
Ancora una volta ci troviamo davanti ad un racconto drammatico in cui al centro della narrazione non è posta realmente una vicenda bensì un groviglio di psicologie deviate e contraddittorie, inutilmente complesse e sicuramente false. La storia della prostituta Nadja (interpretata da una brava Victoria Larchenko) e tutto ciò che ne segue è solo il pretesto narrativo per raccontare, in realtà, un aspetto di noi italiani poco raccontato al cinema e che riguarda tutto quel falso e insopportabile perbenismo di tanti italiani che, per muoversi nella direzione del “moralmente giusto”, finiscono solo per farsi sostenitori di atteggiamenti e pensieri ipocriti. Forse a causa di un’eccessiva importanza attribuita all’immagine e a ciò che gli altri pensano di noi, troppo spesso ci si trova nell’inquietante condizione di crearsi una seconda “personalità” che non corrisponde a ciò che davvero siamo ma a ciò che vorremmo essere o, più precisamente, all’immagine che vorremmo dare di noi agli altri. Smarrire il proprio “io” in favore di un “io” alternativo e convenzionale è indubbiamente una cosa alienante ma, purtroppo, sta diventato con sempre maggior frequenza la normalità se si pensa che viviamo in un epoca in cui la vera società è stata fagocitata da social network in cui, i pensieri degli utenti che ne fanno parte, sono troppo spesso finalizzati ad ottenere una lunga lista di consensi (il “mi piace” di facebook) piuttosto che rispecchiare la reale coscienza del pensatore.
In La bella gente è più o meno questo che accade e soprattutto il personaggio di Susanna (la bravissima Monica Guerritore), nella sua semplice complessità, è figlio di questa mentalità ipocrita. Susanna è una donna che lavora tutto l’anno come psicologa e la sua specializzazione sta nella riabilitazione di quelle donne che hanno ricevuto maltrattamenti e soprusi da parte dell’altro sesso. Una femminista, in un certo senso, pronta a battersi sempre e comunque per la tutela delle donne. Tutto questo, però, solo teoricamente o superficialmente perché quando si trova coinvolta in prima persona in una situazione “scomoda” in cui una prostituta entra in contatto con suo marito e suo figlio allora le cose cambiano e i suoi ideali perdono momentaneamente di valore. Non importa se la prostituta non fa nulla di male nei confronti del marito Alfredo o del figlio Giulio, una puttana resta comunque una puttana e come tale finisce per essere trattata, anche da chi a parole si è sempre battuto in favore dei diritti delle donne maltrattate.
Ivano De Matteo, ancora una volta, si dimostra molto abile sia nel muovere la macchina da presa che nella scelta e direzione degli attori. Oltre alle già citate Victoria Larchenko e Monica Guerritore, ritroviamo i bravi Antonio Catania e Elio Germano a cui si aggiungono, in ruoli secondari ma non per questo inferiori, Giorgio Gobbi e Iaia Forte.
Altro elemento tipico del cinema di De Matteo che non può far altro che nobilitare le sue storie è l’utilizzo, al momento giusto e nel posto giusto, di un leggero sottotesto ironico indispensabile a stemperare al meglio situazioni che, altrimenti, sarebbero risultate eccessivamente drammatiche e seriose.
Peccato solamente per qualche ingenuità di scrittura nello sviluppo di alcune dinamiche, come il rapporto irrisolto tra Nadja e i suoi datori di lavoro, ma ad ogni modo La bella gente rimane un ottimo prodotto a conferma del talento di Ivano De Matteo.
Giuliano Giacomelli
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