Living: in DVD la delicatissima e commovente favola umana interpretata da un gigantesco Bill Nighy

Il 2022 si è chiuso con l’uscita nelle sale italiane di Living, una delicatissima e commovente favola umana interpretata da un gigantesco Bill Nighy. Era il 23 dicembre 2022 e il film, portato nelle sale italiane da Lucky Red in accordo con C+C Circuito Cinema, è passato piuttosto inosservato a causa dell’inevitabile scontro al botteghino con i film natalizi che lo scorso anno ha visto fronteggiarsi Avatar – La via dell’acqua di James Cameron, Il grande giorno con Aldo, Giovanni e Giacomo e il successo inaspettato Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Un film estremamente delicato, che forse avrebbe trovato nel pubblico altro tipo d’attenzione se rilasciato nelle nostre sale qualche settimana prima dell’inizio del periodo natalizio, ma che comunque ha potuto far affidamento su una buonissima accoglienza da parte della critica. Presentato in anteprima al Sundance Film Festival per poi approdare – fuori concorso – alla 79ª Mostra Internazionale di Venezia, Living è riuscito a strappare anche due meritatissime candidature agli ultimi Premi Oscar nella sezione miglior attore protagonista (Bill Nighy) e miglior sceneggiatura non originale (Kazuo Ishiguro).

Il film, adesso, arriva finalmente anche sul mercato home video grazie ai canali distributivi di Plaion Pictures ma, inspiegabilmente, solo in edizione DVD.

Di cosa parla Living.

Remake del capolavoro Vivere diretto da Akira Kurosawa nel 1952, Living ripropone la medesima storia prendendo di mira la grigia e sfiancante burocrazia londinese al posto di quella di Tokyo.

Al centro della vicenda troviamo Mr. Williams (lo straordinario Bill Nighy), un uomo ormai anziano e che negli anni è riuscito a diventare una vera figura chiave all’interno dell’intricata e ingessata burocrazia londinese. Le sue giornate scorrono lente, tutte uguali, sempre impegnato dietro la scrivania a leggere carte e compilare scartoffie. Mr. Williams ha un’etica lavorativa molto rigorosa e dunque, conscio che al fine di un normale funzionamento del sistema burocratico ognuno deve saper stare al suo posto, si preoccupa di fare strettamente il suo. Nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che la sua posizione richiede. Un giorno, a seguito di alcuni esami medici di routine, Mr. Williams scopre di avere un cancro incurabile e che ormai gli restano pochi giorni di vita. Senza scomporsi più di tanto, come suo solito, Mr. Williams capisce che è arrivato il momento di spingersi oltre la rigida burocrazia. È finalmente giunto il momento di andare oltre i propri incarichi di lavoro, prendere a cuore un progetto e dare finalmente un senso alla sua vita. Sperando, se possibile, di lasciare negli altri anche un bel ricordo di sé.

Un giudizio critico.

Non è semplice tirare fuori qualcosa di notevole ed apprezzabile quando si va a scomodare una pietra miliare del cinema come Vivere di Akira Kurosawa. E quindi, già solo per la temerarietà ostentata (che potremmo anche leggere come spavalderia, perché no?!), Living meriterebbe un plauso a prescindere. La verità, invece, è che dobbiamo proprio toglierci il cappello davanti al film – un po’ come suggerisce di fare il protagonista ammirando il manifesto dell’opera – per la bontà e per l’intelligenza con la quale è condotta tutta l’operazione.

Alla regia troviamo lo scrittore e regista sudafricano Oliver Hermanus (The Endless River, Moffie) che, sin dai suggestivi titoli di testa, dimostra d’aver colto la (forse) unica prospettiva giusta in cui poteva essere ri-raccontata una storia del genere. La scelta è dunque quella di ambientare la storia nel 1952 (l’anno del film originale), in una Londra che è uscita di recente dalla ricostruzione dell’Inghilterra a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Perciò una città che sente ancora il trauma bellico alle spalle, schiacciata da una pesantezza d’animo notevole, in cui gli adulti temono di esporsi troppo ma i giovani sono carichi di sogni e speranze.

La scelta d’ambientare la vicenda nel 1952 non rimane circoscritta alla narrazione, si riflette fortemente anche sulla messa in scena e in questo vive la seconda intuizione vincente di Hermanus che decide di girare Living quasi come fosse davvero un film degli anni ’50. Dunque, c’è il ricorso ad un aspect ratio che è qualcosa di più dell’ormai inflazionato 4:3 ma che rifiuta il 16:9, dunque un interessante formato 1.48:1., il tutto raccontato attraverso una ritmica narrativa molto compassata (come lo è lo stile di vita di Mr. Williams) ed una fotografia stupenda – firmata da Jamie D. Ramsay – che rievoca moltissimo un certo gusto vintage.

Certo, va da sé che la visione del film necessita di una certa predisposizione nei confronti di un racconto molto rilassato e poco incline alle narrazioni frenetiche e ultra-stimolanti dell’epoca moderna, ma è proprio qui che risiede il vero valore del film. È proprio sotto questo preciso aspetto che Living riesce ad essere un film al passo con i tempi, nonostante la messa in scena e l’ambientazione storica, ma anche un film necessario che riesce ad aggiungere una doppia lettura metacinematografica al capolavoro di Kurosawa.

Si, perché guardando Living sembra quasi che Oliver Hermanus voglia farci riflettere alla stessa maniera di Mr. Williams. Allo spettatore moderno viene chiesto di rallentare, sedersi un secondo e riflettere con la propria testa, staccare la spina da quest’ingerente e ultra-accelerata società moderna per immergersi in una storia d’altri tempi che ci ricorda quelle che dovrebbero essere davvero le nostre priorità nella vita. I sogni, le speranze e le ambizioni che ci rendono realmente degli esseri umani.

Se lo si analizza ed osserva anche sotto questo punto di vista, Living si rivela un autentico gioiello capace persino di strappare una o più lacrime durante il delicatissimo finale. E quindi chapeau ad Oliver Hermanus!

L’edizione DVD di Living.

Lucky Red, servendosi dei sempre validi canali distributivi di Plaion Pictures, porta finalmente sul mercato home video Living dopo un tempo d’attesa particolarmente lungo (quasi un anno dopo la sua uscita italiana). E purtroppo dobbiamo affermare che tanta attesa non è stata giustamente ripagata. Anzi, tutt’altro. Il film viene distribuito solamente su supporto standard DVD negando perciò l’alta definizione ad un film che vive di messa in scena. E questa è una cosa molto grave, sia nei confronti dell’opera che verso i fruitori del supporto fisico (negare l’alta definizione ad un film moderno, nel 2023, è davvero una scelta priva di senso).

Dunque, dobbiamo necessariamente accontentarci di un supporto fisico che restituisce un’immagine sicuramente ben contrastata e nitida (per quanto possa esserlo un DVD) ma purtroppo debole sotto il profilo del dettaglio visivo, soprattutto durante le molteplici sequenze a illuminazione ridotta. Inutile dire che tutto questo sottrae potenza espressiva alla già citata fotografia di Jamie D. Ramsay. Il reparto sonoro, invece, si difende piuttosto bene e restituisce un ascolto Dolby Digital 5.1 sia per la versione originale (inglese) che per quella doppiata in italiano.

Tra i contenuti speciali troviamo il trailer del film e le interviste agli attori Bill Nighy (8 minuti), Aimee-Lou Wood (10 minuti), Tom Burke (6 minuti), al regista Oliver Hermanus (10 minuti) e allo sceneggiatore Kazuo Ishiguro (12 minuti).

Giuliano Giacomelli

LIVING di Oliver Hermanus

Label: Plaion Pictures e Lucky Red

Formato: DVD

Video: 16/9  1.48:1

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1, Inglese Dolby Digital 5.1

Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti

Extra: Intervista a Bill Nighy, Intervista a Aimee-Lou Wood, Intrevista a Kazuo Ishiguro, Intervista a Oliver Hermanus, Intervista a Tom Burke, Trailer

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