Mortdecai, la recensione

Con una carriera trentennale sulle spalle che comprende una sessantina di film da attore e uno da regista e sceneggiatore, Johnny Depp è indubbiamente una delle star di Hollywood più iconiche, amate e carismatiche attualmente sulla piazza. Una notorietà che ha raggiunto l’apice nel 2003, quando con il primo film della saga Pirati dei Caraibi ha dato all’immaginario collettivo il personaggio di Jack Sparrow… momento che però ha rappresentato anche l’inizio della discesa di Johnny Depp. Perché da attore sfaccettato quale era pre Jack Sparrow, si è improvvisamente trasformato in una macchietta, il che ha influito irrimediabilmente su tutta la sua carriera successiva.

Il dato strano è che questo ha portato anche a una diminuzione della popolarità dell’attore, che improvvisamente non è più stato sinonimo di garanzia di successo al botteghino, anche con film di un certo peso, come possono essere stati The Lone Ranger e Transcendence, che anzi si sono rivelati dei sonori flop. Insuccessi a cui oggi si aggiunge anche Mortdecai, commedia d’azione anche prodotta da Depp che traspone sul grande schermo il primo dei quattro libri di Kyril Bonfiglioli incentrati sulla figura del mercante d’arte Charlie Mortdecai.

Al di là del successo che ha avuto o meno ai botteghini internazionali, Mortdecai, a conti fatti, com’è?

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Il film diretto da David Koepp, che ricordiamo innanzitutto come sceneggiatore di Jurassic Park, Carlito’s Way e Mission: Impossible e poi come regista di Echi Mortali e Secret Window (anche questo con Johnny Depp), si fa forte di una sceneggiatura solida, pregna di dialoghi brillanti e sagace ironia, scritta da Eric Aronson. La storia non particolarmente innovativa ne troppo interessante passa in secondo piano e il ritmo indiavolato, scandito da personaggi bizzarri e ben scritti, fa da padrone.

Si racconta di un quadro di Goya rubato e di come questo desti l’interesse di molte persone, visto che – si dice – sul retro della tela sia inciso il codice del conto in banca di un generale nazista. L’ispettore di Scotland Yard Martland si rivolge all’ex compagno di college, nonché avversario in amore, Charlie Mortdecai, ricco mercante d’arte e di opere rubate, quindi ben noto alla legge, con la speranza di ricevere una dritta su come recuperare il dipinto. Ma in molti tentano di mettere la mani sul Goya intercettando Mortdecai, anche a costo della sua incolumità!

Koepp, giocando anche con carrellate geografiche digitali e altre invenzioni registiche che danno uno stile moderno all’opera, punta soprattutto sui personaggi, costantemente sopra le righe e vero motore di tutta la storia. Gli intrecci tra Mortdecai, sua moglie Johanna e l’ispettore Martland, oppure tra Mortdecai e la sua guardia del corpo Jock, o ancora i mille intrighi d’affari che il mercante tiene in piedi con malavitosi di diversa etnia, fanno di Mortdecai un film vivace e mai noioso.

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Ovviamente molto contribuiscono gli attori coinvolti e se Ewan McGregor è forse sottotono nei panni del rancoroso ispettore di polizia, Johnny Depp è un mattatore assoluto, che gigioneggia e si fa padrone della scena di continuo. Peccato che, anche in questo caso, rimanga imprigionato nel suo personaggio, facendo mossette e smorfie che troppo ricordano l’ormai petulante modus agendi del suo celebre pirata, ma tant’è, se si riesce a sorvolate su questo (non da poco) dato, non si può fare a meno di divertirsi. Anche perché molte sono le gag riuscite, a cominciare dall’ossessione per i baffi del protagonista e della repulsione che provocano in sua moglie, interpretata da Gwyneth Paltrow, con tanto di tormentone del “conato di riflesso” che non mancherà di strappare più di una risata.

Ma la vera rivelazione è Paul Bettany che interpreta Jock, la monolitica guardia del corpo di Mortdecai, sciupafemmine tanto sfortunato sul lavoro quando fedele al suo padrone, pronto a rimetterci parti anatomiche pur di fare il suo bene.

Mortdecai è una farsa, curatissimo nella messa in scena e con un look un po’ retrò, come se si trattasse di una serie inglese anni ’60. Lo humour anche è tipicamente british, solo la concitazione del ritmo svela la sua nazionalità, facendone un prodotto tipico della Hollywood contemporanea. Ma comunque farsa rimane.

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ritmo indiavolato.
  • Ottimi dialoghi e personaggi ben caratterizzati.
  • Molte gag vanno a segno.
  • La storia di base è banalotta e poco interessante.
  • Depp fa Jack Sparrow per l’ennesima volta.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Mortdecai, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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