Natale a Londra – Dio salvi la Regina, la recensione

Il panorama cinematografico natalizio di Casa Nostra è popolato ormai da diversi decenni dalla commedia popolare, quella che riesce a portare al cinema anche chi i film li va a vedere in sala una volta l’anno, quasi più per un rituale che per il reale interesse verso un’opera. Questa devozione è stata resa periodica dalla formula ormai classicissima del Cinepanettone, nato in casa De Laurentiis a inizio anni ’80 e reso seriale nei ’90 con alcuni dei più importanti incassi cinematografici della storia italiana. Oggi che il periodo delle “strenne” è affollato di produzioni italiane che si fanno stupidamente concorrenza e per lo più guardano proprio a quella tradizione che oggi, senza rimorsi, possiamo definire vecchia, proprio chi quel rituale l’ha introdotto guarda giustamente oltre.

A tal proposito, indipendentemente dalla qualità dei film, bisogna fare i complimenti ad Aurelio e Luigi De Laurentiis che con la loro Filmauro sono riusciti a rinnovarsi, a scrollarsi di dosso una struttura filmica spremuta fino all’osso e mettere da parte volti e trame che non avevano davvero più nulla di dire e che, paradossalmente, vengono ancora sfruttate dai concorrenti.

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Quest’anno il Cinepanettone d.o.c. si chiama Natale a Londra – Dio salvi la Regina e malgrado il titolo “vacanziero” ammicchi ai più rodati successi natalizi Filmauro, siamo nel territorio dei due precedenti film della “saga”, ovvero Un Natale Stupefacente e Natale col Boss. Non a caso la regia è ancora una volta affidata al buon Volfango De Biasi e i ruoli principali sono ricoperti dai sempre efficaci Lillo & Greg.

Erminio e Prisco sono due fratelli, rampolli di una nota famiglia criminale romana: il primo non è tagliato per la carriera nel crimine e, anche se ce la mette tutta, risulta impacciato e incapace di farsi rispettare; il secondo è invece un criminale perfetto… o almeno lo era, fino a quando un’incarcerazione lo ha misteriosamente trasformato in un boyscout. L’occasione per tornare in pista viene loro offerta da una trasferta londinese dove devono recuperare un’ingente somma di denaro da un loro creditore, il ristoratore Barone. Quest’ultimo, però, è sul lastrico, prosciugato dai debiti di gioco e deve dei soldi al boss criminale Mike The Hammer. Il caso vuole che Barone, Erminio e Prisco debbano unire le forze per trovare i soldi che servono a saldare il debito e per far ciò coinvolgono la figlia di Barone, Anita, e il giovane chef del loro locale, Vanni, in un colpo impossibile: rapire i cani della Regina Elisabetta e chiedere un riscatto!

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Un po’ come accadeva in Natale col Boss, anche Natale a Londra ha una struttura corale che innesca la storia dal duo Lillo & Greg, improbabili fratelli nella finzione, per andare poi a coinvolgere molti altri personaggi che, nella perfetta tradizione del Cinepanettone, stanno a rappresentare le varie zone territoriali italiane, con una insolita carenza della quota nordica. Nel ricco pamphlet, oltre ai due comici romani che sono ormai garanzia di simpatia e comicità, si distinguono in particolare Nino Frassica, che interpreta U’ Barone, ristoratore col vizio del gioco d’azzardo e dalla spiccata dialettica non-sense (la comicità di Frassica funziona sempre!) ed Enrico Guarnieri, tanto teatro alle spalle e un ruolo di rilievo anche in Natale col Boss, che qui interpreta O’ Mago, truffatore dalle spiccate doti da prestigiatore. Tutto il resto è un po’ macchietta e con alterna efficacia ben si incastra in una trama più articolata del solito. Vanni ha il volto dell’habitué della commedia natalizia Paolo Ruffini, timidamente innamorato del suo capo, la figlia del Barone, Anita, che ha il volto di Eleonora Giovanardi, già vista in Quo vado?. Poi ci sono Monica Lima ed Enzo Iuppariello, in arte Arteteca, “creature” di Made in Sud e forti del successo (tutto partenopeo) di Vita, Cuore, Battito, qui arruolati probabilmente in corsa e impegnati a interpretare altri due ristoratori italiani a Londra proprietari di una cagnolina che ha fatto breccia nel cuore dei corgi di Sua Maestà.

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Natale a Londra ha ritmo, non tutte le battute vanno a segno e fa meno ridere dei precedenti cinepanettoni con Lillo & Greg, ma sa divertire e senza dubbio va apprezzata la voglia da parte di De Biasi e del suo team di sceneggiatori di fare film veri, non commedie costruite da sketch e situazioni viste e riviste ma trame articolate e palesemente pensate.

Si tratta di cinema popolare, estremamente semplice e capace di parlare a un pubblico di bocca buona, ma è anche l’esempio migliore e più onesto di questo tipo di prodotti.

Natale a Londra fa simpatia e viene voglia di difenderlo a spada tratta.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • In barba alla massificazione del Cinepanettone, Natale a Londra è un vero film, con trama e personaggi che non ripetono un prototipo già sfruttato.
  • Diverte e gli artisti coinvolti sono simpatici.
  • Ha meno situazioni più genuinamente comiche dei precedenti cinepanettoni del nuovo corso.
  • Gli Arteteca risultano narrativamente (e figurativamente) un po’ intrusi.
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