Non è un paese per giovani, la recensione

È ormai un fatto risaputo che lo stato di crisi in cui versa il nostro paese ha costretto tanti giovani tra i venti e trent’anni a trasferirsi all’estero per cercare un futuro migliore e mettere a frutto in ambito lavorativo le conoscenze acquisite nel corso del lungo percorso di studi universitari. E non è neanche una novità che il cinema italiano, e in particolare la commedia, da sempre molto legata al contesto socio–culturale che la circonda, abbia la tendenza a raccontare tale fenomeno e a offrire così uno spaccato di un’epoca. L’ultimo titolo, in ordine temporale, appartenente a questo filone è Non è un paese per giovani, nuovo film di Giovanni Veronesi, nel quale viene raccontata l’avventura di due giovani italiani che si recano a Cuba in cerca di fortuna. Le buone intenzioni, però, lasciano subito spazio ad una pellicola che tratta un argomento così nobile complesso con un approccio semplicistico e uno sviluppo approssimativo.

Sandro e Luciano lavorano come camerieri in un ristorante, ma entrambi coltivano sogni più grandi: Sandro è un aspirante scrittore, mentre Luciano ha tante idee in testa, ma uno spirito tormentato e fragile. Dopo vari ragionamenti, i due si trasferiscono a Cuba per avviare un ristorante italiano nel quale offrire wi-fi gratis a tutti gli abitanti dell’isola. Le cose, però, non vanno secondo i piani e Sandro e Luciano, accompagnati dalla strampalata e pittoresca Nora, vivono esperienze indimenticabili e scoprono una realtà molto diversa da quella immaginata.

L’aspetto che più di ogni altro conta quando si realizza un prodotto di tale contenuto e portata è la capacità di creare empatia con il pubblico attraverso personaggi forti e profondi e una storia credibile che sappia appassionare, divertire ed emozionare allo stesso tempo. In Non è un paesi per giovani, purtroppo, non accade nulla di tutto questo e Veronesi, che del film è anche sceneggiatore insieme a Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara, mette su un plot che non rispecchia nessuno dei canoni sopra elencati. L’intreccio infatti è quanto di più irrealistico possa esserci con situazioni davvero poco credibili, un susseguirsi degli eventi confusionario e raffazzonato in modo da portare per le lunghe l’avventura di questi due protagonisti le cui psicologie sono approfondite per sommi capi e i loro sviluppi narrativi sono telefonati e a tratti grotteschi.

Ciò che ne viene fuori, dunque, è un film meccanico, freddo e molto distante dalla realtà di tutti i giorni e per questo incapace di far immedesimare lo spettatore in personaggi tratteggiati quasi come macchiette ed oltretutto interpretati in maniera poco convincente da Filippo Scicchitano e Giovanni Anzaldo. Le uniche piacevoli note liete, sempre per restare nell’ambito del cast, sono rappresentate dalla brava Sara Serraiocco, a suo agio nei panni della svitata Nora, e Nino Frassica il cui inserimento riesce quantomeno a regalare qualche risata.

Non è un paese per vecchi, in conclusione, è una barca che fa acqua da tutte le parti e di certo non aggiunge niente all’argomento.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • I suggestivi paesaggi cubani.
  • Le buone prove di Sara Serraiocco e la simpatia di Nino Frassica.
  • Sceneggiatura latitante.
  • Storia surreale e poco credibile.
  • Personaggi poco approfonditi e molto deboli.
  • Scarsa capacità di creare empatia col pubblico.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Non è un paese per giovani, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.