Nymphomaniac Vol. I, la recensione

E’ finalmente arrivato nei cinema italiani – fra curiosità e polemiche, aspettative e scetticismo – Nymphomaniac vol. I, prima parte della chiacchieratissima ultima fatica del regista ‘maledetto’ Lars Von Trier. La pellicola, che per circa un anno ha alimentato fantasie, congetture e dibattiti, ha debuttato nelle nostre sale in una versione più corta di 8 minuti rispetto a quella, già censurata, destinata alla distribuzione nelle sale cinematografiche (versione che Von Trier ha autorizzato ma alla cui realizzazione non ha collaborato direttamente). In ogni caso, sembra che, a esser tagliati, siano stati prevalentemente dialoghi, insieme a qualche dettaglio anatomico evidentemente troppo ‘spinto’ per la bacchettona sensibilità italiana.
A dare il via a questo crudo e, a tratti, sconvolgente viaggio nei meandri della psiche della ninfomane Joe (Charlotte Gainsbourg) sono due minuti di schermo nero, che invita il titubante spettatore a raccogliersi e abbandonarsi completamente alla vicenda che sta per essere narrata. E di lì a poco, sulle trascinanti note di Fuhre Mich dei Rammstein, Von Trier catapulta il suo pubblico in un mosaico di squallidi vicoli deserti, in uno dei quali giace inerme una donna malconcia. Lo scapolo Seligman (Stellan Skarsgard) la soccorre, si accerta che stia bene e, infine, la accoglie in casa propria per curare le sue ferite fisiche e morali. E’ in quella spoglia camera da letto che Joe inizierà a raccontare con gelida lucidità la propria storia, dall’infanzia al presente, suddividendola in otto capitoli (di cui 5 presentati in questa prima parte). Agli aneddoti di Joe, che la donna espone senza censure né attenuanti, giudicandosi severamente ma senza l’ombra di autocommiserazione, fanno da costante contrappunto le articolate e audaci riflessioni di Seligman, che traccia parallelismi e intesse elaborate ma plausibili metafore tra le sfrenata fame di sesso della protagonista e sfere tematiche apparentemente agli antipodi, quali la pesca, la geometria o la musica polifonica.

Joe (Charlotte Gainsbourg) racconta a Seligman (Stellan Skarsgard) la propria travagliata storia.

Joe (Charlotte Gainsbourg) racconta a Seligman (Stellan Skarsgard) la propria travagliata storia.

Le aspettative riposte nella pellicola, ovvero che si trattasse di qualcosa di più di un ‘porno d’autore’ finalizzato allo scandalo a tutti i costi, possono dirsi assolutamente soddisfatte. Ci troviamo, infatti, di fronte a un’opera molto più efficace, potente e coinvolgente di quanto si potesse immaginare. Se, da una parte, Nymphomaniac vol. I, prevedibilmente, lascia all’immaginazione poco o nulla delle frequenti scene di sesso (senza tralasciare una galleria, variegata e di gusto non esemplare, di membri maschili), dall’altra, non vi indugia con la pruriginosa insistenza del voyeur. Il film, inoltre, è sostenuto da un solido e brillante impianto narrativo, valide e argute intuizioni e una scrittura elaborata e meticolosa. Non mancano momenti più leggeri, in cui il confine tra umorismo e grottesco diviene incredibilmente labile: ne sono esempi il formidabile monologo di un’incontenibile Uma Thurman nei panni della tradita signora H (capitolo 3) e le congetture tra matematica e performance sessuali inerenti alla prima esperienza di una Joe quindicenne ma affatto ingenua (interpretata dalla longilinea e conturbante Stacy Martin). Non manca qualche eccesso di zelo, come il capitolo, intitolato Delirio, dedicato alla degenza in ospedale del padre di Joe (Christian Slater), girato interamente in uno struggente bianco e nero. Segmento che fallisce nelle seppur evidenti intenzioni di conferire maggiore spessore emotivo all’indole della protagonista, ma che risulta piuttosto discontinuo e fuori posto nell’ambito del percorso di violenta ribellione e sensuale brama di compiacimento della stessa. Non si può negare, tuttavia, che la discontinuità sia una delle cifre stilistiche del film, in linea con la poetica registica di Von Trier, tendente a procedere per accumulo di spunti, concetti e situazioni e improntato alla descrizione di figure femminili incisivamente complesse ed enigmaticamente tormentate.

A tal proposito, la carismatica Charlotte Gainsbourg, pur nella sua totale immobilità (recita prevalentemente seduta o semi sdraiata su un letto), si cimenta in un’interpretazione magnetica, intensa e carica di palpitante mistero. Lo stesso si può dire della giovanissima Stacy Martin: maliziosa e confusa, noncurante dei sentimenti altrui e concentrata esclusivamente sul proprio percorso di donna all’insaziabile ricerca di voluttuoso appagamento (si troverà a gestire, in maniera decisamente singolare, anche una decina di amanti al giorno). Non sempre si riescono a comprendere (e figuriamoci a condividere) a pieno le sue motivazioni, e l’inafferrabilità della protagonista contribuisce a catturare l’attenzione e l’avida curiosità del pubblico, che si domanda spaesato fino a dove la sua fame di esperienze sarà capace di spingersi. Avreste mai pensato, ad esempio, che un sacchetto di cioccolatini potesse diventare lo stendardo e l’ambito trofeo di una spietata competizione a luci rosse, condotta sui vagoni di un treno?

La giovane e ammiccante Joe (Stacy Martin) si compiace della propria abilità nel sedurre gli uomini.

La giovane e ammiccante Joe (Stacy Martin) si compiace della propria abilità nel sedurre gli uomini.

Ma nemmeno Joe, nonostante il suo rifiuto per l’amore, che definisce sprezzante “solo lussuria con un pizzico di gelosia”, si manterrà a lungo immune dall’insidioso sentimento, incarnato nel rude e forte Jerome (Shia Labeouf). Ma proprio quando finalmente passione ed emozioni giungono ad un appassionato coronamento… accade l’impensabile, e il primo volume si conclude, tra la sorpresa e il disorientamento generale. Quali colpi di scena e imprevedibili risvolti riserverà Nymphomaniac vol. II?

Nymphomaniac vol. I, lungi dal rivelarsi uno sterile gioco perverso o un inno alla depravazione fine a se stesso, è una stimolante e pungente avventura sensoriale, che conquista la mente e lo spirito, regalando un ritratto spietato e doloroso di una donna prigioniera della propria natura, fatta di discutibili desideri e pulsioni troppo ingombranti per trovare quiete. Il film è nelle nostre sale dal 3 aprile, distribuito da Good Films. Il secondo volume, arriverà nelle sale cinematografiche il 24 aprile.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • E’ una vicenda torbida e complessa, raccontata con efficacia e lontana dal proposito di creare scandalo ad ogni costo.
  • Performance promosse a pieni voti. Un’Uma Thurman così fuori di testa, non l’avete mai vista!
  • L’impianto tematico e narrativo poggia su audaci e argute intuizioni, offrendo molto su cui riflettere.
  • Qualcuno dei capitoli in cui il volume I è suddiviso appare sottotono rispetto agli altri.
  • Non sempre è semplice immedesimarsi nella protagonista né comprendere a pieno le sue motivazioni.

Se vuoi leggere la recensione di Nymphomaniac Vol. II clicca qui.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Nymphomaniac Vol. I, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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