Odio l’estate, la recensione

Aldo, Giovanni e Giacomo ci erano mancati. Ci era mancata la loro comicità genuina e pulita, i loro tormentoni, le avventure on the road, i caratteri fortemente delineati dei loro personaggi. Ci erano mancati prima che uscisse Odio l’estate ma non perché fossero stati lontani dai riflettori dal momento che al cinema, con una cadenza su per giù di una volta ogni due anni, hanno fatto cartellone, anche se solo per un montaggio cinematografico dei loro spettacoli teatrali (Anplagghed al cinema e Ammutta muddica al cinema). Però non erano gli Aldo, Giovanni e Giacomo che abbiamo amato e con cui siamo cresciuti, avevano perso smalto, idee e sincerità. Da Il cosmo sul comò (2008), primo vero flop del trio, al disastroso Fuga da Reuma Park (2016), forse giusto con l’eccezione del comunque fiacco La banda dei babbi Natale (2010), avevamo dato per spacciati i tre che si sono fatti conoscere i tv con Mai dire gol e invece, un po’ a sorpresa, il loro ritorno sul grande schermo ha il sapore di una rimpatriata nostalgica e piacevolissima.

Recuperato il “loro” regista Massimo Venier, che li ha diretti dagli esordi fino a Tu la conosci Claudia? (2004), loro ultimo bel film, Aldo, Giovanni e Giacomo sono tornati alle origini con un film compatto che racconta l’amicizia di tre caratteri talmente differenti da risultare incredibilmente compatibili e per far questo si affidano a momenti di leggera comicità, umanità, simpatia con quel tono agrodolce che ha caratterizzato i loro film migliori.

odio l'estate

Odio l’estate racconta le vacanze di tre coppie con rispettivi figli che, per un errore dell’agenzia immobiliare, affittano la stessa casa vacanze su un’isola del Mar Tirreno. L’iniziale ostilità e incompatibilità dei caratteri fa presagire una convivenza da incubo, ma le tre famiglie impareranno anche a conoscersi condividendo momenti di difficoltà e divertimento.

Ripercorrendo il modello narrativo che ha decretato il successo di Così è la vita, Chiedimi se sono felice e Tu la conosci Claudia?, Odio l’estate inizia con il racconto di una voce narrante, quella di Aldo, che ci appare come vero punto di vista sull’intera vicenda finché il racconto si fa corale, coinvolgendo non solo Giovanni e Giacomo ma anche le mogli e i figli. Le tre famiglie, nella loro interezza, hanno spazio in egual modo e se le tre mogli, interpretate magnificamente da Maria Di Biase, Carlotta Natoli e Lucia Mascino, diventano effettivamente il contraltare femminile di Aldo, Giovanni e Giacomo, riescono ad appassionare anche le storie dei figli. Ludovico il figlio adottivo, frustrato e viziato, di Giacomo, interpretato dal bravissimo Edoardo Vaino; Salvo (Davide Calgaro), figlio ribelle di Aldo che si prende una cotta per la bella Alessia (Sabrina Martina), figlia modello di Giovanni. Insomma, dinamiche varie che danno occasione alla storia di diramarsi in molte direzioni, con i divertenti siparietti del carabiniere Michele Placido – che odia l’estate, appunto – coinvolgendo perfino Bryan, un cane protagonista di uno dei due momenti in the road del film.

Odio l'estate

Perché, nonostante il film abbia una singola ambientazione e nessuna vocazione episodica, Massimo Venier e gli altri sceneggiatori Michele Pellegrini e Davide Lantieri vogliono evocare in ogni modo il ritorno alle origini cinematografiche del trio e quindi quella dell’on the road diventa una tappa da percorrere, senza farsi mancare alcune autocitazioni che vanno dal coinvolgimento come deus ex machina di un cantante famoso (qui è Massimo Ranieri) alla clamorosa autocitazione da Tre uomini e una gamba della partita sulla spiaggia. Non si tratta di già visto ma di un modo affettuoso per prendere per mano i fan di lunga data e rassicurarli che i loro beniamini sono ancora lì, capaci di farli divertire come un tempo.

Al di là delle risate, evocate da alcune gag molto riuscite, Odio l’estate si caratterizza comunque per un tono crepuscolare molto tenero che si esprime soprattutto nell’ultimo atto, in cui la risata si fa progressivamente sorriso e forse anche lacrima (dipende dalla sensibilità dello spettatore), in un crescendo che ricorda, appunto, le storie con twist che hanno caratterizzato i loro lavori migliori.

Odio l'estate

Odio l’estate non sarà il film più riuscito del trio (a parere di chi scrive rimane Chiedimi se sono felice), ma è un ottimo e graditissimo ritorno a quel tipo di cinema genuino, leggero e garbato che ha decretato il loro successo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo secolo. Un modo per dire: “siamo ancora qui e anche in ottima forma!”.

Odio l’estate è nei cinema dal 30 gennaio distribuito da Medusa Film.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Finalmente un bel film dopo troppi colpi andati a vuoto.
  • Storia che sa alternare il divertimento con una nota malinconica.
  • I comprimari sono tutti bene delineati e ben interpretati.
  • Si, è vero, c’è un senso di déjà-vu generale che potrebbe far storcere il naso a qualcuno.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Odio l'estate, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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