Oscars 2021: come da previsioni ma con almeno una sorpresa!

Nella notte tra il 25 e il 26 aprile si è svolta la cerimonia di premiazione degli Oscar, la 93ª da quando è stato istituito il celebre premio cinematografico americano. Si tratta della prima edizione degli Oscar a svolgersi in regime di emergenza sanitaria dopo la deflagrazione della pandemia da Covid-19 e la cosa ha influito sotto diversi punti di vista, sia sull’organizzazione della serata che sulla selezione dei film. Innanzitutto, la cerimonia si è tenuta all’interno della Union Station di Los Angeles e non nella consueta location del Dolby Theatre, ha ospitato un gruppo selezionatissimo di ospiti solamente tra i candidati ai premi e ha visto sfilare le star su un red carpet più raccolto e con il rispetto del distanziamento sociale.

Come è ormai noto, a trionfare con 3 premi vinti è stato Nomadland che oltre ad aggiudicarsi l’ambita statuetta per il miglior film, ha vinto anche la migliore regia di Chloé Zhao e la migliore performance femminile (da protagonista) di Frances McDormand. Chloé Zhao è la seconda donna a vincere in questa categoria (la prima è stata Kathryn Bigelow nel 2010 per The Hurt Locker) e la prima di origini asiatiche, mentre la McDormand è alla sua terza vittoria dopo Fargo (1997) e Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2018).

Frances McDormand e Chloe Zhao

Una cerimonia decisamente differente dal solito, dal momento che le esibizioni musicali non sono state in diretta e mandate in onda nel pre-show, a intervallare il carpet, inoltre non c’è stato un solo “host” ma ogni categoria è stata presentata da diverse personalità dello spettacolo che hanno poi premiato i vincitori. Infine, è stato anche scardinato il solito ordine dell’assegnazione dei premi con la statuetta alla miglior regia e al miglior film internazionale consegnate tra le prime e la conclusione affidata alla consegna dei premi per miglior attrice e miglior attore, invece che al miglior film che è stato anticipato di due posizioni in scaletta.

Le vittorie, invece, si sono svolte nella quasi totale prevedibilità, ovvero seguendo pedissequamente le previsioni dei bookmakers, con l’eccezione degli ultimi due premi che hanno visto trionfare Frances McDormand per Nomadland invece che la favorita Vanessa Kirby per Pieces of a Woman e Anthony Hopkins per The Father al posto del super favorito Chadwick Boseman. Una vittoria, quest’ultima, che ha sollevato anche qualche polemica in rete visto che la scomparsa dell’attore protagonista di Ma Rainey’s Black Bottom era vista come una garanzia di vittoria (ricordiamo il precedente Heath Ledger) anche solo per un accorato ricordo al talentuoso attore che non c’è più, oltre che un tributo alla comunità ‘black’ americana. Invece, la vittoria di Anthony Hopkins per una performance oggettivamente magnifica, forse la migliore di tutta la sua carriera, ha destabilizzato molti fan del comunque ottimo Boseman. Hopkins non era neanche presente a ritirare il premio, rimasto in Galles per impegni lavorativi, e ha lasciato un messaggio su Instagram spiegando quanto sia stato sorpreso della vittoria e dedicando il suo premio proprio alla memoria di Boseman.

 

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Perfettamente come da aspettative, invece, i premi per i migliori attori non protagonisti assegnati a Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah e Yoon Yeo-jeong per Minari.

Minari, titolo di spicco di questa edizione con 6 nomination, non ha vinto altro, invece Judas and the Black Messiah si è aggiudicato anche l’Oscar alla migliore canzone, andato giustamente a Fight for You di H.E.R.. Una statuetta anche a Promising Young Woman – Una donna promettente, per il quale Emerald Fennell ha vinto il premio alla sceneggiatura originale, due statuette a Mank – che era il film più candidato con 10 nomination – che si è portato a casa la fotografia e le scenografie, due a Ma Rainey’s Black Bottom (trucco/parrucco e costumi) e due anche a Sound of Metal (sonoro e montaggio).

The Father, oltre alla sorpresa per il premio a Hopkins, si è aggiudicato anche l’Oscar alla sceneggiatura non originale andato a Florian Zeller che non era in studio per ritirarlo ma in collegamento da Parigi, invece Soul di Pete Docter ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione e anche come miglior colonna sonora.

Il miglior film internazionale, come previsto, è stato assegnato al danese Un altro giro di Thomas Vinterberg e il regista si è fatto protagonista di uno dei momenti più toccanti della serata quando, durante il discorso, ha dedicato la vittoria alla figlia 19enne scomparsa per un tragico incidente stradale mentre lui stava lavorando al film. Il miglior documentario è andato al bellissimo Il mio amico in fondo al mare di Pippa Ehrlich e James Reed, mentre Tenet ha sbaragliato la concorrenza nella categoria effetti speciali.

Sono rimasti a bocca asciutta, nonostante le numerose candidature ciascuno, Processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin, One Night in Miami di Regina King e Notizie dal mondo di Paul Greengrass.

Di seguito l’elenco completo dei vincitori agli Oscar 2021 con le indicazioni su dove recuperare i film.

MIGLIOR FILM

Nomadland [Al cinema da 29 aprile e su Disney+ dal 30 aprile]

MIGLIOR REGIA

Chloé Zhao (Nomadland)

MIGLIOR ATTORE

Anthony Hopkins (The Father)

MIGLIOR ATTRICE

Frances McDormand (Nomadland)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah) [a noleggio e vedita sulle maggiori piattaforme TVOD]

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Youn Yuh-jung (Minari) [Al cinema dal 26 aprile e dal 5 maggio su Sky]

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

Christopher Hampton e Florian Zeller (The Father)

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE

Emerald Fennell (Una donna promettente)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE

Soul di Pete Docter [Su Disney+ e in home video]

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE

Se succede qualcosa, vi voglio bene – If Anything Happens I Love You di Will McCormack e Michael Govier [Su Netflix]

MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

Un altro giro (Danimarca) di Thomas Vinterberg

MIGLIOR DOCUMENTARIO

Il mio amico in fondo al mare – My Octopus Teacher di Pippa Ehrlich, James Reed [su Netflix]

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO

Colette di Anthony Giacchino

MIGLIOR FOTOGRAFIA

Erik Messerschmidt (Mank) [Su Netflix]

MIGLIOR MONTAGGIO

Mikkel E.G. Nielsen (Sound of Metal)

MIGLIOR SUONO

Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh (Sound of Metal) [Su Amazon Video]

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

Andrew Jackson, Andrew Lockley, Scott R. Fisher, Mike Chambers (Tenet) [Sulle piattaforme TVOD e in home video]

MIGLIORE SCENOGRAFIA

Donald Graham Burt e Jan Pascale (Mank)

MIGLIORI COSTUMI

Ann Roth (Ma Rainey’s Black Bottom) [Su Netflix]

MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURE

Matiki Anoff, Mia Neal, Larry M. Cherry (Ma Rainey’s Black Bottom)

MIGLIORE COLONNA SONORA

Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste (Soul) [Su Disney+ e in home video]

MIGLIOR CANZONE

Fight for You di H.E.R. (Judas and the Black Messiah)

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

Two Distant Strangers di Travon Free e Martin Desmond Roe [Su Netflix]

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