Piccolo corpo e Il Muto di Gallura: in DVD due opere prime che attingono dal folklore regionale italiano

Negli ultimissimi anni il cinema italiano sta compiendo passi importanti, facendo emergere giovani cineasti – anzi, sarebbe più opportuno dire giovani autori – che appaiono sempre più desiderosi di svecchiare un certo apparato produttivo italiano. È nel genere, infatti, che questi nuovi autori decidono di compiere i primi passi e in moltissimi casi lo fanno in modo squisitamente intelligente, coniugando il racconto di genere con tradizioni nostrane (regionali) che ne definiscono il carattere. Ad inizio anno sono arrivate sul grande schermo due pellicole che, meglio di altre, ci aiutano a riflettere su questo binomio: l’acclamato – e bellissimo – Piccolo corpo di Laura Samani e il neo-western sardo Il Muto di Gallura di Matteo Fresi. Entrambi i titoli sono da poche settimane disponibili in DVD grazie ai canali distributivi CG Entertainment.

Senza troppi dubbi al riguardo, possiamo considerare Piccolo corpo di Laura Samani un po’ il film italiano rivelazione di questo 2022.

Dopo esser stato presentato l’anno scorso alla Semaine de la Critique di Cannes, il film della Samani ha intrapreso un percorso festivaliero a dir poco perfetto che lo ha condotto ad essere designato Film della Critica dal sindacato SNCCI, ad essere premiato ai David di Donatello come miglior opera prima fino ad abbracciare, qualche giorno fa, il riconoscimento come miglior esordio ai prestigiosi EFA – European Film Awards (che per intenderci sono gli Oscar europei). Stupisce solo – a parere di chi scrive – che non sia stato proprio Piccolo corpo il film scelto dall’Italia per rappresentare il Paese ai prossimi premi Oscar. Sarebbe stata una scelta molto più sensata e molto più coraggiosa, senza nulla togliere a Mario Martone e al suo “già dimenticato” Nostalgia.

Siamo nell’Italia dei primi del ‘900. Tra il Friuli e la Slovenia. La giovane Agata perde la sua bambina alla nascita. Secondo la tradizione cattolica, non avendo avuto il modo di battezzare la piccola, l’anima della neonata è condannata ad un Limbo eterno. Ma niente è ancora perduto. Agata viene a sapere di un’antica leggenda: a nord, superato il confine con la Slovenia e disperso tra le aspre montagne, esiste un piccolo santuario in cui ai neonati viene offerta la possibilità di tornare in vita per un solo respiro. Quello necessario a ricevere il battesimo. Agata non ha dubbi, costi quel che costi deve raggiungere quel luogo leggendario e sperare che dietro questa diceria possa nascondersi qualcosa di vero. Messo il corpicino di sua figlia in una rude bara di legno pensata per essere trasportata come uno zainetto, Agata intraprende un lunghissimo viaggio alla ricerca di un posto che forse nemmeno esiste.

Che il Friuli Venezia Giulia fosse una terra molto sensibile al cinema di qualità non è certo cosa nuova. Basti pensare ai vari capolavori partoriti da Lorenzo Bianchini (L’angelo dei Muri, Across the River – Oltre il guado), al delicato Easy – Un viaggio facile facile (diretto da Andrea Magnani, regista riminese ma sempre girato in territori friulani) e senza dimenticare l’ormai cult Zoran, il mio nipote scemo del goriziano Matteo Oleotto.

Prodotto dalla friulana Nefertiti Film di Alberto Fasulo e Nadia Trevisan, Piccolo corpo è una bellissima favola che, seppur contestualizzata in un tempo e in uno spazio ben precisi, ci appare come un racconto magico capace di fondere in modo squisito la realtà con il folclore, la storia con le leggende popolari. Supportata da una sceneggiatura tanto asciutta quanto impeccabile (scritta da Marco Borromei, Elisa Dondi e la stessa regista), Laura Samani esordisce sul grande schermo con un’opera di puro realismo magico. Un dramma fiabesco interamente recitato in friulano, capace di cogliere la poesia che risiede nelle location naturali e capace di spiazzare con un finale tanto delicato quanto inatteso.

Piccolo corpo è un’opera che affonda le radici nella nostra cultura (le tradizioni popolari), che sceglie come sipario storico l’inizio del Novecento, eppure riesce a risultare non solo un’opera dal carattere internazionale ma anche un film estremamente moderno. Laura Samani, al pari del suo conterraneo Bianchini che ci ha stupiti quest’anno con l’eccelso (e già citato) L’angelo dei muri, è riuscita lì dove molti altri hanno fallito: realizzare un film d’autore che riesce ad essere, senza forzature, anche un film di genere. Utilizzando il genere come metafora, come espressione artistica più che come narrazione, cavalcando in pieno quelle che sono le regole del moderno cinema d’autore.

Questo è il cinema italiano di cui abbiamo necessariamente bisogno!

Dopo un’uscita nelle sale piuttosto invisibile, e qui potremmo aprire un grande dibattito circa la distribuzione italiana che non riesce a dar valore alle opere più “piccole”, Piccolo corpo approda sul mercato home video con CG Entertainment trovando sfogo nel solo e limitante supporto DVD. Un vero peccato non poter ammirare certe immagini in alta definizione blu-ray. Ma questo è un dramma con cui, purtroppo, dobbiamo cercare di convivere.

Il supporto DVD in questione, tutto sommato, si difende abbastanza bene pur mostrando – inevitabilmente – una carenza importante per ciò che concerne il dettaglio visivo. Il quadro video restituisce un’immagine buona, ma per forza di cose mai perfetta (il DVD è un supporto estremamente limitato, c’è poco da girarci attorno). Buono il reparto audio che prevede una traccia in italiano – anzi in friulano con ausilio di sottotitoli – sia in Dolby Digital 5.1 che Dolby Digital 2.0. Il reparto extra è abbastanza magro e prevede il trailer del film e due scene tagliate dal cut finale (Il ritorno dei pescatori e Lince).

Veniamo adesso al secondo titolo di questo dittico. Decisamente diverso per stile e linguaggio ma molto affine al film di Laura Samani per quella volontà di affrontare una “leggenda” della nostra tradizione popolare utilizzando i dettami di certo cinema di genere.

Prodotto da Fandango di Domenico Procacci e uscito in sala lo scorso marzo dopo esser stato presentato nella sezione ufficiale del 39° Torino Film Festival, Il Muto di Gallura è l’interessante opera prima del gallurese Matteo Fresi che pensa bene di esordire dietro la macchina da presa adattando una leggenda delle sue terre nonché un noto e omonimo romanzo scritto da Enrico Costa nel lontano 1884.

La storia è quella di una faida famigliare, i Vasa e i Mamia, scoppiata a metà dell’Ottocento e capace di protrarsi per una decina d’anni lasciandosi dietro più di 70 vittime. Al centro di questa faida, scoppiata per motivi legati all’orgoglio e all’onore, c’è Bastiano Tansu, conosciuto appunto con il soprannome “Il Muto di Gallura”. Ciò che ammanta la figura del Muto di Gallura ha indubbiamente dell’interessante, essendo senza troppi giri di parole una sorta di Robin Hood all’italiana. Un paragone, quello con il leggendario (anti)eroe britannico, che trova terreno fertile nella sua posizione a metà strada tra storia e leggenda. Bastiano Tansu è un personaggio realmente esistito, su questo non ci sono dubbi, eppure nel tempo le sue gesta sono state così tanto decantate che ad oggi è molto difficile scindere ciò che è reale da ciò che sono state le “gonfiature” legate al passaparola popolano. Ciò che conta, oggi, è che Il Muto di Gallura è considerato uno dei più infallibili sicari (nell’accezione popolare) nella storia italiana, una sorta di Boba Fett che agisce nella Gallura anziché su Tatooine.

Tutto nasce da una festa di fidanzamento, quando le famiglie Vasa e Mamia si riuniscono per l’annuncio ufficiale di fidanzamento tra Pietro Vasa e una ragazza del clan Mamia. Subito dopo i festeggiamenti, il padre della sposa chiede a Pietro di adoperarsi per mettere da parte il rancore tra la famiglia Vasa e la famiglia Pileri, un altro clan famigliare amico dei Mamia. Questo però significherebbe per Pietro Vasa perdere l’onore e dunque, per una questione di orgoglio, l’uomo decide di voltare le spalle al futuro suocero e annulla il matrimonio. Giorni dopo, per risponder all’onta subita, alcuni Mamia sparano a Pietro Vasa ferendolo gravemente. È l’innesco di una sanguinosissima faida destinata a durare un decennio e al cui centro è posto Bastiano Tansu (Andrea Arcangeli), un ragazzo muto – e perciò creduto figlio del diavolo – che appartiene al clan dei Vasa e che diventa presto il braccio armato di tutto il clan famigliare.

A metà strada tra una tragedia di Shakespeare e Il Padrino di Coppola, Il Muto di Gallura è un’interessantissima opera prima che, proprio come in Piccolo corpo, prova a fondere una leggenda tutta italiana (benché fortemente impregnata di Storia) con un linguaggio che dichiara la sua appartenenza al genere sin dal prologo. Storia, Leggenda e superstizioni popolari relative al Muto di Gallura vengono raccontate da Matteo Fresi in un film che fa del western il suo principale genere d’appartenenza. Le campagne rocciose della Gallura, così come i piccoli villaggi di pochi abitanti, sono perciò uno scenario naturale perfetto per un film in cui i cowboy parlano un sardo strettissimo che necessita dell’ausilio dei sottotitoli per essere compreso (altra analogia con il film di Laura Samani). L’operazione condotta dal giovane Matteo Fresi risulta perciò molto interessante nel suo complesso ma il risultato, purtroppo, non è all’altezza dell’idea di partenza a causa di una certa ingenuità che ammanta l’opera in tutte le sue componenti.

Ma in modo particolare, a lasciare l’amaro in bocca, è la superficialità con la quale viene raccontato proprio il personaggio di Bastiano Tansu, il Muto di Gallura, a cui dà il volto un inespressivo Andrea Arcangeli. Tra musiche che fanno eco allo “spaghetti western” e inquadrature sbilenche, spesso controluce, che vorrebbero richiamare una certa grammatica leoniana, Matteo Fresi sembra perdere di vista la vera potenzialità della sua storia: la sordità di un feroce killer che sa trasformare il suo handicap in una sottile abilità con le armi.

Anche Il Muto di Gallura arriva in home video potendo fare affidamento solo sul supporto DVD, questa volta edito da Fandango tramite i canali distributivi CG Entertainment. Anche il film di Matteo Fresi trova rifugio in scenari naturali pazzeschi ed una fotografia abbastanza ricercata per cui, ancora una volta, vale il discorso fatto precedentemente circa il privare certi titoli dell’alta definizione blu-ray. Ma tant’è.

Il DVD de Il Muto di Gallura, ad ogni modo ed entro i suoi limiti, convince senza particolari riserve sotto l’aspetto visivo restituendo un quadro ben contrastato e particolarmente attento alle tonalità dei neri. Qualche dubbio sorge sul profilo sonoro, a causa di una traccia dialogica un po’ troppo sporca e soffocata (comunque sorretta da sottotitoli costanti, essendo tutto il film dialogato in sardo). Ma questa, più probabilmente, è una colpa che andrebbe imputata alla presa diretta e non certo alla qualità tecnica del supporto. L’audio, tuttavia, si traduce in una doppia traccia italiana offerta sia in DTS 5.1 che in Dolby Digital 5.1.

Il reparto extra appare soddisfacente ed offre 3 videodroni concessi dalla Fondazione Sardegna Film Commission (relativi alla Chiesa di S.Pietro di Ruda, ad Aggius Olbia Tempio e a Capo Testa), il trailer del film e brevi ma interessanti interviste a: Matteo Fresi, Andrea Arcangeli, Marco Bollitta, Giovanni Carroni, Fulvio Accogli, Nicola Pannelli, Noemi Medas e Syama Rayner.

Giuliano Giacomelli

PICCOLO CORPO di Laura Samani

Label: CG Entertainment

Formato: DVD

Video: 16/9  1.85:1

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 e Dolby Digital 2.0; Audiodescrizione

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Trailer, Scene tagliate: il ritorno dei pescatori – Lince

Puoi acquistare il DVD di Piccolo corpo cliccando su questo link.

IL MUTO DI GALLURA di Matteo Fresi

Label: Fandango e CG Entertainment

Formato: DVD

Video: 16/9  2.39:1

Audio: Italiano DTS 5.1, Italiano Dolby Digital 5.1; Audiodescrizione

Sottotitoli: Italiano per non udenti, Italiano, Inglese

Extra: Trailer, Videodroni della Fondazione Sardegna Film Commission, Interviste

Puoi acquistare il DVD di Il Muto di Gallura cliccando su questo link.

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