Profondo Rosso: il capolavoro di Dario Argento torna in Blu-ray

Finalmente abbiamo anche un’edizione italiana in blu-ray di Profondo Rosso!

Dopo numerose ristampe in formato DVD, il capolavoro di Dario Argento rivive in alta definizione nella versione restaurata dai negativi originali da CSC-Cineteca Nazionale, in collaborazione con Rti. A distribuirlo è CG Entertainment in collaborazione con Mustang Entertainment.

Negli anni sono stati gettati fiumi d’inchiostro su Profondo Rosso, punto di svolta nella carriera di Dario Argento, elemento di congiunzione tra la sua origine hitchcockiana e la vocazione horror/fantastica. Eppure, nonostante l’incredibile successo commerciale, inizialmente la critica non era stata particolarmente entusiasta del quarto lungometraggio di Dario Argento. Per esempio Leo Pestelli su La Stampa scrisse “non aggiunge molto ai precedenti” concludendo “fa sospettare di un’ispirazione stanca”. Ci andò più pesante David Grieco su L’Unità: “Il film è indescrivibile e inenarrabile, tant’è vacuo – scriveva il giornalista, concludendo – massaggia lo spettatore con il fittizio e l’incongruo per condurlo, quasi ammanettato, in un interminabile, fosco tunnel di Luna Park”. Celebre è invece la stroncatura di Tullio Kezich su Panorama che definiva Argento “incerto” e diceva di lui: “si proponeva di diventare l’Hitckcock italiano, a questo punto dovrebbe riflettere sulla distanza che separa Profondo rosso da un film come Psycho”. E diceva del film: “il suo giallo fa acqua da tutte le parti” sottolineando che il film si caratterizzasse per “situazioni incongrue, pallidi tentativi di giallo rosa nei duetti fra Hemmings e la Nicolodi […] e una superdose di efferatezze che a Hichcock sarebbero bastate per dieci film”. Insomma, sul buon Argento la stampa si accanì non poco. Eppure oggi, oltre all’affetto incondizionato di molti fan e gli omaggi di una moltitudine di cineasti, Profondo Rosso è stato giustamente rivalutato dalla critica, riconosciuto quel capolavoro che è, e Dario Argento riabilitato velocemente come vero grane guru della paura made in Italy… in fin dei conti gli bastò un solo film due anni dopo per terrorizzare (nuovamente) intere platee di spettatori!

Profondo Rosso

Ma torniamo a Profondo Rosso.

L’idea per questo giallo di rottura, che si contaminava con le efferatezze dell’horror e con momenti leggeri da commedia, nasceva nella mente di Dario Argento nel 1973 mentre era sul set del suo precedente film, Le cinque giornate, ma per svilupparla aspettò qualche mese, quando si chiuse in una casa di famiglia, in campagna, e buttò giù di getto la lunghissima sceneggiatura del film.

Come ormai noto, il titolo di lavorazione era La tigre dai denti a sciabola, che avrebbe idealmente creato continuità con i suoi precedenti film gialli conosciuti a posteriori come “trilogia animalesca”, ma su alcune copie della sceneggiatura compare anche il titolo provvisorio Chipsiomega (sono le tre lettere finali dell’alfabeto greco scritte senza divisione). Fatto sta che Dario Argento, nonostante la pressione dei produttori che volevano una connessione con il suo pregresso, scelse come titolo Profondo rosso, ispirato dalle tonalità purpuree di cui il film era pregno: dalla fotografia che poneva enfasi su colorazioni accese alle scelte scenografiche, fino al sangue, di un rosso irreale. Non dimentichiamo, però, un curioso dato: in Giappone Profondo Rosso uscì diversi anni dopo e con il bizzarro titolo di Suspiria 2 per il semplice fatto che Suspiria sbancò i botteghini del Paese del Sol Levante.

Profondo Rosso

Dario Argento, inizialmente, non si ritenne soddisfatto dello script di Profondo Rosso e per questo venne affiancato da Bernardino Zapponi, che in curriculum aveva film con Fellini, Monicelli e Risi. In seguito Zapponi chiarì che il suo intervento era stato mirato a conferire maggiore realismo alla storia, mentre tutti gli espedienti fantastici come la parapsicologia (l’idea della medium che percepisce i pensieri di un assassino risale addirittura ad una prima stesura di Quattro mosche di velluto grigio), la lunga sequenza nella villa, l’ideazione delle sequenze d’omicidi, erano frutto esclusivo della fantasia di Argento.

Le riprese si sono svolte dal 9 settembre al 19 dicembre del 1974 in diverse location tra Torino, Roma e Perugia con alcune clamorose invenzioni come il Blue Bar dove suona Carlo (Gabriele Lavia), costruito ex novo per le riprese in Piazza CLN a Torino con il preciso intento di omaggiare, nella costruzione scenografica e delle comparse, il celebre dipinto di Edward Hopper I Nottambuli. L’idea nella mente di Dario Argento era comunque quella di non fornire una precisa localizzazione geografica degli eventi, nonostante si faccia menzione dei dintorni di Roma per l’ubicazione della Villa del bambino urlante (in realtà è Villa Scott, alle porte di Torino).

Profondo Rosso

Profondo Rosso uscì il 7 marzo del 1975 con un successo di pubblico incredibile: incassò la bellezza di 2 miliardi e 700 milioni di lire dell’epoca, piazzandosi al decimo posto tra i film più visti della stagione cinematografica 1974/75 in Italia.

La ragione di tale successo? Innanzitutto va riconosciuta a Dario Argento tanta originalità nella forma, la capacità di svecchiare l’immaginario del cinema giallo un po’ come, anni prima, Hitchcock fece con Psycho e La finestra sul cortile. Dario Argento ha seguito una direzione personalissima che superasse il suo precedente operato, ovvero la trilogia animalesca che in un certo senso era ancorata al modello baviano di 6 donne per l’assassino, per una rilettura del genere che fosse anche dissacrazione dello stesso. L’accento quasi morboso per la violenza, il dettaglio chirurgico per le ferite che si aprono, il sangue che schizza sono segnali di una modernità importante, figlia della sua epoca, quando il cinema horror aveva scoperto la fascinazione per il gore. A questo va unita, in un ideale ossimorico, la voglia di sdrammatizzare con la risata e quindi contaminare l’horror anatomico con siparietti tipici della commedia e in questa direzione vanno buona parte delle scene con Daria Nicolodi ed Eros Pagni, ma anche con la terrificante adorabile mammina interpretata da Clara Calamai, scelta da Argento con evidenti intenti biografici (testimoniati anche dalle foto reali del suo passato che affollano la casa del personaggio).

Profondo Rosso

Poi c’è un dato fondamentale in Profondo Rosso che serve a ribaltare qualsiasi stigma del whodunit: l’identità dell’assassino. Pur basato sul principio della scoperta dell’assassino, celato fino all’ultimo, Dario Argento in realtà ci mostra il suo volto nei primi minuti del film, in un momento tanto fugace e in una situazione di tale mimetismo da renderlo quasi impercettibile alla vista. Eppure è lì, mescolato agli inquietanti dipinti di Enrico Colombotto Rosso che addobbano la parete della casa della sensitiva.

Ma anche il magnifico lavoro musicale svolto sul film è un elemento di rottura importante: un giallo a ritmo di jazz, il cui la musica scandisce l’azione, le scene si muovono in perfetta sincronia con le note dei Goblin, che spesso diventano diegetiche, fondamentali nel racconto, come la scena in cui il protagonista suona il piano mentre l’assassino si intrufola in casa sua o, più banalmente, la nenia infantile che anticipa la sua presenza.

Profondo Rosso

Mustang Entertainment, che ha acquisito parte del listino Medusa Film, distribuisce tramite CG Entertainment il blu-ray disc di Profondo Rosso includendolo nella collana “La cineteca di Gianni Canova”, che annovera alcuni cult scelti e presentati dal noto critico cinematografico che ha realizzato anche i contenuti extra esclusivi.

Tecnicamente parlando il blu-ray di Profondo Rosso è ineccepibile: grazie al restauro di alcuni anni fa possiamo godere delle immagini del film così come furono proiettate all’epoca, con colori accesi, un dettaglio incredibile e una tenuta dei contrasti pari a quella di un film recente. Il giallo, il rosso, il nero ne escono incredibilmente esaltati, profondi senza mostrare mai le sporcature tipiche dei trasfer da pellicola. Anche l’audio si difende in maniera eccellente dal momento che la traccia presente – quella italiana – è in PCM 2.0, ovvero una replica perfetta del suono originale in digitale senza alcun lavoro di compressione. Per questo motivo ogni suono risulta chiarissimo, le musiche continuano a fare il lavoro fondamentale per cui sono stata concepite e i dialoghi perfettamente calibrati.

Gli extra sono rappresentati da un’introduzione di Gianni Canova della durata ci 10 minuti circa e un’intervista di mezz’ora che Canova ha fatto a Dario Argento, interessante nei contenuti ma davvero pessima nella realizzazione.

Roberto Giacomelli

PROFONDO ROSSO  di Dario Argento

Formato: Blu-ray disc

Label: Mustang Entertainment  – CG Entertainment

Video: 2.35:1 Anamorfico 1080p

Audio: 2.0 PCM Italiano

Sottotitoli: Italiano, italiano non udenti

Extra: Introduzione di Gianni Canova, Intervista a Dario Argento

Puoi acquistare il Blu-ray di Profondo rosso cliccando qui.

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