Rompicapo a New York, la recensione

Xavier (Romain Duris), alla soglia dei quarant’anni e papà di due bambini, non ha ancora smesso di sognare e di tentare di mettere ordine nella sua caotica quotidianità attraverso il processo creativo della scrittura. Il suo matrimonio con Wendy (Kelly Reilly) è agli sgoccioli; l’amica di sempre Isabelle (Cècile de France) gli chiede un “piccolo” contributo per aiutarla a rimanere incinta e coronare il suo sogno di avere una famiglia con la compagna Ju (Sandrine Holt); infine, c’è Martine (Audrey Tautou), primo amore forse mai sopito, che riappare nella sua vita all’improvviso… Forse per restare? Il trasferimento di Wendy e dei bambini a New York, dove la donna ha un nuovo compagno, segnerà una svolta per Xavier che, raccolti armi e bagagli, seguirà senza indugio la sua famiglia, pronto ad affrontare gli imprevisti e le nevrosi della Grande Mela. Non sarà che l’inizio di una serie di tragicomiche disavventure, sullo sfondo di una psichedelica Chinatown e in compagnia di taxisti dagli occhi a mandorla e dal cuore d’oro, enigmatici filosofi tedeschi, tate belga sessualmente confuse e chi più ne ha…

Rompicapo a New York è una deliziosa commedia e l’ideale coronamento della trilogia iniziata briosamente nel 2002 con L’Appartamento Spagnolo e proseguita, in crescendo, con Bambole Russe (2005). Chi conosce e apprezza i due precedenti capitoli – e non potrà, pertanto, esimersi dallo scoprire dove il destino ha portato i suo beniamini – resterà piacevolmente sorpreso nello scoprire un terzo episodio superiore ai precedenti dal punto di vista tecnico; sicuramente più efficace per quanto riguarda le scelte di sceneggiatura e la vis comica; più concreto a livello di contenuti. Il regista Cèdric Klapisch, negli anni, è maturato artisticamente assieme ai suoi personaggi e regala al suo pubblico di affezionati non solo uno sfizioso compimento alle vicende umane cui ha imparato ad appassionarsi, ma anche un prodotto di pregevole fattura, dinamico e fresco.

Xavier (Romain Duris) nel suo nuovo appartamento a Chinatown.

Xavier (Romain Duris) nel suo nuovo appartamento a Chinatown.

Il gioco meta cinematografico del regista nei confronti delle ‘sue’ creature si disvela sin dagli scanzonati titoli di testa che, strutturati a mò di sigla televisiva (come nelle precedenti pellicole), mettono a confronto immagini degli attori-personaggi tratte dai primi due capitoli con la loro immagine attuale. Klapisch non è il primo cineasta a percorrere la fortunata strada consistente nel raccontare letteralmente nel corso degli anni le vite e le storie dei propri protagonisti. Si pensi a François Truffaut con la saga di Antoine Doinel o, tornando ai nostri giorni, alla trilogia diretta Richard Linklater con Ethan Hawke e Julie Delpy. Scelte coraggiose ma che, se ben ponderate, come in questo caso, incontrano puntualmente i favori del pubblico. Klapisch porta con sé dalle precedenti esperienze la straordinaria cura per il dettaglio in ogni ambiente, un’affascinante colonna sonora e originali trovate e scelte di montaggio senza però ripetersi, ma riuscendo piuttosto a reinventarsi e rinnovare.

C’è da aggiungere che il film ha tutte le carte in regola per entusiasmare anche i neofiti, che semplicemente amano le commedie brillanti, garbate e romantiche… ma mai sdolcinate! Naturalmente non mancano sfiziose citazioni degli episodi precedenti, sorniona strizzata d’occhio agli spettatori ‘di vecchia data’. Tuttavia, Rompicapo a New York sviluppa innanzitutto un discorso autonomo sull’integrazione fra culture diverse, il concetto di famiglia, l’affermazione della propria identità. In breve, Klapisch costruisce un ingranaggio perfetto: un felice connubio di dinamismo narrativo, piacevolezza visiva e consapevolezza tecnica in perfetto equilibrio tra loro, senza tralasciare validi spunti di riflessione quali quelli accennati poco sopra.

Xavier e le 'sue' donne: Isabelle (Cècile de France), Wendy (Katy Reilly) e Martine (Audrey Tatou).

Xavier e le ‘sue’ donne: Isabelle (Cècile de France), Wendy (Kelly Reilly) e Martine (Audrey Tatou).

Il cast vanta interpreti assolutamente all’altezza, Romain Duris e Cècile de France su tutti. Se, da una parte, è innegabile che la coppia Duris-Tautou sia una gioia per lo schermo e funzioni alla grande (li abbiamo visti duettare recentemente anche nel surreale Mood Indigo di Michel Gondry), dall’altra è proprio nei duetti tra Xavier e Isabelle che il film raggiunge i suoi picchi, tanto di intensità drammatica che di spassoso umorismo. Componenti, queste ultime, sempre adeguatamente bilanciate nel corso della narrazione. Oltre che alla notevole galleria di ritratti femminili ben scritti, un menzione speciale va al malinconico cameo del grande Benoît Jacquot, nei panni del criptico padre di Xavier.

Rompicapo a New York è un imprevedibile e ispirato viaggio multiculturale nei meandri dei sentimenti; un inno al coraggio di ricominciare da zero e di perseguire i propri obiettivi; un bonario vademecum che ci ricorda che se qualcosa nella vita può andar storto… probabilmente lo farà!
Il film è nei cinema italiani dal 12 giugno, distribuito da Academy Two.

PRO CONTRO
  • Pur essendo un sequel, riesce a sviluppare un discorso coerente e farsi valere come opera autonoma.
  • Unisce sceneggiatura solida, piacevolezza visiva e consapevolezza tecnica.
  • Trovate originali e comicità efficace ma sempre equilibrata.
  • Il finale finirà non accontenterà tutti i gusti.
  • L’inascoltabile doppiaggio italiano di Kelly Reilly.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Rompicapo a New York, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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