Saw X, la recensione del decimo capitolo della saga

Ci sono voluti un paio di film, che di fatto erano tentativi maldestri di reboot, per convincere Twisted Pictures, Lionsgate e il team produttivo storico (James Wan Leigh Whannell, Gregg Hoffman, Stacey Testro) che, per ritrovare il consenso del pubblico, la saga di Saw doveva tornare alle origini. Fantomatici eredi e copycat di Jagsaw non hanno lo stesso fascino del mitico John Kramer e dei suoi complici storici così, per varcare la soglia del decimo film, Saw aveva bisogno di vero e proprio rewind, che si è tradotto in un lungimirante midquel. Saw X, infatti, è tornato ad aggiungere tasselli direttamente nei primi frangenti della storia di Jigsaw, quelli più interessanti, quando John era ancora in vita (vi ricordiamo che, nonostante la saga sia andata avanti per altri 6 film fino ad ora, il protagonista moriva nel capitolo 3!) e stava combattendo con il cancro mentre sviluppava un piano per la sua eredità da psicopatico moralizzatore.

Saw X si posiziona narrativamente tra il primo e il secondo film e ci mostra John alle prese con le cure ospedaliere, consapevole che ormai gli sono rimasti solo un paio di mesi di vita. Un giorno, però, si accende una speranza e un ex paziente oncologico, conosciuto durante una sessione di psicoterapia di gruppo per malati di cancro, gli dice di essere miracolosamente guarito dopo aver seguito una terapia sperimentale ancora illegale negli Stati Uniti. John raccoglie i contatti e stabilisce un appuntamento con la dottoressa Pederson, che lo opererà in Messico. L’operazione va bene, servono solo alcuni giorni di convalescenza e poi John potrà tronare a vivere nella tranquillità… o, almeno, così la dottoressa dice al suo paziente. In realtà è tutta una truffa: John non è mai stato operato al cervello per la rimozione del tumore e la Pederson con il suo staff hanno messo in piedi un sistema elaborato per spillare soldi a poveri malati che si aggrappano all’ultima speranza di vita. La vendetta di John, anzi di Jigsaw, sarà estremamente cruenta e creativa…

Gli sceneggiatori di Saw: Legacy e Spiral – L’eredità di Saw, Pete Goldfinger e Josh Stolberg recuperano le tematiche e gli elementi topici alla base dei primi capitoli della saga per riproporli in questo decimo film, cercando di far quadrare il cerchio il più possibile. Il risultato è molto buono, si respira realmente quell’atmosfera marcia e cruenta delle migliori avventure di Jigsaw, le trappole dell’Enigmista sono realmente disturbanti e il modo come questa storia si inserisce nella timeline narrativa della saga non crea troppi problemi di continuità.

Anche se, su quest’ultimo dato, si fa irrimediabilmente notare il tempo passato sul volto dei due attori principali, ovvero Tobin Bell e Shawnee Smith. Se Bell interpreta comunque un malato terminale e il suo invecchiamento nella realtà, tutto sommato, non crea discrepanze con lo stato di salute del suo personaggio, con Shawnee Smith ci sono degli evidenti problemi a inquadrare la sua Amanda Young come se si trattasse dello stesso personaggio di 15/20 anni fa. Cioè, se provate a guardare in successione Saw, Saw X e Saw II – La soluzione dell’enigma, con tutta la buona volontà che potete metterci voi e i truccatori dell’ultimo film, si nota troppo che il tempo è passato. Ma vabbè, dettagli che in fin dei conti non inficiano sulla qualità finale dell’opera.

Qualità che effettivamente c’è, sia per quanto riguarda la messa in scena generale sia lo sviluppo narrativo, che rende nota una breve parentesi della vita di John Kramer senza forzature e stravolgimenti sul già noto.

Il focus di Saw X, come spesso è accaduto in questa saga, è un neanche troppo velato attacco al sistema sanitario statunitense, fatto di paradossi e classismo debilitante che, in questo caso, porta il protagonista a muoversi nell’illegalità per usufruire delle cure a lui necessarie, nonostante il suo status di malato non curabile. Ma la speranza è l’ultima a morire, si sa, e se si unisce a questa cieca disperazione anche il circuito vizioso del suddetto sistema sanitario, si apre facilmente la strada a piccoli e grandi truffatori. Ma, come dice anche un personaggio nel film, con tante persone che potevano prendere di mira i “nostri” bravi criminali, dovevano avere proprio la sfortuna di beccare Jigsaw! E così inizia un circo del grand guignol che porta ad alcune delle più cruente torture messe in atto in dieci film, a cominciare da una sega di Gigli e una gamba per un momento davvero doloroso e disturbante.

Oltre a una nutrita selezione di torture e un copioso utilizzo dello splatter, Saw X riesce anche ad aggiungere elementi di interesse alle personalità di John e Amanda, quest’ultima ancora nella fase di obbediente ammirazione nei confronti del suo “maestro” e prima della follia psicotica e autolesionista mista a cieca gelosia del terzo film; mostra, però, momenti di esitazione quando a finire vittima delle loro punizioni è una ragazza tossicodipendente che tanto le ricorda se stessa pre-Jigsaw.

John, invece, con la sua iconica calma e il geniale sadismo, fornisce ulteriori elementi per mettere in chiaro che non è lui il cattivo della situazione, ma solo una vittima, mostrando un’umanità che in alcuni capitoli della saga si era andata un po’ a perdere dietro il suo disegno criminale. Merito, comunque, della sincera bravura di Tobin Bell, un attore dallo sguardo ipnotico, dal volto magnificamente sofferente che sicuramente meriterebbe più occasioni per dimostrare le sue doti attoriali.

Come da tradizione, anche Saw X ha un twist finale, ma non è all’altezza dei capitoli più celebri della saga; inoltre, non uscite subito dalla sala del cinema perché a metà dei titoli di coda c’è una bella sorpresa che risponderà a una domanda che sicuramente vi sarete posti durante il film.

Insomma, con Saw X, che riporta alla regia il buon mestiere di Kevin Greutert (Saw VI e VII, ma anche montatore di tutti i capitoli, a parte Spiral), siamo davanti a una delle avventure più riuscite di Jigsaw, capace di gestire brillantemente il plot unendolo alle più efferate torture tipiche di questa saga.

Fan di Jigsaw potete dormire sonni tranquilli… si fa per dire!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Tobin Bell, attore straordinario.
  • Alcune delle torture più cruente della saga.
  • Unisce lo splatter a un adeguato sviluppo narrativo.
  • Il twist finale non ha quella forza sorprendente dei migliori capitoli della saga.
  • Shawnee Smith è effettivamente invecchiata per apparire un’Amanda di quasi vent’anni fa.
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Saw X, la recensione del decimo capitolo della saga, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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