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Saw X, la recensione del decimo capitolo della saga
Ci sono voluti un paio di film, che di fatto erano tentativi maldestri di reboot, per convincere Twisted Pictures, Lionsgate e il team produttivo storico (James Wan Leigh Whannell, Gregg Hoffman, Stacey Testro) che, per ritrovare il consenso del pubblico, la saga di Saw doveva tornare alle origini. Fantomatici eredi e copycat di Jagsaw non hanno lo stesso fascino del mitico John Kramer e dei suoi complici storici così, per varcare la soglia del decimo film, Saw aveva bisogno di vero e proprio rewind, che si è tradotto in un lungimirante midquel. Saw X, infatti, è tornato ad aggiungere tasselli direttamente nei primi frangenti della storia di Jigsaw, quelli più interessanti, quando John era ancora in vita (vi ricordiamo che, nonostante la saga sia andata avanti per altri 6 film fino ad ora, il protagonista moriva nel capitolo 3!) e stava combattendo con il cancro mentre sviluppava un piano per la sua eredità da psicopatico moralizzatore.
Saw X: il trailer del decimo film su Jigsaw
Poche ore fa abbiamo ricevuto la notizia che Eagle Pictures non anticiperà in Italia l’uscita di Saw X tenendo come data di rilascio quella del 26 ottobre, pianificata prima che il film fosse anticipato da Lionsgate al 29 settembre, perdendo così il vantaggio che in Italia – con l’uscita settimanale dei film al giovedì – avremmo avuto in confronto agli Stati Uniti. Ma adesso Lionsgate ha rilasciato anche il primo trailer internazionale del decimo film della saga Saw che anticipa molti dettagli della trama che, fino ad oggi, era stata volutamente lasciata nell’ombra.
Spiral – L’eredità di Saw, la recensione
Correva l’anno 2004 quando un giovane regista di nome James Wan esordiva alla regia di un lungometraggio a basso budget scrivendo un importante capitolo del panorama horror contemporaneo. Quel ragazzo sarebbe diventato uno dei più influenti professionisti di Hollywood, soprattutto nel settore del cinema dell’orrore, e quel film, intitolato Saw, avrebbe dato il via a un nuovo filone di successo e un numero impressionante di sequel ufficiali. La saga oggi è arrivata al nono capitolo, Spiral – L’eredità di Saw, che sulla carta è una sorta di reboot dopo il fiasco al botteghino del precedente film, Saw: Legacy, del 2017.
Saw: Legacy, la recensione
Nel 2004 un giovane James Wan esordiva alla regia con un thriller indipendente che era destinato a cambiare per sempre la sua carriera e il mondo del cinema di genere. Di fatto Saw – L’enigmista ha il merito (o la colpa, dipende dai punti di vista!) di aver lanciato un filone che le testate specializzate avrebbero chiamato con fare audace “torture porn”, ovvero quel genere di film che si contraddistinguono per l’esibizione compiaciuta della tortura. Ma il paradosso è che il primo capitolo di quella che sarebbe poi diventata una delle saghe più fortunate e influenti del genere non mostrava chiaramente le torture di Jigsaw, il gore e lo splatter che sarebbero diventati fondamentali nei film successivi erano elargiti con una tale parsimonia che si fatica a inserire Saw nel macrogenere horror. Eppure oggi conosciamo Saw come uno dei più rappresentativi horror del 21°secolo e il carismatico Jigsaw interpretato da Tobin Bell alla pari di veri boogeymen come Freddy Krueger, Jason Voorhees e Michael Myers.
JigSaw (SAW)
JIGSAW
Jigsaw (conosciuto in Italia anche come l’Enigmista), ossia John Kramer, è un ingegnere civile con una vita tranquilla e felice con un buon lavoro e una bella moglie che è in attesa del loro primogenito. La sua vita però viene stravolta quando, un drogato in fuga dopo una rapina in una farmacia, travolge la moglie uccidendo così il bambino che portava in grembo. Dopo il divorzio gli venne diagnosticato un tumore incurabile al cervello e, dopo aver tentato il suicidio senza riuscire nell’intento, decide di mettere alla prova le persone che, a suo parere, non hanno capito quali sono i veri valori della vita. Pervaso dalla sua mentalità malata e, aiutato da vari personaggi, nei diversi “episodi” decide di rapire uno svariato numero di persone proponendo loro difficili enigmi che portano alla morte nel caso non vengano risolti. Col passare del tempo la sua sete di sangue e di vendetta prevale sul desiderio di far rinsavire le sue vittime che vengono così torturate grazie a marchingegni ideati dal suo cervello sublime.