Single ma non troppo, la recensione

Alice (Dakota Johnson) ha chiuso una relazione importante per lavorare su se stessa, da sola. Sua sorella maggiore Meg (Leslie Mann) è un medico che, in nome della carriera e dell’indipendenza, ha rinunciato ad avere una vita privata. Lucy (Alison Brie), sognatrice pragmatica, si affida a rigorosi algoritmi per cercare l’amore online. Cosa hanno in comune le tre donne? Sono tutte single nella Grande Mela! E condividono anche uno scatenato e improbabile ‘spirito guida’, cioè la sboccata e corpulenta Robin (Rebel Wilson): bionda party-girl mai sazia di alchool, sesso e (dis)avventure.
Le vicende di Single ma non troppo, vivace commedia al femminile diretta dal Christian Ditter di #ScrivimiAncora, prendono vita proprio a partire dal diverso significato che ogni personaggio attribuisce alla propria condizione di ‘non-accoppiato’, regalando allo spettatore frizzante comicità ma anche spunti più concreti di quanto non ci si aspetterebbe.

Ditter innesca il suo ingranaggio filmico con un quesito tanto semplice quanto enigmatico. Perchè siamo a tal punto dipendenti dalle relazioni sentimentali e ossessionati dalla ricerca dell’anima gemella? Per tentare di rispondere, racconta con scoppiettante ironia cosa significa, per uomini e donne, essere single oggi.

single ma non troppo

E’ a tutti gli effetti uno status che bisogna imparare ad assaporare, suggerisce la pellicola. Dal quale cogliere sempre e solo il meglio, senza sprecare nemmeno un’occasione di sfrenato divertimento. E la Città che non dorme mai non è mai stata così gravida di opportunità e tentazioni per i cuori solitari.
Ma le donne, si sa, sono sì creature meravigliose… ma anche patologicamente confuse! Quelle del film non fanno eccezione e, prima di capire cosa davvero si aspettino dalla libertà, intraprenderanno percorsi di vita autonomi ma paralleli, passando per riunioni di ex alunni, appuntamenti al buio e inseminazione artificiale. Riusciranno a riconoscere il sospirato Vero Amore, se dovesse bussare alla loro porta?

Single ma non troppo ha dalla propria il fascino di una città come New York, che rapisce e incanta; una colonna sonora spumeggiante come le feste frequentate dalle protagoniste; una serie di trovate originali e sfiziose, quali il protocollo per bere gratis nei pub o la leggenda del numero di drink da non superare per non compromettere un’amicizia uomo-donna.
Ma soprattutto, sebbene ricorra a una recitazione spesso sopra le righe, mette in scena, con quel pizzico di follia insito nella realtà, dubbi e dinamiche con i quali moltissime giovani donne sono quotidianamente alle prese. Quante spettatrici non faticheranno a riconoscersi nella svampita ingenuità di Alice o nella smania di controllo di Meg!

single ma non troppo

E’ curioso che le figure maschili, apparentemente fondamentali nell’economia del racconto, si staglino prevalentemente sullo sfondo di questo chiassoso gineceo. Tom (Anders Holm), Josh (Nicholas Braun), Ken (Jake Lacy) e gli altri si limitano a incarnare tipologie che ogni ragazza ha incontrato almeno una volta nella vita: il latin-lover incallito e allergico ai legami; l’ex grande amore mai davvero dimenticato; lo sconosciuto apparentemente perfetto. Ciascuno è funzionale all’educazione sentimentale di una delle protagoniste, senza mai passare in primo piano.
Anche per questo, il pubblico maschile difficilmente potrà appassionarsi a un prodotto di questo tipo, inno senza censure all’emancipazione femminile.

Efficace dal punto di vista dei contenuti e gradevole grazie alle convincenti performance delle attrici principali (su tutte Leslie Mann, sempre impeccabile nei ruoli comici), il film pecca tuttavia in aspetti per lo più riconducibili alla sfera d’azione di Rebel Wilson. L’attrice, pur dotata di tempi comici formidabili e di un’esilarante disinvoltura, è relegata suo malgrado in un ruolo fatto di turpiloquio, gag spesso fiacche e volgarità ben lontane dalla trasgressione di cui vorrebbero farsi veicolo.

single ma non troppo

Single ma non troppo non è la solita sfilza di canzonatori luoghi comuni sulla ricerca di ‘quello giusto’, nè una frivola storiella coronata da uno zuccheroso e immancabile happy ending. E’ piuttosto una riflessione leggera ma non superficiale sulla natura dei legami e su cosa significhi davvero ‘stare soli’. In conclusione, uno spiritoso ma schietto apologo sulla psiche femminile che potrebbe persino raccontarci qualche verità su noi stesse.
Il film è in sala dall’undici febbraio, distribuito da Warner Bros. Pictures.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Riesce a divertire raccontando situazioni autentiche, in cui sarà facile immedesimarsi.
  • Regala più di qualche valido spunto di riflessione.
  • Ha ritmo, grazie al talento comico delle protagoniste e a una regia frizzante.
  • E’ una commmedia ‘in rosa’, che difficilmente piacerà al pubblico maschile.
  • La comicità di Rebel Wilson è spesso fiacca e gratuitamente sboccata.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Single ma non troppo, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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