Speciale Biografilm Festival 2014 – The Last Impresario

Nell’estate del 2010, la regista Gracie Otto si trova a Cannes, in procinto di procurarsi nuovi agganci nel mondo del cinema. La sua attenzione viene presto attratta da un piccolo uomo dal sorriso perpetuo, circondato da un nutrito gruppo di celebrità ed esperti del settore. Quell’uomo è Michael White, la più grande celebrità di cui nessuno ha mai sentito parlare.
Prolifico produttore di cinema e teatro, White ha regalato al mondo produzioni come The Rocky Horror Picture Show e Monty Python e il Sacro Graal, ma sofferente del peso dell’età, ha deciso di ritirarsi a un lifestyle più salutare; per esempio, decidendo che un uomo di 78 anni, quale lui è, non può più tornare da un party alle 3 del mattino. Giusto alle 2.
Intrigata dalla figura del produttore, Gracie comincia a filmare ogni momento della giornata di White, ricostruendo la storia di una delle persone più straordinarie del cinema contemporaneo.

Empatia, Amicizia, Conoscenze.
Non molto differente da alcune figure della Hollywood passata e contemporanea, Michael White rivela fin da subito le caratteristiche del Common Producer. Amante di belle donne, sul limite del sessismo, nemico della vecchiaia, pieno di soldi e conoscenze.

Come può un uomo a prima vista così controverso diventare l’anziano sorridente e malinconico di questo documentario? Le storie di vita non si allontanano mai dai generis.
Il primo amore, la prima moglie, i primi successi, gli ostacoli aggirati, l’arrivo alle stelle, la pensione.
The Last Impresario, fortunatamente, evita tutto ciò.
La semplice cronologia è un mero strumento di presentazione degli eventi, forse più una serie di frammenti, accuratamente selezionati e riposti dal tenero occhio di Gracie Otto, per ricostruire la vera psicologia e personalità di un uomo caloroso ma ermetico.

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Si parte da un evento traumatico nella vita del produttore, l’anno passato in un collegio svizzero senza conoscerne la lingua o la cultura, e dalle figure evanescenti dei genitori.
In pieno culture shock, White scopre la prima chiave di volta verso il proprio futuro: non è possibile sopravvivere fuori di casa senza farsi degli amici.
A 13 anni riesce già a parlare 3 lingue fluentemente e continua, ininterrottamente, a costruire un cerchio di amicizie sempre più vasto, sempre più differente. C’è un balzo mostruoso in cui l’intera adolescenza viene spazzata via, ed ecco la prima produzione.
Il teatro, da sempre la grande mater di artisti dello schermo, e i primi successi, presentati come ovvi, presentati come unico possibile scenario nell’inizio di questa magnifica carriera.
Irrompono in scena interviste di Naomi Watts e John Cleese, l’ultimo dei quali deve il suo successo pre-Python proprio al Grande Impresario, e da qui comincia la sfilza di star, di fotografie scattate in sordina da White, dei suoi larghi e polverosi album di lettere e documenti.
Michael si rivela di poche parole, ha un inglese strizzato da un recente ictus, ma sono i racconti degli amici e la tridimensionalità dei ricordi che rendono il tutto un vero sguardo a 360° sulla vita di un uomo che ha donato a pubblico e stelle ogni singola parte di se stesso.

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Sorretto da un’ottima colonna sonora, in parte originale, The Last Impresario rimuove i limiti imposti dal cinema documentaristico a favore di un’esperienza meno didascalica e più emotiva, risultando quasi proprietaria di una struttura narrativa perfetta per un’eventuale adattamento su schermo.
E anche se White nasconde la sua tristezza nell’osservare il suo crollo fisico ed economico, tutt’ora riesce a essere custode di una enorme, sincera, verità. Una verità silenziosa, forse controversa, udibile attraverso i fotogrammi di Gracie Otto mentre White si prepara a rientrare da una notte di divertimenti, sorretto da due eleganti grucce.
Ognuno può essere la più grande Star della propria vita.

 Luca Malini

PRO CONTRO
  • Realizzazione ottima.
  • Grande cura nella selezione dei materiali.
  • Una sincera lezione di umanità
  • Molti eventi rimangono incompiuti.
  • Non tutti potrebbero immedesimarsi nela figura di White.
  • Alcuni argomenti potevano essere maggiormente approfonditi
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