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Transformers – Il risveglio, la recensione

Quando nel 2007 usciva nei cinema Transformers diretto da Michael Bay un po’ tutti ci siamo entusiasmati per quel sense of wonder che il primo adattamento cinematografico delle action figures della Hasbro portava con se, passando sopra anche ai diversi difetti che campeggiavano qua e là. Difetti che sono stati amplificati di film in film e hanno oscurato tutte le cose belle che i robottoni alieni rappresentavano per il fanta-cinema, fino al disastro completo di Transformers – L’ultimo cavaliere del 2017, stroncato all’unanimità dalla critica e dal pubblico confuso e frastornato da una saga che si stava accartocciando su se stessa perdendo di senso, buon gusto e ironia. Finché nel 2018 usciva uno spin-off che faceva anche da prequel a tutta la vicenda, Bumblebee, nel quale il vistosamente stanco Michael Bay passava il testimone al più fresco e motivato Travis Knight confezionando quello che è all’unanimità riconosciuto come il più equilibrato e riuscito film della saga. Sembrava essere stata tracciata una nuova linea, quindi, ma oggi con Transformers: Rise of the Beasts – che in Italia diventa Transformers – Il risveglio – viene compiuto un ulteriore passo di trasformazione con quello che, a tutti gli effetti, ci appare come un reboot della saga.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Judas and the Black Messiah, la recensione

Judas and the Black Messiah

Il tema razziale negli Stati Uniti del terzo millennio è cruciale. In un’epoca in cui le discriminazioni in base alla razza o al sesso dovrebbero essere ormai il ricordo del passato, appaiono invece più attuali che mai al punto tale che le arti si sono ormai consolidate come veicolo primario per denunciare determinate problematiche, far sentire a più persone possibili la voce di intere comunità che sono state e sono tutt’ora vittime di una mentalità vetusta, cancerogena, debilitante. Tra le arti elette a testimoniare questa visione delle cose il cinema è quella che arriva in maniera più diretta e, di conseguenza, non si contano più i film che affrontano la tematica della “razza” partendo soprattutto dalla Storia, da episodi reali che hanno inciso in maniera particolare nel retaggio culturale di un popolo, di una comunità. Tra i titoli candidati ai Premi Oscar 2021 troviamo diversi film che affrontano questi argomenti utilizzando storie vere, come accade in Judas and the Black Messiah, secondo lungometraggio del newyorkese Shaka King, film candidato a 6 Premi Oscar e già vincitore di un Golden Globe.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Project Power, la recensione

2000: X-Men. Bryan Singer porta sul grande schermo i mutanti della Marvel inaugurando il cinecomic del nuovo millennio.

2002: Spider-Man. Sam Raimi dirige il primo grande successo internazionale post-2000 tratto da un fumetto popolare.

2005: Batman Begins. Christopher Nolan rilancia il Cavaliere Oscuro ridefinendo il concetto di cinecomic d’autore.

2008: Iron-Man. Ha inizio ufficialmente il Marvel Cinematic Universe, un’impresa cinematografica che non ha precedenti.

2013: L’uomo d’acciaio. Zack Snyder rilancia Superman e dà il via al diretto concorrente dell’MCU: il DC Extended Universe, anche se la fortuna sarà altalenante.

2019: Avengers: Endgame. Possiamo considerarla la fine della saga dei Vendicatori dell’MCU, durata 11 anni e capace di cambiare per sempre la concezione del supereroe al cinema, sia narrativamente che produttivamente parlando.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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