Archivio tag: Jaeden Lieberher

Il libro di Henry, la recensione

A volte le cose non sono ciò che sembrano e, sotto il tappeto, si nasconde il polverone. Ci troviamo in una piccola città di provincia, dove vive la famiglia Carpenter. La madre, single ed infantile, Susan Carpenter (Naomi Watts), lavora come cameriera in una tavola calda e nel tempo libero gioca alla PlayStation. Il figlio più piccolo di Susan, Peter (Jacob Tremblay, già visto ed elogiato in Room) è uno spensierato ragazzino di 8 anni. A prendersi cura di tutto e tutti è il figlio maggiore, il genietto undicenne Henry (Jaeden Lieberher, fresco di IT). Tutore del fratellino che lo idolatra, ed instancabile sostegno per quella ragazzina cresciutella di sua madre, attraverso investimenti finanziari e tattiche che neanche un broker assicurativo, Henry si prende cura della famiglia e sfavilla di giorno e di notte, come la Cometa di Halley. Ebbene sì: il genio di 11 anni gioca in borsa, tiene i conti e porta avanti la baracca. Ma non è tutto oro quello che luccica. Mentre la famiglia Carpenter si barcamena tra una genialata e l’altra di Henry, la casa dei vicini, in cui vive Christina (Maddie Ziegler), compagna di classe del piccolo Einstein, nasconde un losco segreto, legato al viscido Glenn Sickleman (Dean Norris), commissario della polizia locale e patrigno, appunto, della ragazzina. Henry, neanche a dirlo, da ottimo detective, escogitata un sorprendente piano surreale che evolve ben oltre il limite della legalità, per aiutare la gentil donzella.  Susan si ritroverà coinvolta nella faccenda, forse un po’ troppo.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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IT – Capitolo Uno, la recensione

Il prossimo 19 ottobre 2017, 27 anni dopo la prima trasposizione di uno dei romanzi più belli di Stephen King, IT ritorna, e questa volta sul grande schermo. 27 anni, guarda caso, proprio il tempo che Pennywise ci mette a risvegliarsi dal suo letargo nel sottosuolo di Derry.

IT, come moltissimi romanzi del Re dell’horror, è talmente complicato e stratificato di diversi significati che risulta quasi impossibile da adattare al cinema. Non a caso, abbiamo notato negli anni che il modo più funzionale di portare King al cinema sia quello di tradirlo come è successo, ad esempio, con Shining di Kubrick. Sono pochi, quindi, gli adattamenti fedeli che hanno avuto successo sul grande schermo, come Carrie e Misery, ma per quanto riguarda IT, possiamo dire che il regista Andy Muschietti sia riuscito a trovare un giusto compromesso.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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St. Vincent, la recensione

A volte ci rendiamo conto come basti un attore per rendere un film diverso da quello che sarebbe potuto essere. Parafrasando un neanche troppo vecchio tormentone lanciato da Adriano Celentano, c’è chi è lento e chi è rock. St. Vincent è lento, Bill Murray è rock, il che trasforma, per estensione, St. Vincent in rock.

La deliziosa commedia agro-dolce di Theodore Melfi è fatta dagli attori e, in particolare, dall’Attore, quel Bill Murray qui protagonista che difficilmente non riesce ad elevare con la sua presenza un film.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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