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Montparnasse – Femminile singolare, la recensione

Montparnasse – Singolare femminile (Montparnasse Bienvenüe, in originale) di Léonor Sérraille, in concorso a Cannes 2017, dove ha vinto il premio per Migliore Opera Prima, è un film davvero interessante e i motivi sono vari. Primo tra tutti è quell’operazione di valorizzazione nei confronti della capitale francese, Parigi, che viene esplorata secondo molte delle forme che la rendono la città che tutti dovremmo conoscere. Arte, metro, rollerblade al centro dei boulevard, amore promiscuo, giovani immigrati costituenti la forza lavoro, gatti, tetti e cospicui flussi di denaro.

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Sieranevada, la recensione

Bucarest è fredda e ingolfata di traffico, l’orrore di Charlie Hebdo è (temporalmente) a un tiro di schioppo,  l’occasione è la morte del patriarca, una commemorazione nella casa del defunto. La vedova, una pletora di familiari, uomini di chiesa e qualche presenza imprevista. Inevitabilmente, lo spazio è angusto, la truppa numerosa, il vitto latita.

Christi Puiu abbozza con Sieranevada un affresco della Romania contemporanea amaro, buffo, malinconico, di un’incredibile onestà nella definizione dei caratteri, delle sfumature, delle intonazioni, delle parole, dei gesti.

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La pelle dell’orso, la recensione

Anni Cinquanta. In un piccolo villaggio situato nel cuore delle Dolomiti vive Domenico, un ragazzino sveglio ma eccessivamente introverso che, a causa della misteriosa morte della madre, ha perso il dialogo con l’anziano padre, Pietro. Quest’ultimo, invece, è un uomo così logorato dalla solitudine e dall’alcool che nel villaggio ha saputo conquistarsi la diffidenza di tutti. Una notte come tante, la comunità è sconvolta dall’aggressione del diaol, il diavolo, un ferocissimo orso bruno che da tempo terrorizza quelle zone. Nel villaggio cala subito il gelo e nel panico del momento Pietro individua l’occasione che cercava da tempo per riscattarsi agli occhi di tutti: ucciderà quella bestia in cambio di denaro. La mattina seguente, come d’annuncio fatto, Pietro parte in solitaria alla volta del bosco con fucile in spalla e poche cartucce nella sacca. Domenico, alla ricerca di un buon pretesto per recuperare l’aspro rapporto con il padre, decide di seguirlo. Per i due, il viaggio sarà molto di più di una “semplice” caccia.

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