Archivio tag: pupi avati

Gotico padano, un documentario sulle tracce del pittore horror di Pupi Avati

Dopo Road to L. Il mistero di Lovecraft (Mèliés d’Argento al Fantafestival 2004), Roberto Leggio torna ad indagare i misteri dei territori bagnati dal Po.

Lo fa a quattro mani con il regista e musicista Gabriele Grotto attraverso Gotico padano – Sulle tracce di Buono Legnani il pittore delle agonie, un docufilm che, a quarantasette anni dall’uscita de La casa dalla finestre che ridono, propone la genesi di quel film che evoca ancora terrore, paura e inquietudine.

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La quattordicesima domenica del tempo ordinario: disponibile in DVD l’ultimo film di Pupi Avati con Lodo Guenzi ed Edwige Fenech

Con oltre quaranta film alle spalle, Pupi Avati continua inarrestabile il suo percorso cinematografico alternando esoterici film di genere ad agrodolci racconti di vita dal forte carattere autobiografico. E così, dopo il successo ottenuto con l’anomalo Dante (opera tanto affascinante quanto difficile da mettere a fuoco, visto l’originale modo in cui il biopic storico dialoga con il genere horror), Avati torna alla regia di un film più piccolo e dichiaratamente autobiografico: La quattordicesima domenica del tempo ordinario. Utilizzando un cast che sa alternare con molta intelligenza giovani talenti dell’attuale panorama cinematografico a vecchie glorie del nostro cinema, Pupi Avati imbastisce un racconto nostalgico che omaggia la sua Bologna degli anni ’70 così come certe dinamiche squisitamente personali che non tardano a strizzare l’occhio alla sua vita matrimoniale. Un’opera così tanto personale che, molto probabilmente, avrebbe necessitato di una lavorazione più attenta e concentrata (il film, d’altronde, è uscito nelle nostre sale solo otto mesi dopo Dante e questo lascia intendere una lavorazione quasi in simultanea).

La quattordicesima domenica del tempo ordinario è da poche settimane disponibile in DVD grazie a Vision Distribution, Minerva Pictures e ai canali distributivi di CG Entertainment.

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Dante, la recensione del film di Pupi Avati

Ravenna, 1321: dopo una vita trascorsa da esiliato, rinnegato e per lo più sottovalutato, esala il suo ultimo respiro Dante Alighieri. Trent’anni dopo, il poeta Giovanni Boccaccio, noto studioso e appassionato dell’opera dantesca, riceve un incarico molto delicato dalla confraternita fiorentina della Compagnia dei Laudesi: dovrà recarsi a Ravenna e consegnare dieci fiorini d’oro a Suor Beatrice, la figlia di Dante Alighieri nonché monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Quella somma in denaro, quei dieci fiorini d’oro, altro non sono che un risarcimento simbolico per quell’esilio ingiustamente subito da suo padre. Durante il lungo viaggio da Firenze a Ravenna, Boccaccio non può fare a meno di incontrare una serie di persone che hanno avuto il piacere di conoscere in vita Dante Alighieri. Il Dante uomo e non ancora il Dante leggenda. Molti ne parlano con stima, altri lo considerano solo un eretico che ha meritato il trattamento ricevuto. Grazie a questi incontri, a Giovanni Boccaccio viene data la possibilità di rivivere la giovinezza di Dante e di sapere di più circa quell’innamoramento ideale con Beatrice che ha portato il sommo poeta a scrivere il più grande componimento letterale di tutti i tempi. 

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La via degli angeli e Lei mi parla ancora: il cinema di Pupi Avati in DVD

Con oltre cinquant’anni di ininterrotta attività tra cinema e televisione, e con almeno un paio di autentici capolavori in filmografia (La casa dalle finestre che ridono e Regalo di Natale), Pupi Avati è ad oggi un vero e proprio maestro della settima arte italiana. Con un’abilità invidiabile nell’alternare generi e linguaggi cinematografici (dall’horror alla commedia parodistica, dal dramma agrodolce al film di formazione), il cinema di Pupi Avati è diventato oggi un marchio di fabbrica. In tutti questi anni è stato capace di creare un suo personalissimo immaginario, un vero e proprio universo di toni e sapori, in cui il reale si fonde con il sognante e in cui il folclore scende a patti con il moderno. Una genialità, quella intrinseca al suo cinema, che ha saputo persino dare vita ad un intero genere, il gotico padano, che dagli anni ’60 ad oggi continua ad ispirare le nuove generazioni di cineasti. Grazie a CG Entertainment e Mustang Entertainment torna disponibile su supporto fisico DVD uno dei suoi film meno celebrati, La via degli angeli, e insieme a questo vi parliamo anche della sua ultima fatica, Lei mi parla ancora, disponibile in home video sempre grazie ai canali di CG Entertainment.

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Il Signor Diavolo, la recensione

1952. Il funzionario ministeriale Furio Momentè viene mandato dai suoi superiori in Veneto per far chiarezza su un caso di omicidio che implica un minore, che ha ucciso un suo coetaneo convinto di uccidere il Diavolo. Il compito primario di Furio è contrattare con la madre della vittima per far si che non sia coinvolta nella vicenda la Chiesa, dal momento che il periodo elettorale si avvicina e uno scandalo di questo tipo potrebbe gettare in cattiva luce il partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana. Ma il caso del piccolo Carlo è ben più complesso di quello che si potrebbe aspettare, intriso di un’aura inquietante che getterà nel dubbio Furio e le sue convinzioni.

A distanza di ben dodici anni dal suo ultimo horror, Il nascondiglio, Pupi Avati torna a dirigere un film pregno di mistero e capace di toccare corde di inquietudine molto profonde, Il Signor Diavolo.

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L’Italia del secondo Novecento raccontata da Pupi Avati in un viaggio nei grandi sentimenti con la fiction Rai “Un Matrimonio”

Nove anni fa, mia moglie ed io, abbiamo festeggiato quarant’anni di matrimonio. Al termine della colazione, nel sole della campagna umbra, guardavo incredulo i nostri figli, i tanti nipoti, i miei fratelli […]. Come era stato possibile che quella ragazzina della quale mi innamorai a prima vista, si fosse tradotta nella donna che mi sarebbe stata accanto in un percorso così lungo? Che cosa aveva fatto si che due esseri umani provenienti da ambiti sociali e culturali così difformi abbiano condiviso gran parte della loro vita?”

Pupi Avati

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