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Judy, la recensione

JUDY

Negli Stati Uniti Judy Garland è una celebrità senza eguali nonostante sia ormai scomparsa da 50 anni, un’icona immortale che ha legato il suo nome a più settori dello spettacolo essendosi distinta nel canto, nel ballo e nella recitazione (vincendo un Oscar nel 1940 e poi candidata per altre due volte). Uno status di celebrità che forse non è vissuto allo stesso modo al di fuori dei confini americani, anche se l’interprete del più famoso adattamento de Il mago di Oz e madre di Liza Minnelli ha guadagnato un posto d’onore nell’immaginario di ogni generazione. Inevitabile, dunque, in periodo da biopic compulsivo come quello che stiamo vivendo, che qualcuno scegliesse proprio la grande Judy Garland per raccontarne onori e glorie, ma anche rimpianti e momenti bui.

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What If: misteriosamente ridicoli!

Il 24 maggio è uscita su Netflix una nuova serie, un’antologia thriller scritta da Mike Kelley, creatore di Revenge. What if tenta di esplorare i confini della moralità e a cosa siano disposte delle persone comuni per ottenere ciò che vogliono.

Al centro della storia troviamo Lisa (Jane Levy) e suo marito Sean (Blake Jenner) innamorati e intenti a cercare di far decollare le rispettive carriere. La coppia finisce nel radar della “villain” della storia, Anne Montgomery (interpretata da una carismatica Renée Zellweger), interessata ad acquisire in qualche modo la compagnia biomedica di Lisa. La donna propone alla coppia uno scambio dichiaratamente ispirato a Proposta indecente, barattando il suo appoggio alla società per una notte con il marito della sua futura collega. Dopo alcune indecisioni la coppia accetta, e questa scelta rischiosa sarà la crepa da cui inizieranno ad entrare tutti i drammi segreti e irrisolti dei due.

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Una doppia verità, la recensione

Fare l’avvocato è di certo un mestiere difficile: se poi devi difendere un cliente molto, molto colpevole nonché chiuso in un silenzio ostinato, allora non stupisce che la mattina del processo ti ritrovi in bagno a vomitare l’anima. È quello che succede a Richard Ramsey (Keanu Reeves), impegnato a rappresentare il suo figlioccio Mike (Gabriel Basso) in un processo per patricidio.

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Bridget Jones’s Baby, la recensione

Non si potrebbero usare toni meno che entusiastici per descrivere Bridget Jones’s Baby, terzo capitolo cinematografico dedicato alle disavventure della single più amata e famosa dei nostri tempi. Nata vent’anni or sono dalla penna di Helen Fielding, Bridget debutta sul grande schermo nel 2001. Ha poco più di trent’anni, le fattezze morbide e accattivanti di Renée Zellweger ed è contesa dall’affascinante mascalzone Daniel Cleaver (Hugh Grant) e dall’ermetico romantico Mark Darcy (Colin Firth).

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