The Accountant, la recensione

Riuniamoci attorno a un focherello e riflettiamo sulla carriera di Ben Affleck.

Di famiglia umile, il buon Ben comincia a muovere i primi passi nel mondo del cinema grazie a Kevin Smith, per il quale recita in Generazione X (1995), In cerca di Amy (1997), Dogma (1999) e Jersey Girl (2004). Ma i riflettori si accendono nel 1997, quando prende un Oscar per la sceneggiatura, scritta insieme al collega e amico Matt Damon, di Will Hunting – Genio ribelle, dove interpreta anche un ruolo. La strada di Hollywood sembra spianarsi grazie a Michael Bay, che lo vuole protagonista in Armageddon – Giudizio finale (1998) e Pearl Harbor (2001), dopo di ché è Jack Ryan in Al vertice della tensione (2002), Matt Murdock nel film Daredevil (2003), lavora con John Who, Terrence Malick e prende parte a molti film da botteghino che fanno di lui una delle star del momento, fino alla Coppa Volpi guadagnata a Venezia nel 2006 con Hollywoodland.

Ennesima dimostrazione della versatilità di questo artista, che in molti accusano di poca espressività attoriale, è l’esordio dietro la macchina da presa nel 2007 con il thriller Gone Baby Gone, a cui segue The Town (2010) e Argo (2012), per il quale vince anche un Oscar al film. Insomma, un artista completo, anche se questa cosa dell’inespressività non sembra andargli giù. Meglio nascondersi dietro una maschera e puntare tutto sullo sguardo per dimostrare che i suoi occhi “parlano” e così il buon Ben è Batman nell’universo espanso DC, ma prima di passare alla regia del nuovo film da solista del Cavaliere Oscuro, un nuovo tentativo di dimostrare la sua bontà attoriale con The Accountant.

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Presentato nientepopodimeno che in selezione ufficiale all’ultima Festa del Cinema di Roma, The Accountant unisce con una certa bizzarria e incoscienza il dramma con l’action cercando di lanciare un nuovo franchise. Il contabile del titolo è Christian Wolff, un uomo affetto da autismo che ha problemi a relazionarsi con gli altri ma un grande talento con i numeri. Christian lavora come contabile per società che spesso sono invischiate in traffici loschi, come accade alla Living Robotics, che lo assume per indagare su alcune falle relative al bilancio aziendale. Ma Christian ha una doppia vita perché, abbandonato dalla madre quando era solo un bambino, viene addestrato dal padre militare all’autodifesa e all’utilizzo delle armi, così ora Christian agisce anche come giustiziere ed è ricercato dalle più alte sfere del governo perché artefice di alcuni colpi ai danni di importanti uomini d’affari.

Dalla trama si può già intuire che la doppia anima di The Accountant ne fa un prodotto più unico che raro, un film dalle ambizioni drammatiche che sfocia platealmente nel cinema di genere.

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L’intrigo thriller/spionistico è intricatissimo e la sceneggiatura di Bill Dubuque non fa nulla per renderlo comprensibile ai più, ma non importa, è solo un espediente per gettar dentro governo, servizi segreti e finanza, perché quello che interessa allo spettatore sono le ottime scene d’azione, i colpi di scena improbabilissimi e una costruzione dei personaggi tanto assurda quanto efficace.

In tutto questo c’è anche il dramma dell’autismo, la difficoltà di integrarsi nella società di coloro che ne sono affetti ma che spesso hanno capacità logiche e intellettive fuori dal comune. Ben Affleck – diciamocelo chiaramente – è l’ultimo attore al mondo che potrebbe supportare con efficacia il ruolo di un autistico, eppure lo fa. Non ci si crede neanche un secondo, ma lo fa.

La cosa positiva è che The Accountant non si prende sul serio, o almeno lo spettatore percepisce che sia lo stesso film a conoscere i suoi limiti, e così alcuni momenti ironici aiutano a comprendere l’intento di Gavin O’Connor, che aveva già diretto Pride and Glory e soprattutto Warrior.

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Nel ruolo di co-protagonista c’è la lanciatissima Anna Kendrick, a dar la caccia al “contabile” c’è il futuro Jim Gordon J.K. Simmons e nei ruoli dei cattivi troviamo il novello Punitore Jon Bernthal e John Lithgow.

I fan dei fumetti DC, oltre a trovare nello stesso film l’attuale Batman e il prossimo Commissario Gordon, noteranno di sicuro il #1 di Action Comics gelosamente custodito da Christian Wolff e la centralità della filastrocca Solomon Grundy, conosciuto anche come personaggio avversario di Batman e Superman. Casualità?

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Tanto assurdo quanto divertente.
  • Strizzate d’occhio ai fan dei fumetti.
  • Buone scene d’azione.
  • Ok l’impegno, ma Ben Affleck nel ruolo dell’autistico è proprio improbabile.
  • La componente spionistica è inutilmente complicata.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Accountant, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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