The Reckoning, la recensione

Negli ultimi anni il cinema si è riavvicinato molto al tema stregonesco, il cinema di genere in particolare, con audaci e interessanti sperimentazioni che uniscono visioni e atmosfere tipicamente horror con il linguaggio più vicino a quello del cinema indie d’autore. Probabilmente è stato il bellissimo The VVitch di Robert Eggers ad aver spianato la strada a questo mini-filone, a cui ha chiaramente guardato calcando ancora più il pedale dell’autorialità Lukas Feigelfeld con Hagazussa; film che cercano un certo realismo di base nel racconto di un’epoca oscura e spaventosa in cui le donne venivano prese di mira, perseguitate e spesso uccise con accusa di stregoneria per i più futili motivi. Una ramificazione folk-horror a cui si può annettere anche l’ultimo lavoro dello stimato Neil Marshall, The Reckoning, che nonostante dichiari fin dall’incipit di essere ispirato a fatti realmente accaduti, fa suo il modus narrandi del cinema di genere più pulp, allontanandosi da quella ricercatezza stilistica di cui sopra.

Siamo nell’Inghilterra del 1665 e la peste dilaga in tutto il Paese causando una grande quantità di morti. Tra loro c’è il contadino Joseph che però si impicca a un albero dopo aver scoperto di aver contratto la malattia. A trovare il cadavere è la sua giovane moglie Grace che ora dovrà accudire la loro neonata e occuparsi delle fin troppo ingenti spese di casa. Il facoltoso signor Pendleton cerca di approfittare della vedovanza di Grace ma quando questa rifiuta le sue avances, il viscido uomo mette in giro la voce che Grace pratichi la stregoneria e che l’epidemia di peste sia causata dai suoi sortilegi. Da lì a poco, Grace viene arrestata e affidata alle attenzioni dell’inquisitore Moorcroft, già artefice molti anni prima della morte di sua madre per lo stesso motivo, che cercherà in tutti i modi di far confessare la ragazza sulla sua affiliazione al demonio.

Dopo una carriera di tutto rispetto con il cinema horror e fantastico più cult, come il bellissimo Dog Soldiers, il capolavoro The Descent – Discesa nelle tenebre e l’audace Doomsday – Il giorno del giudizio, l’aura di Neil Marshall si è un po’ affievolita. Niente male lo splatter storico Centurion, un po’ più discutibile il suo reboot di Hellboy, in mezzo tanta tv con alcuni dei più spettacolari episodi de Il Trono di Spade, fino a giungere a The Reckoning che sembra la prosecuzione naturale della sua carriera discendente.

Parliamoci chiaramente, anche il peggior film di Neil Marshall ancora oggi è un signor film e questo perché ci ha abituato così bene con gli esordi da aver alzato tantissimo l’asticella delle aspettative. Quindi The Reckoning, nonostante sia obiettivamente goffo in più di una soluzione narrativa e stilistica, si mostra comunque piacevolissimo intrattenimento che dimostra quanto il regista sia a suo agio nel cinema di genere, anche quando deve camminare sul filo del rasoio con eventi storici, come in questo caso. In fin dei conti anche Centurion giocava su questo equilibrio, raccontando – spesso reinterpretando – la Storia senza trascurare mai l’eccesso del cinema pulp/splatter.

La caccia alle streghe, seppur centralissima, appare quasi un pretesto per raccontare gli orrori di quell’epoca in una prospettiva da revenge movie e così Marshall finisce per concentrarsi sulla reclusione della protagonista, interpretata dalla bellissima Charlotte Kirk, anche co-sceneggiatrice, e il suo rancore per il perfido Moorcroft, che ha il volto di Sean Pertwee. Tra i due si instaura un vero e proprio duello a colpi di fede che in Grace ha una ragione d’odio ben radicata nell’infanzia, mentre per lui diventa solo un modo per imporre la propria autorità maschile. Lui cerca di scacciare il “demonio”, che altro non è che la forza d’animo e l’indipendenza della ragazza-madre, lei invece non ha altra ragione che vendicarsi nel modo più cruento possibile dell’ottuso e sadico carceriere.

In mezzo a questo scontro si insinuano poco interessanti visioni/flashback che hanno il compito di aggiungere un po’ di erotismo alla storia e insinuare il tarlo del dubbio sul fatto che Grace possa essere realmente legata a stretto nodo col Maligno. Rimane, però, tutto troppo in superficie e lo stesso film sembra trascinare questo aspetto soprannaturale con svogliatezza e disinteresse, nonostante le comparsate del Satanasso siano ad effetto e il look del demone anche molto suggestivo.

Su tutto il film regna però una sensazione di povertà produttiva, ben mascherata dalla quasi interezza di location in interni e pochi interpreti, ma si percepisce che quei set ricostruiti tra Ungheria e Bulgaria siano appunto dei set cinematografici, magari anche di riciclo.

Insomma, l’ottimo mestiere di Marshall riesce a salvare capre e cavoli perché la sua abilità nel raccontare storie bordeline, il senso del ritmo e l’impiego di effettacci prostetici e di make-up riescono ad ammantare tutto con quell’aria da guilty pleasure nonostante la qualità generale latiti. E quindi, dopo Hellboy, la massima vale ancora: meglio il peggior film di Marshall che il miglior film di un pivellino qualsiasi che si affaccia al mondo del fantastico!

The Reckoning, dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Fantasia International Film Festival nell’estate 2020 e aver varcato la soglia di numerosissimi festival di settore, è arrivato anche in Italia grazie a Blue Swan Entertainment che lo ha distribuito a dicembre 2021 in home video Blu-ray e DVD e in vendita/noleggio sulle principali piattaforme TVOD.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • L’abilità di Neil Marshall di gestire i generi: The Reckoning passa dal dramma storico all’horror splatter con maestria.
  • Charlotte Kirk, molto brava oltre che bellissima.
  • C’è qualche caduta di stile di troppo e si percepisce una povertà produttiva generale.
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