The Stand: arriva in blu-ray la miniserie televisiva tratta dal celebre romanzo di Stephen King
Il rinnovato interesse mediale per l’operato di Stephen King, fondamentalmente scaturito dal successo incredibile del primo capitolo della nuova trasposizione di IT, ha fatto da apripista a una serie di progetti che portano il marchio del Re del brivido e questo sta accadendo soprattutto sul piccolo schermo. Oltre ad alcuni film commissionati dalle piattaforme streaming, come Il gioco di Gerald, 1922 e Nell’erba alta, sono numerose anche le serie ad attingere dai suoi romanzi. Tra queste c’è un’altalena qualitativa che, bene o male, sta rispecchiando quanto già accaduto durante la precedente ondata di miniserie tratte dalle opere di King, ovvero gli anni ’90, quando faceva capolino – tra le molte – anche L’ombra dello scorpione, miniserie in 4 episodi diretta da Mick Garris e approdata sulle tv nel 1994 (da noi due anni dopo, su Italia1). Ora, quella stessa opera pubblicata per la prima volta nell’ormai lontano 1978 torna nuovamente sottoforma seriale, The Stand (titolo originale anche del romanzo), porta la firma creativa di Josh Boone (The New Mutants) e Benjamin Cavell (Justified, Homeland, SEAL Team), la regia di molti episodi del talentuoso Vincenzo Natali (Cube – Il cubo, Splice) e la supervisione allo script, oltre che la scrittura di alcuni episodi, dello stesso Stephen King. The Stand, arrivata in Italia ad inizio 2021 sul canale on demand Starz Play, è da poco disponibile in blu-ray grazie ai canali distributivi di Koch Media.
Un virus dalla carica virale del 99% e della mortalità del 100% sfugge al controllo di un laboratorio e si diffonde tra la popolazione dell’America settentrionale. In gergo il virus è conosciuto come Captain Trips, è una mutazione del comune virus dell’influenza e si adatta al sistema immunitario umano, reagendo di conseguenza con delle varianti che ne rendono vano qualsiasi vaccino. Nell’arco di un mese, la popolazione mondiale viene decimata anche se esistono alcuni immuni che si raccolgono, nell’arco del tempo, in comunità. Tra questi ci sono Harold, un ragazzo disturbato che ha visto morire la sua famiglia, Frannie, compagna di scuola di Harold di cui lui è sempre stato segretamente innamorato. Poi ci sono Stu Redman, un uomo buono e gentile che intesse una relazione con Frannie suscitando la gelosia di Harold, Larry Underwood, ex musicista che si unisce in viaggio con l’ex insegnate Nadine Cross e il piccolo Joe verso la comunità di Boulder, in Colorado. Loro sono solo una parte dei sopravvissuti, molti dei quali hanno trovato accoglienza a Boulder dietro il richiamo di Madre Abigail, una potente sensitiva che sta cercando di riformare l’umanità dalle sue ceneri. Ma allo stesso tempo c’è un misterioso individuo che si fa chiamare Randal Flagg, dotato di poteri soprannaturali, che sta chiamando a sé i reietti della società, i deboli, gli psicopatici e i peggiori criminali fondando una comunità sulle macerie di Las Vegas.
I nove episodi di cui si compone The Stand riescono a trasporre in maniera abbastanza esaustiva, oltre che fedele, la complessa opera fanta-orrorifica-esistenziale di King che invece sembrava eccessivamente sacrificata nel formato da quattro episodi della precedente miniserie. Ovviamente, trattandosi di un aggiornamento narrativo a distanza di oltre 40 anni dall’originale cartaceo, alcune licenze sono state indispensabili per far si che la storia aderisse in maniera credibile alla nostra contemporaneità e, come lo stesso creatore Benjamin Cavell ha ribadito in occasione del lancio della serie, l’etnia di alcuni personaggi e il loro sesso è stato modificato per rappresentare al meglio l’America odierna.
Il risultato è una miniserie genuina, essenziale (dunque priva di quei fastidiosi punti morti, episodi filler di cui quasi tutte le serie sono infarcite), molto ritmata e, fondamentalmente, divertente. Quello che viene a mancare a The Stand in confronto, ad esempio, a The Outsider (altra recente miniserie kinghiana targata HBO), è quella vena autoriale che avrebbe potuto fare la differenza, quella bontà di scrittura da prodotto adulto che sarebbe riuscita ad elevarla una spanna sopra il mare magnum della serialità odierna. Invece The Stand, con i suoi personaggi archetipici, le ellissi narrative perfettamente gestite, la mancanza di un’ambiguità morale, è perfettamente in linea con il prodotto medio (di qualità) che affolla i palinsesti fai-da-te delle piattaforme streaming. E questa “normalità” tende a rendere dimenticabile un’opera che invece fa del rispetto e della genuinità i suoi maggiori pregi.
Ad elevare The Stand è sicuramente il grandioso cast di cui si compone che oltre a sfoderare alcuni volti noti del grande schermo, riserva alcune belle interpretazioni di attori meno noti. Tra i primi possiamo citare Whoopi Goldberg, perfetta nel ruolo di Madre Abigail, James Marsden (è Stu Redman), Amber Heard (Nadine Cross), Nat Wolff (è il galeotto Lloyd), Greg Kinnear (Glen Bateman), Natalie Martinez (Dayana) e in ruoli minori J.K. Simmons (Generale Starkey), Heather Graham (Rita Blakemoor) e Ezra Miller (Spazzatura).
Ma a lasciare il segno sono soprattutto Odessa Young (già vista in Arrivederci professore e Sweet Virginia) che è una Frannie Goldsmith perfetta, fragile e determinata, e Owen Teague (visto in IT e The Empty Man) che invece riesce a incarnare con efficacia l’insicurezza e l’instabilità mentale di Harold Lauder. Menzione speciale per Brad William Henke che è un Tom Cullen inedito, sicuramente lontano da quello che abbiamo sempre immaginato (fondamentalmente la sua disabilità è stata interpretata in modo differente rendendolo più goliardicamente simpatico), ma ugualmente efficace e con il quale è facile entrare in empatia. Ovviamente c’è Randal Flagg a rubare spesso la scena agli altri personaggi, che ha il volto di un iconico Alexander Skarsgård, carismatico, affascinante e con lo sguardo sufficientemente torvo da incutere timore, un’interpretazione molto fedele al Flagg kinghiano e sicuramente più riuscita di quella monocorde della miniserie di Mick Garris.
The Stand arriva in home video con Koch Media su supporto ad alta definzione blu-ray disc (ovviamente è prevista anche l’edizione DVD, per tutti coloro che sono resistenti alla modernità e alla qualità), in un elegante cofanetto dalla doppia cover cartonata e contenente 3 dischi con tutti i nove episodi che compongono la miniserie.
Il blu-ray di The Stand si difende molto bene da un punto di vista tecnico e questo, dunque, si traduce in un quadro video di gran qualità, nitidissimo e sempre attendo al dettaglio visivo, sia nelle sequenze diurne che nelle molte situazione con fonti luminose ridotte. Molto buono il reparto sonoro, squillante e avvolgente, che offre (ovviamente) il suo massimo nella traccia originale Inglese DTS HD Master Audio. Buona, ad ogni modo, anche la traccia doppiata in italiano che ci viene restituita in un potente Dolby Digital 5.1. I contenuti extra non sono particolarmente soddisfacenti, purtroppo. Questi, contenuti tutti nel terzo disco, si riducono in una featurette (Un’epopea postapocalittica: l’adattamento de L’Ombra dello Scorpione, 20 minuti) con interviste al cast tecnico ed artistico, in cui si riflette sulla lavorazione e su come è stato riadattato questo celebre romanzo del Re del brivido, ed uno special di 5 minuti contenente le papere sul set. Sotto quest’aspetto si poteva decisamente fare qualcosa in più.
Roberto e Giuliano Giacomelli
THE STAND di A.a. V.v.
Label: Koch Media
Formato: Bluray Disc (disponibile anche in DVD)
Video: 2.39 16/9
Audio: Inglese DTS HD MA, Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo 5.1 Dolby Digital
Sottotitoli: Italiano, Inglese per non udenti, Francese, Tedesco, Spagnolo
Extra: Un’epopea postapocalittica: L’adattamento de L’ombra dello scorpione, Le papere sul set
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