Till – Il coraggio di una madre, la recensione

È un film intenso e toccante Till – Il coraggio di una madre, il secondo lungometraggio diretto dalla regista nigeriana naturalizzata statunitense Chinonye Chukwu (classe 1985) che racconta la storia vera di Emmett Till, un ragazzo afroamericano brutalmente assassinato da alcuni suprematisti bianchi nella cittadina di Money nello stato del Mississippi. Un’opera che mette in risalto il fenomeno dilagante del razzismo nel profondo Sud degli Stati Uniti d’America.

La storia ruota attorno al brutale assassinio di Emmett Till (Jalyn Hall), un quattordicenne che viveva con la madre Mamie (Danielle Deadwyler) a Chicago, una città dove il razzismo era meno dilagante rispetto ad alcuni stati del Sud degli Stati Uniti. Il ragazzo che si trovava a Money in Mississippi per far visita ad alcuni parenti viene torturato e seviziato da un gruppo di suprematisti bianchi. La sua morte cruenta e piena di violenza è un dolore per Mamie che cerca in tutti i modi di portare avanti la sua personale battaglia pretendendo di mostrare a tutti la bara aperta del figlio con il volto deformato.

Non c’è spazio per nessuna riflessione per quest’opera che descrive il dolore atroce di una madre che si vede privata di suo figlio. È una storia di diritti negati, soprusi, violenze che si dipana in un incubo che non sembra trovare una via d’uscita. È un grido di dolore quello di Mamie, infatti, lei stessa sentenzia davanti alla bara del figlio: “Voglio che l’America venga a conoscenza di tutto questo”. Il viso deformato di Emmet è la testimonianza di un crimine perpetuato ai danni di una persona di colore da un gruppo di razzisti.

Danielle Deadwyler, qui al suo primo ruolo importante che le ha dato la possibilità di avere numerose nomination a prestigiosi premi, si rivela un’attrice straordinaria in grado di dare anima e corpo alla coraggiosa Mamie. La sceneggiatura scritta dalla stessa Chukwu insieme a Micheal Reilly e a Keith Beauchamp è fedele ai fatti realmente accaduti, ma la scelta è quella di non concentrarsi sulla violenza, ma sulla lotta di una donna che cerca di rivendicare i propri diritti e di voler vedere a tutti i costi una luce in fondo al tunnel, ma soprattutto di restituire dignità al proprio figlio.

Quel che lo spettatore assiste durante i centotrenta minuti di durata dell’opera è il ritratto spietato della condizione delle persone di colore, la lotta per il riconoscimento dei propri diritti, tra l’altro mancati, che copre un determinato periodo storico in cui le lotte sociali e politiche erano fortemente presenti e che videro coinvolto Martin Luther King Jr. in prima persona. Notevole la performance di Danielle Deadwyler che ci regala una delle più belle e toccanti interpretazioni degli ultimi anni.

Till – Il coraggio di una madre è un’opera in grado di mostrarci con cruda realtà la condizione delle persone di colore in un periodo storico dove era fortemente presente un razzismo imperante e il coraggio di una madre che cerca di dare dignità alla morte del proprio figlio.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • La protagonista Danielle Deadwyler è in stato di grazia.
  • Il tema della condizione delle persone di colore nell’America degli anni Cinquanta in determinati stati del Sud degli Stati Uniti d’America, dove il razzismo era fortemente presente rispetto ad altri.
  • La sceneggiatura che è fedele ai fatti realmente accaduti, compreso il contesto storico e politico dell’epoca.
  • Nessuno
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