Venezia 72. The Endless River

Due vite che non hanno apparentemente nulla in comune legate, inesorabilmente, dal destino… un destino tragico, come ci insegna il cinema drammatico, che forse possono trovare uno spiraglio di luce dalla congiunzione della forze. Questo è il tappeto su cui si stende The Endless River, terzo film da regista e sceneggiatore del sudafricano Oliver Hermanus, in concorso alla 72° Mostra Interazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Peccato che quanto di buono sia rappresentato dalle premesse, venga completamente infranto in un’opera scialba, sinceramente brutta e sostanzialmente inutile.

Quello che è uno dei peggiori film in concorso all’edizione 2015 della Mostra del Cinema di Venezia, prende avvio da una trama invitante in cui un uomo vede la sua vita improvvisamente distrutta dall’omicidio della moglie e dei figli ad opera di un terzetto di rapinatori. I sospetti ricadono su un pregiudicato appena uscito di carcere, la cui moglie lavora nella tavola calda che il parente delle vittime frequenta periodicamente. Quando sembra che la polizia sia incapace (e disinteressata) a proseguire con le indagini, l’uomo decide di farsi giustizia da solo.

Un novello giustiziere della notte, penserete voi! Macchè, un pedestre pippone esistenziale che dimostra la profonda incapacità di fare cinema di chi l’ha realizzato.

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The Endless River, suddiviso inutilmente in tre capitoli, sembra voler abbracciare l’ottica del cinema di genere da cui trae la basi. Già l’incipit però non convince per la goffaggine con cui è realizzato il momento clou del film, ovvero l’irruzione-stupro-omicidio dei tre malviventi ai danni della famigliola ignara. L’azione è concitata e fotografata malissimo, il montaggio appare dilettantesco e l’enfasi che una scena del genere dovrebbe avere è sostituita da una completa mancanza di pathos che crea disinteresse e mancanza di partecipazione emotiva per quello che si sta vedendo.

Poi il film peggiora, si trasforma in una ridicola e ingiustificata storia d’amore tra parenti delle vittime in cui si fatica a trovare il senso di un legame tra quello che abbiamo visto e quello che stiamo vedendo.

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I personaggi sono sviluppati male, in maniera quasi ridicola, come accade al poco credibile poliziotto che si fa immotivatamente complice del protagonista nella sua ricerca della vendetta privata. La regia è particolarmente anonima, gli interpreti incapaci (l’inespressività di Nicolas Duvauchelle è clamorosa), la fotografia troppo scura e per nulla curata, le musiche fiacche.

A tutto ciò aggiungiamo anche un ritmo davvero troppo lento, pieno di tempi morti in cui la vicenda gira su se stessa, quasi a volerci ricordare che stiamo guardando un film “d’autore”, e avremo servito uno dei film più brutti e pedanti della 72° Mostra del Cinema di Venezia. Si fatica, anzi, a comprendere la logica che lo abbia portato addirittura ad essere in concorso!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
Boh… niente. Beh… tutto!
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Venezia 72. The Endless River, 4.0 out of 10 based on 1 rating

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