Venezia 73: Gantz:O

Uno dei filoni di maggior tradizione e fascino del cinema giapponese è senza dubbio quello dei film ricavati dai manga, vero e proprio fenomeno di culto per intere generazioni non soltanto dell’estremo oriente, anzi. Un esperimento, nel quale si sono cimentati anche registi importanti, su tutti Takashi Miike, che presuppone doti immaginative e visionarie non da poco e che in caso di buona riuscita può generare pellicole divertentissime e spassose, oppure goffe, raffazzonate e di un trash involontario molto fastidioso in caso di esito negativo. Al Festival Internazionale del Cinema di Venezia, tuttavia, approda un’opera molto gradevole, ricca d’azione e dagli effetti speciali e visivi realizzati con grande maestria e conoscenza del settore. Stiamo parlando di Gantz:O di Yasushi Kawamura, film d’esordio del regista giapponese tratta dall’omonimo manga di Hiroya Oku e presentato nella sezione “fuori concorso” del festival.

Masaru viene accoltellato in metropolitana da un uomo il cui volto è coperto da una maschera e un cappuccio. Poco dopo e per un non ben precisato motivo, il giovane si sveglia in una stanza abitata da due persone in tuta nera e una grande sfera oscura che altro non è che il cervello di un gioco, chiamato Gantz, in cui la posta in palio sono la sopravvivenza della propria persona e della città. Masaru entra a far parte della squadra di Tokyo a cui si contrappone quella fortissima di Osaka. Tra le due fazioni, però, vi sono tanti mostri famelici e aggressivi.

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Gantz:O è il classico film necessario all’interno di un festival, soprattutto dopo più di una settimana passata a guardare film d’autore, ottimi e non, molto complessi e impegnativi da capire e comprendere. Le continue apparizioni di mostri, il sangue in discreta quantità, i duelli corpo a corpo e le sparatorie rappresentano un autentico toccasana per gli amanti del cinema di genere la cui fantasia viene solleticata dagli ottimi effetti speciali, che evidenziano il passato di Kawamura nel mondo dei videogiochi.

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Tutto appare realizzato nei minimi dettagli e gli stessi mostri, oltre a rivelare come detto una grande accuratezza tecnica, sono parte di una vasta gamma di freak che comprendono teste giganti che inseguono i protagonisti, minotauri, esseri simili a zombie o uomini nerboruti completamente rossi come se posseduti dal demonio. Il risultato di tutto questo è un giocattolo che non cala mai di ritmo, se non in alcuni punti, e che riesce nel suo scopo di intrattenere.

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Purtroppo il film di Kawamura non è esente da difetti che si manifestano in tutta la loro evidenza in una storia un po’ troppo esile e banale, intrisa anche da una inutile dose di sentimentalismo, e dialoghi evitabili e fuori luogo in diversi punti del racconto.

Nonostante ciò, Gantz:O è un film più che dignitoso, ben fatto e vivamente consigliato per gli amanti del genere.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • Tanta azione e sangue.
  • Buoni effetti speciali.
  • Ritmo pimpante e veloce.
  • Una storia molto esile e scontata.
  • Dialoghi banali e fuori luogo.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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