Venezia 76. Woman

Le donne non sono mai così forti come quando si armano della loro debolezza, scriveva Marie de Vichy. E il documentario Woman, presentato nella sezione Fuori Concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, lo dimostra.

Infatti, 2.000 donne di 50 paesi diversi hanno avuto il coraggio di aprire il loro cuore di fronte alle telecamere e raccontare sé stesse. Ciò che prende forma è un potentissimo affresco della condizione femminile nella società odierna, e seppure le culture dei paesi d’origine delle protagoniste siano svariate e ben differenti fra loro, le circostanze paiono comuni.

Come nasce un’idea tanto semplice quanto intensa? In verità è possibile considerarla uno spin-off.

Tutto iniziò con Human, documentario del 2015 diretto dal regista e fotografo francese Yann Arthus-Bertrand, nel quale persone provenienti da ogni angolo del mondo furono interrogate riguardo tematiche legate all’amore, alla povertà, al senso della vita.

Un collage emotivo, insomma, sui problemi e le contraddizioni degli esseri umani. E, nonostante i 263 minuti di durata, la trovata ebbe così tanto successo che quattro anni dopo, con la collaborazione della regista e giornalista ucraina Anastasia Mikova, Arthus-Bertrand ha deciso di declinare l’argomento sulla condizione femminile dando alla luce Woman.

Il documentario mette a fuoco come, in civiltà diverse, le donne affrontino: crescita e cambiamento, realtà lavorative, relazioni sentimentali, sfera sessuale e, soprattutto, modo di far fronte agli abusi.

Prende così vita un mosaico olistico, nel quale la somma dei frammenti emotivi che lo compongono costruiscono un perfetto organismo funzionante.

Tenacia e disillusione si leggono sui volti delle protagoniste, che dimostrano come l’uomo, ancor oggi, abbia operato ben pochi progressi per emanciparsi dal pensiero fallocentrico.

Che altro aggiungere? Le critiche risulterebbero vuote e di entusiasmo ne ho già diffuso abbastanza.

Un antico proverbio cinese recita: Le donne sostengono l’altra metà del cielo. Chissà perché nel mondo c’è chi crede ancora ne sostengano molto meno.

Michele Cappetta

PRO CONTRO
  • Educativo.
  • Commovente.
  • Attuale e d’impatto.
  • Temo lo conosceranno in pochi.
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