Fuga in tacchi a spillo, la recensione

L’agente Cooper (Reese Whiterspoon) è una donna ligia alle regole eppure incredibilmente maldestra, al punto che, nel distretto in cui lavora, qualsiasi pasticcio viene proverbialmente ribattezzato ‘Cooperata’. La sua noiosa routine subisce una svolta quando il suo capo le assegna l’importante incarico di scortare fino a Dallas la prorompente e impetuosa Signora Riva (Sofia Vergara). Quest’ultima, colombiana dal pessimo carattere, è la moglie di un ex boss della droga ed è la testimone-chiave, insieme al marito, nel processo contro uno spietato trafficante. Naturalmente, il tragitto sarà tutt’altro che privo di intoppi, trasformandosi in una chiassosa disavventura on the road tutta al femminile.

La regista e coreografa Anne Fletcher – già al timone di commedie romantiche di successo quali Ricatto d’Amore con Sandra Bullock – dirige una scanzonata pellicola la cui forza risiede nell’alchimia tra le due attrici protagoniste e in un ritmo indiavolato, scandito da inseguimenti, guida spericolata e sparatorie. L’agente Cooper e la Signora Riva non potrebbero essere più diverse fra loro, eppure dovranno imparare a legare e a contare l’una sull’altra per sperare di cavarsela. Purtroppo, a questo spunto potenzialmente accattivante non corrisponde, di fatto, un risultato efficace né memorabile.

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Fuga in Tacchi a Spillo, infatti, si risolve per lo più in una serie di gag improponibili o già viste e di luoghi comuni del genere action e del road-movie, senza mai sorprendere o coinvolgere davvero. Anche il percorso individuale delle protagoniste sfocia in esiti assolutamente prevedibili e banali, privi di qualsiasi guizzo creativo o stuzzicante intuizione. In parole povere, parliamo di un film del quale davvero non si sentiva alcuna necessità. I personaggi di contorno, inoltre, sono caratteri praticamente inesistenti, che non contribuiscono affatto a risollevare le sorti dell’insieme. Il plot, ginocentrico fino all’estremo, riduce gli uomini a poco più che ombre sullo sfondo o sciocchi ostacoli da raggirare.

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A onor del vero, bisogna ammettere che le due protagoniste, malgrado la bidimensionalità dei rispettivi ruoli, funzionano molto bene insieme, regalando buone performance. Se la Whiterspoon si mette simpaticamente in gioco puntando su un’ironica androginia, l’aggressività di Sofia Vergara convince e la sensuale procacità delle sue generose curve – che mostra, ma non ostenta – farà la gioia del pubblico maschile. Inoltre, non manca qualche sprazzo di comicità, prevalentemente verbale, effettivamente divertente. Si veda la continua tendenza dei media, che denunciano la presunta latitanza di Cooper e della Signora Riva, a sottrarre centimetri alla statura della prima e aggiungere anni all’età della seconda.

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Fuga in Tacchi a Spillo ha dalla propria anche una regia dinamica e priva di punti morti e, come si accennava, una sceneggiatura forte di dialoghi vivaci e, talvolta, persino brillanti. Tuttavia, pur non mancando totalmente di qualità, l’intrattenimento risulta per lo più fiacco e il confronto tra due personalità femminili agli antipodi – una energica e appariscente, l’altra rigida e imbranata – è ben lungi dal catturare interesse. Il tutto si riduce a nulla più che un’occasione per vedere due ottime attrici interagire in gran forma e lasciarsi strappare un paio di risate.
Fuga in Tacchi a Spillo, in sala dal 18 giugno, è distribuito da Warner Bros. Pictures.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • L’alchimia tra le due brave protagoniste funziona.
  • Qualche momento di comicità diverte davvero.
  • Complessivamente già visto e assolutamente prevedibile.
  • Lo spessore dei personaggi, principali e di contorno, è poco più che inconsistente.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Fuga in tacchi a spillo, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

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