Mia, la recensione

Quanto oscura e complicata può essere l’adolescenza, soprattutto quando ci si scontra con la crudeltà delle persone che ci circondano? E quanto incomprensibile può essere per gli adulti che ci stanno intorno?

Sergio (Edoardo Leo) è un padre come tanti padri, affezionato e amorevole, ma allo stesso tempo confuso e forse spaventato dalla crescita della figlia, Mia (Greta Gasparri), che sembra sfuggirgli tra le mani. Mia ha 15 anni e come tutte è alla scoperta di se stessa e del mondo che la circonda. Cerca di farsi spazio a tentoni, trovando una dimensione che sia sua. Inevitabilmente, come accade in tutte le adolescenze, lo scontro generazionale e famigliare tra adulti e ragazzi si fa vivo e feroce. Sergio e Mia si vogliono bene ma fanno fatica a capirsi e a parlarsi, come due persone che comunicano con lingue diverse. Da una parte il bisogno di indipendenza e affermazione di sé, dall’altro il timore di vedere una figlia che cresce e la sensazione costante di vederla allontanarsi sempre di più.

In questo scenario già delicato si inserisce il personaggio di Marco (Riccardo Mandolini), 20 anni, di buona famiglia e youtuber di discreto successo. Mia ne è attratta e ricambiata. Quella che inizialmente sembra una relazione come tante altre sfocia in un vortice di gelosia, ossessione e violenza. Sergio e la moglie Valeria (Milena Mancini) non possono far altro che essere spettatori passivi, mentre osservano la figlia spegnersi piano piano sotto i loro occhi.

Finché, ad un certo punto, Sergio esce dal suo ruolo di padre passivo e brontolone per sistemare i conti da solo.

Quanto è difficile essere genitore e quanto è difficile essere figli. Sicuramente Mia riesce ad affrontare efficacemente questi argomenti. Ivano di Matteo (La vita possibile, I nostri ragazzi) ha una regia delicata e di accompagnamento, non è invasiva e spinge lo spettatore a fare da solo i piccoli passi che lo separano dai personaggi. Ci fa sbirciare dalla finestra la loro vita, scostando la tenda. Riesce nell’intento di farci sentire e vivere i sentimenti che muovono i personaggi, la loro paura, la rabbia, l’amore e l’ossessione.

Raccontare il disagio della crescita attraverso lo sguardo dei genitori è un’idea che se da una parte può sembrare paternalistica e fuori focus, dall’altra fornisce una chiave di lettura interessante e profonda.

Un difetto del film è un personaggio come Marco, che sembra incarnare la cattiveria pura, malvagia e feroce, a tratti eccessiva. È un cattivo stereotipato, senza scrupoli e senza cuore che alcune volte rischia di essere la fotografia da giornale del cattivo ragazzo approfittatore.

La storia può essere divisa in due macro blocchi, che però appaino un po’ sbilanciati.

La prima parte si prende i suoi tempi, senza fretta ci racconta tutto nei minimi particolari. Seguiamo i protagonisti in tutto quello che fanno. La seconda parte appare invece un po’ sacrificata, sia a livello narrativo sia, soprattutto, nei comportamenti dei personaggi, che appaiono affrettati ed eccessivi, in particolare se paragonati alla narrazione approfondita della prima parte. Infine, lascia qualche dubbio il rapporto di Sergio con Veronica, giovane ragazza che vive ai margini della società, che all’inizio della vicenda sembra fondamentale ma poi si chiude in maniera troppo affrettata

Edoardo Leo e Greta Gasparri forniscono una prova recitativa molto convincente, nel ruolo del padre e della figlia e ci trasmettono tutti i loro sentimenti. Anche Milena Mancini nei panni di Valeria, madre di Mia, è molto credibile. Lei ed Edoardo Leo hanno un’ottima chimica e trasmettono efficientemente la vita di coppia, nei momenti felici e in quelli più tristi.

Mia è prodotto da Lotus Production ed esce al cinema il 6 aprile distribuito da 01 Distribution.

Agata Brazzorotto

PRO CONTRO
  • Edoardo Leo incarna bene il personaggio e funziona nel ruolo: è un padre molto credibile.
  • Le tematiche giovanili viste e vissute dagli adulti offrono sempre spunti di riflessioni molto interessanti.
  • L’antagonista è un po’ semplificato e stereotipato. Il tipico “ragazzo cattivo” facile da odiare.
  • I due blocchi narrativi della storia risultano un po’ sbilanciati.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Mia, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.