Speciale David Cronenberg. Canadese sano di mente.

Canada. 1943. Pre – Interzona.

David Paul Cronenberg nasce a Toronto, il 15 marzo 1943. 
Trascorre un’infanzia estremamente normale. Semplice. Cresce come ogni altro bambino canadese, in una nazione culturalmente diversa, ma radicalmente influenzata, dall’America. 
Le magie dell’immagine sono ancora lontane e David si rivela detentore di una curiosità decisamente spiccata. 
È particolarmente dotato, eccelle in ogni materia. Ogni notte si addormenta al suono della macchina da scrivere del Padre scrittore e immagina di poter diventare un novellista, un giorno. 
La Toronto del 1950 è graziata dalla caratteristica di essere una delle città più popolate della nazione e ha la capacità di fungere da centro nevralgico per il Tutto.
 Il Tutto che è Nuovo, che è Diverso. 
I Cinema coi film europei, le nuove invenzioni americane, le rivoluzioni. 
Si rinchiude in sale cinematografiche con gli amici e racconta di film traumatici, orrendi, spaventosi. Bambi e Dumbo, su tutti. 
Si appassiona in particolare alle storie, quanto più della tecnica o del medium. E’ un grande appassionato dei Maestri Scontati del Passato. 
Antonioni, Kurosawa, Bergman. 
Ma è l’Italia di un particolare regista che lo porta a sbirciare oltre allo schermo. 
Nella Toronto degli anni 1950, la popolazione è in continua crescita; gente di tutto il mondo, immigrati americani che convergono sulla florida terra canadese, minoranze etniche da ogni parte del pianeta. 
E, su tutti, gli Scontati per eccellenza. Gli Italiani. 
Una Little Italy si è formata nella Toronto degli anni pre-60 e un anziano imprenditore ha deciso di tirare fuori dal nulla un cinema specializzato esclusivamente nella cinematografia italiana.
 Mentre David esce dal Pylon, il leggendario cinema di quartiere, osserva il lato opposto sulla strada. 
Un’enorme massa di persone fuoriesce dal The Studio, The Italian Movie Theater of Toronto. 
E stanno tutti piangendo.
 Una grande locandina campeggia sotto le luci. La Strada di Federico Fellini. 
Una rivelazione. Possibile che i film possano avere un effetto simile sulle persone?
 David Cronenberg è colpito. 
David Cronenberg comincia a riflettere.

The Winter Kept Us Warm, la Toronto Film Co-op e Stereo.

Ma c’è tempo per riflettere. 
È il 1963. David sta ancora seguendo i suoi studi. È ovviamente interessato a entomologia e biologia cellulare, futuri progenitori e ispirazioni continue per le sue storie di fantascienza.
 Forse La Strada non era un sogno per lui. Si vede meglio con un camice addosso, uno scienziato in grado di sviluppare formule e rivoluzioni per… boh. 
Forse il Canada, forse il Mondo. E poi, non ci sono così tante scuole di cinema a Toronto, anzi, non ce n’è nemmeno una. 
L’unica scelta saggia sarebbe viaggiare fino a Los Angeles e vivere lì per i prossimi 3-5 anni, come hanno fatto molti suoi amici. 
No, no. Meglio botanica, insetti, cellule. La scrittura, la magnifica macchina da scrivere del padre.
Magari scriverà a breve il suo primo romanzetto da pubblicare a episodi su qualche rivista di seconda categoria.
La visione del cortometraggio romantico The Winter Kept Us Warm di David Secter, compagno di classe di David, aggiunge benzina alle fiamme. 
Una complessa storia d’amore dai sottotesti omoerotici, primo cortometraggio canadese a venire mostrato a Cannes.
 Qualcosa si muove sotto la superficie canadese. Lentamente, molto lentamente.
 E Cronenberg torna a riflettere. Lui è molto riflessivo.
Comincia a noleggiare videocamere a 16mm, a entrare in circoli sempre più ristretti di cinema, film sempre più oscuri, sconosciuti.
 Macina furiosamente pellicole senza mai aprire un singolo libro di cinematografia.
 Non confida in nessuna promessa di entrare nella maestosa Hollywood, nemmeno nella nuova Cinespace, una delle prime società di produzione cinematografica canadese.
 No, lui continua a scrivere, a fare quello che gli riesce meglio.
 Nel frattempo, però, si prepara al futuro, a ricevere eventuali doni dal suo nuovo misterioso percorso. 
Fonda la Toronto Film Co-op con Iain Ewing e quell’Ivan Reitman di Ghostbusters, ispirati dal movimento Underground di New York: grande promotore del mantra “Hai una videocamera? Usala”. Poi parte per l’Europa, ad apprendere culture imprevedibili e differenti. 
Le terre di chi aveva fatto piangere quelle persone davanti al The Studio.
 Accresce la propria mente, si prepara. A qualunque cosa accadrà.
 Ritornerà in patria nel 1967, pronto a tutto, pronto a girare, a sperimentare. Forse ha deciso. 
Gira due piccoli film in bianco e nero, due Shocker amatoriali chiamati rispettivamente Stereo e Crimes From The Future. 
Diventano famosi per essere contemporaneamente noiosi e interessanti, entrambi viaggi amorfi e allucinati tra gruppi sessualmente telepatici e cosmetici assassini.
 Ma la paura più grande, innominabile, più allucinante della sua vita sta per piombare in testa a David Cronenberg.
 Ha appena scoperto che il governo canadese ha promosso una legge per finanziare opere cinematografiche. Non ha più scuse.

cronenberg

Shivers e la Partenza Verso L’Interzona.


Proprio dopo aver ceduto al fascino di Los Angeles e aver incontrato il leggendario Roger Corman, eterno produttore della exploitation americana, Cronenberg avverte l’urlo del ritorno in patria.
 Con l’aiuto della Cineplex, piccola casa di distribuzione, futura catena di sale cinematografiche canadesi, ottiene i fondi dal governo per la produzione di Shivers – Il Demone Sotto La Pelle. 
È il 1975 e il film si rivela un incubo colossale, sia nella trama che nella produzione. 
La storia parte da radici prettamente Cronenberghiane: uno Scienziato rilascia in uno stabilimento condominiale un parassita trasmissibile sessualmente che scatena reazioni incontrollabili e una libido imprevedibile nel soggetto. Morte e Follia a seguire. 
È una pellicola strana, fulminante, ma unica nel suo genere. Forse troppo.
 Il giornalista Robert Fulford, firmandosi astutamente con uno pseudonimo, distrugge Shivers sulla prima pagina del Saturday Night col titolo:
“DOVRESTE SAPERE QUANTO FACCIA SCHIFO QUESTO FILM, 
VISTO CHE LO AVETE PAGATO VOI!”.
Una clausola di contratto sulla Moralità, impostagli dal Padrone di Casa, fa persino sfrattare David dal suo appartamento. Forse non è stata la migliore scelta della sua vita.
 Forse doveva farsi bastare i libri, gli insetti. Chi lo seguirà mai in un’altra produzione? 
E poi tutti questi effetti speciali, gli attori, la produzione, i tempi. 
In suo aiuto arriva la stampa del box-office del mese. 
Shivers è il maggior incasso canadese del 1975. 
Ed ecco: la prima recensione americana. Il compianto Roger Ebert ha visto il suo film e, aspettandosi il solito scempio, ne è rimasto invece colpito.
 Nonostante Shivers entri di peso nel parlamento Canadese come esempio di oltraggio al buon costume e alla decenza, David Cronenberg si trova presto sul radar della grande madre cinematografica: l’America.

Rabid, i Mostri e l’Arrivo verso l’Interzona.

1977. David Cronenberg ha deciso di continuare. 
Forte degli incassi del suo debutto, si trova costretto a stringere i denti e continuare. 
Molte porte gli vengono letteralmente sbattute in faccia. 
Come un bieco giullare che fa strada a una povera carovana capitanata dalla Cineplex e da Ivan Reitman. 
I soldi ci sarebbero anche, ma come può David convincere i produttori che il suo prossimo film non sarà una perdita netta?
 Entra Marilyn Chambers, famosa pornostar. È l’attrice perfetta per le ossessioni di Cronenberg e Reitman è convinto che il suo nome porterà frotte di appassionati del suo lavoro nelle sale.
 Forse per ispirazione diretta dalla protagonista, o forse per continua ripetizione cerebrale, David scrive e dirige Rabid – Sete Di Sangue.
 Ripetendo i temi della malattia sessuale e l’origine scientifica, il film parla di una motociclista che, a seguito di un’incidente, viene sottoposta a un’operazione non ortodossa che la causa la crescita di un organo fallico nell’ascella, il quale fuoriesce in presenza di partner sessuali per pungerli, acquisirne il sangue e trasformarli in zombie.
 Il film si rivela effettivamente un successo, dando a tutti gli effetti il via alla carriera di David. 
Nelle pellicole successive, eccezion fatta per l’anomalia automobilistica Fast Company, si spinge oltre i limiti impostigli dalle proprie stesse ossessioni o, per meglio dire, strutture percettive.
 Cronenberg La maniera à la Cronenberg richiede la stessa caotica forma della materia e delle sue molecole sugli organi e i tessuti degli esseri umani.
 Mantenendo l’irregolarità delle sue realtà nei confini, seppur fantascientifici, della scienza, si concentra prevalentemente, nella prima parte della sua carriera, sull’alienazione dell’individuo, spesso vittima di una forza o di una mutazione interna sulla quale non ha alcun controllo. Storie che come The Brood, del 1979, hanno spesso origine non tanto nella Scienza, quanto nella vita dello stesso Cronenberg.
 Disperato per il divorzio dalla moglie, ha dato origine a questa storia a tinte horror, in cui una progenie di esserini demoniaci fuoriesce da un enorme ventre telepatico per compiere efferati omicidi.
 L’origine di The Brood manifesta il desiderio e la passione del film maker, agganciato a meccanismi meramente commerciali, verso la creazione di un filone del tutto personale. 
Come dimostrano i successivi Scanners, thriller-spionistico su individui dai poteri extrasensoriali braccati da una società farmacologica intenta a schiavizzarli, e La Zona Morta, da un libro di Stephen King, l’interesse di Cronenberg va oltre la mera sessualità.
 Chiarendo che i suoi film “vanno osservati dal punto di vista della malattia”, David schiva fin da subito l’effige di Ossessivo e rivela la vera percezione dell’essere umano. 
Il corpo è la vera purezza, il vero tempio in cui è contenuta la mente, che il sesso, la vita, le malattie e le esperienze deformano senza possibilità di ritorno. 
Laddove la commercialità, e sicuramente un gusto per il grottesco, richiedono teste esplosive e uomini-mosca giganti, la filmografia di Cronenberg cela una poetica propria, personale e autentica.
 Divenuto ormai un regista di successo, un modestamente cult, David Cronenberg si avvicina alla seconda parte della sua carriera nel 1991 con Il Pasto Nudo, dopo aver sperimentato con la psicologia narrativa di Inseparabili (1988).

L’Interzona.

Dopo i successi commerciali di Scanners e La Mosca, David si trova con carta bianca.
 Può scegliere qualunque progetto, di qualunque genere. Canada e Toronto sono molto lontani.
 Intraprende la produzione di Il Pasto Nudo, adattamento di un romanzo di William S. Burroughs.
 Partendo da un materiale già surreale di suo, il Regista fonde biografia e finzione, raccontando la storia di uno sterminatore-scrittore che si perde in un mondo popolato da droghe allucinogene e insetti giganti. 
Il film è un discreto successo ma segna la svolta di Cronenberg nell’ambito della Psicologia più ortodossa, partendo da una non-trama incentrata su un individuo perso nei legami psicotici della sua mente, con conseguenze visionarie e violente. 
È l’ultimo film del regista ad avere la matrice della deformazione del corpo. 
L’Interzona de Il Pasto Nudo segna l’effettivo attraversamento del Canadese Sano in un mondo decisamente meno tangibile di quello popolato dai corpi straziati della sua favolosa carriera pre-anni 90. Il mondo dell’Identità.
 Racimolando ancora frammenti di ossessioni precedenti – la sessualità con M. Butterfly e Crash e la deformazione biologica in eXistenZ – il nuovo Cronenberg sembra aver letteralmente fatto la muta dalla sua persona originale.
 La regia è diventata calma e controllata, il sonoro più lieve, gli effetti molto più sottili.
 L’Identità, forse l’organo più intangibile del corpo umano, diventa la nuova ossessione, come un flusso di sangue che si sposta da una ghiandola surrenale a una pineale. 
Cronenberg Spider (2002), A History Of Violence (2005) e il sequel spirituale Eastern Promises (2007) sono i migliori rappresentanti del nuovo gusto del regista.
 Tutti e tre seguono giochi di ombre e specchi ambientati all’interno di una mente, un singolo individuo dal corpo sano e perfetto ma infestato da ambiguità e confusione.
 Esattamente come la vulnerabilità del corpo umano verso virus e iniezioni, l’identità si rivela esposta al peggiore dei virus psicologici: la Bugia. La volontà che rende duttile l’ultimo baluardo di certezza nella vita dei tre lunatici mafiosi-psicotici. 
Se nella prima metà, l’orrore giungeva appunto da un cervello che non riconosceva più il proprio corpo, ora siamo sulla sponda opposta. È il corpo che non riconosce più la mente. 
I suoi ultimi film, A Dangerous Method (2011) e Cosmopolis (2012), sono persecutori di un Cronenberg allo Stadio Finale di mutazione.
 Non più l’identità, ma la Persona. La Persona che viene studiata, riveduta, corretta, impressa sui libri di storia, amata, perduta, legata e torturata. 
La sensibilità del corpo si espone su ogni percezione dei personaggi persi in ammirazioni, sogni, impulsi, sentimenti.
 E infine, Cosmopolis. Non più Persona, ma solo Concetto. O forse Persona/Concetto. 
Non si riesce più a distinguere i due. Non si comprende più se si parla di gusci vuoti di valori o di emozioni. L’Uomo Cronenberghiano ha raggiunto la Fine. 
Non ne rimane lo spirito, l’anima, il lascito o l’eredità. 
È scivolato via ed è svanito, senza nemmeno ritornare alla materia. 
Libero di non esistere e di non subire più alcun tipo di mutazione, deformazione, intrusione. 

David Cronenberg è una delle persone più sane che esistano al mondo. 
Ma se questo è veramente l’ultimo stadio della sua personalissima mutazione, lo sa solo lui.

Luca Malini

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